Ambulanti sul piede di guerra: “Dubbi su canoni e rivoluzione dei banchi a San Lorenzo”

Firenze – Gli ambulanti fiorentini, in particolare del mercato storico di San Lorenzo, sono sul piede di guerra per quanto riguarda alcune delle decisioni prese dalla giunta comunale circa la riqualificazione cui stanno sottopnendo le aree deputate storicamente al commercio ambulante. Il cuore e il motore della contestazione è il mercato di San Lorenzo, anche se il malcontento riguarda un po’ tutti i mercati sparsi nella città.

A dare voce alle perplessità degli ambulanti è Vittorio Pasqua, presidente del sindacato ANA Ugl per la Toscana, che ha raccolto le rimostranze che avanzano i protagonisti di un settore economico molto importante per la città, che contribuisce ad attrarre una buona percentuale di turisti e che caratterizza ed identifica alcuni punti storici della città, da San Lorenzo a Sant’Ambrogio al Porcellino, per parlare solo di tre fra i più famosi mercati storici fiorentini.

Una delle questioni su cui gli ambulanti sono pronti a dare battaglia, spiega Pasqua, è la rivoluzione dei banchi, ovvero l’obbligo stabilito dall’amministrazione comunale di munirsi di nuovi banchi per uniformare e riqualificare la generale immagine del mercato di San Lorenzo. E qui giunge il primo nodo:  a occhio e croce, gli operatori valutano l’investimento almeno sui 30mila euro. Trentamila euro messi di tasca, almeno ad oggi, che sarebbero una mazzata per molti ambulanti che, com’è noto, sono reduci da due anni di crisi da covid e devono lottare con svariati problemi, legati anche al conflitto in corso, oltre all’aleatorietà che il perdurare della pandemia getta sul loro futuro.

“Oltre alla follia di imporre un cambiamento che dovremmo pagare di tasca nostra senza per ora che ci sia nessun contributo o aiuto – spiega Pasqua –  voglio aggiungere che molti di noi possiedono banchi che risalgono almeno al Novecento, qualcuno anche agli inizi del secolo scorso, costruiti da falegnami fiorentini appositamente tenendo conto delle strade di Firenze, delle loro dimensioni, delle piazze e delle loro dimensioni, integrandoli nel contesto cittadino. A quanto ci consta finora, i nuovi progetti sostituirebbero i nostri banchi tipici con altri di materiale misto, che davvero allora non rispetterebbero il carattere del mercato tradizionale fiorentino. Abbiamo proposto di poter restaurare i vecchi banchi, ma anche su questo l’amministrazione è sorda”.

Sul punto risponde l’assessore al commercio Federico Gianassi: “La riqulificazione dei mercati storici è necessaria, per innalzare la qualità sia ambientale che merceologica, e giocherà un ruolo importante sia sull’attrattività dei mercati stessi, sia per quanto riguarda il lavoro degli ambulanti e il suo innalzamento qualitativo. Il progetto che vede il cambiamento dei banchi è stato pensato in contatto con l’Università di Firenze, che studierà i nuovi banchi non solo a livello estetico, ma anche funzionale. Per quanto riguarda eventuali contributi, nulla vieta che il progetto sia così bello e importante da trovare sponsor per la sua realizzaizone. Ancora, voglio aggiungere che, se davvero qualcuno ritiene di possedere un banco di alta qualità storica, potremo valutare il da farsi. Senza che questo divenga la regola comune,perché la regola generale è che il banco dev’essere rifatto secondo il modello approvato dall’amministrazione”. Continua l’assessore: “In definitiva, credo che al primo punto ci sia il rinnovo della concessione delle licenze, che, come è ormai noto, sarà, per legge, di 12 anni e conseguentemente a quel rinnovo di lunga durata scatta l’obbligo di rifare il banco”.

