Firenze – Respinta l’archiviazione del caso, il magistrato richiede nuove indagini non ‘limitate‘ al complesso che ospita il Biennio, finito sotto accusa dopo che il preside aveva diramato l’avviso di “non correre” e di non sollecitare o manomettere le pareti, accorgimenti riferiti al rischio di far circolare le fibre di amianto contenute nella struttura. Soddisfazione è stata espressa da parte dell’Osservatorio Nazionale presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni.
Si riaccendono i riflettori sull’Istituto scolastico fiorentino che da anni accoglie giovani da tutta la Toscana, simbolo di una classe professionale qualificatasi nell’ambito dell’ingegneria civile ed elettronica, dell’idraulica, della meccanica e della chimica ed oggi rappresentata anche ai vertici di numerose realtà imprenditoriali presenti sul territorio ed oltre i confini nazionali. Il Biennio è stato per molti la porta di accesso all’istruzione professionale e pertanto già la notizia della presenza di amianto in quei locali propedeutici al percorso didattico ha fatto gridare allo scandalo in tutta Italia.
Giugno 2016. Il procedimento per amianto nella scuola ITI Leonardo Da Vinci si è tenuto il 29 giugno scorso presso il Tribunale Penale di Firenze. Presente l’avvocato Ezio Bonanni che nel pomeriggio del giorno stesso si è presentato anche a Palazzo Panciatichi per la conferenza stampa con la dottoressa Valentina Renzopaoli.
In serata poi, all’ONA di Firenze, si è tenuta l’assemblea aperta al pubblico, dove Alessandro Ruta ha tenuto una relazione dal titolo “Le conseguenze dell’amianto sul sistema familiare e i danni nella relazione di attaccamento madre ambiente bambino” e Lucia Astore che ha relazionato sull’impatto dell’amianto e degli altri cancerogeni sulla salute umana.
Il cemento amianto è il materiale utilizzato per anni nelle costruzioni edili e messo al bando nei primi anni ’90 poiché rientrato tra le sostanze cancerogene. Nel corso degli anni gli addetti ai lavori hanno più volte spiegato, anche in Toscana, che le fibre di amianto sono pericolose se inalate poiché si depositano nei polmoni; da qui la presunta sicurezza delle strutture che non presentino deterioramento di alcun genere.