Un altro punto oggetto di disputa, è la definizione del cosiddetto canone unico, che, secondo quanto sostiene il vicepresidente dell’ANA nazionale, non viene applicato nel Comune di Firenze secondo le norme di legge. “Queste norme prevedono 0,60 euro al giorno, da dividersi nelle 24 ore di cui è composta una giornata, moltiplicate per le ore di permanenza al mercato Il massimo rialzo consentito dallalegge ia Comuni è del 25%”. Per fare un esempio, secondo quanto siegato da Pasqua, il canone unico equivarrebbe per un ambulante a circa 450 euro all’anno, mentre, con i parametri del regolamento già approvato dal Comune di Firenze, si arriverebbe a cifre che vanno dai 3 ai 6mila euro all’anno. Sul tema si stanno verificando ricorsi al Tar e Consiglio di Stato da parte di ambulanti di varie città, rappresentate da ANA Ugl e proprio poche settimane fa è stata ottenuta un’importante vittoria a Olbia.

Sul punto, l’assessore Gainassi non ha dubbi: “Le richieste che provengono dall’ANA Ugl non sono accettabili. L’amministrazione applica il regolamento sul canone unico adottato dal consiglio comunale nel febbraio 2021che recepisce le norme di legge. Faccio resente che con questo regolamento le tariffe di San Lorenzo son già dimezzate rispetto a quelle del 2021”.

Infine, anche l’obbligatorietà di cambiare l’offerta merceologica ponendo in vendita oggetti made in Italy, incontra il malumore degli ambulanti.

“La questione si presenta con un doppio profilo – dice Pasqua – mentre da un lato ci troviamo d’accordo nel valorizzare i prodotti italiani, dall’altro non si può condizionare la scelta di vendita dell’ambulante che deve essere libera e rispondente al mercato. Trovo offensive parole che sono state spese come “paccottiglia” per merce sui banchi di persone che si alzano alle cinque e tornano  casa alle 16 per quanto rgiuarda i mercati rinali, mentre in quelli storici ci si alza fra le 7 e le 8 e si torna acasa anche alle 21. D’altro canto, ci sono tipologie di merce che devono essere salvaguardate: ad esempio, i cappelli di Panama vanno benissimo, perché non tenerli? Oppure per chi vende birra, com’è possibile non avere birre estere? E così con molte altre merci. In senso più ampio, non riteniamo possibile limitare quel libero scambio di merci e persone che esiste dentro la UE. Il che significa che i prodotti dovrebbero almeno essere europei”.

Una questione che non va per niente giù all’assessore Gianassi. “Bisogna decidersi, non si può essere europeisti quando conviene e non europeisti quando no. Intanto, ribadisco che il nostro piano per valorizzare i mercati storici cittadini si basa su due punti fondamentali, da un lato i banchi nuovi, dall’altro l’innalzamento di qualità della merce in vendita. Quella di riqualificare i mercati è unpesigenza, non un capriccio dell’amministrazione, per consentire ai mercati stessi e dunque agli operatori di continuare ad esercitare il oro mestiere al meglio. Il rischio è rassegnarsi a vederli scomparire”.

Esattamente il contrario di ciò che pensa l’ANA Ugl, come spiega il presidente toscano Pasqua: “Mettere balzelli, innalzare limiti e disagi, non accoltare gli ambulanti, questo davvero rischia di svuotare i mercati dai propri operatori e condurli alla morte. Ho fatto un tour nei vari mercati fiorentini, dalle Cure a via Lami, a via della Bizzarria, eccetera. Ho visto colleghi stretti fra tramvia, parcheggi, disagi di ogni sorta. Gli ultimi blitz dei vigili a San Lorenzo hanno portato a sanzioni anche a chi aveva aperto una sedia peighevole per sedersi. Non è questo il modo di aiutare gli ambulanti. Perciò è necessario trovar euna soluzione per il canone unico applicando le norme statali, come per le concessioni e infine anche per uanto rgiurda il nuovo piano del Comune. Perché obbligare prsone che sono sopravvissuti a tutto quello che abbiamo visto a pagare di tasca propria un cambiamento che potrebbe almeno essere attenuato col consentire il restauro dei banchi?”.

Infine, alcune particolarità incuriosiscono gli ambulanti di San Lorenzo. “Come mai dobbiamo chiudere alle 19.30 per consentire che le nostre aree diventino parcheggi per Sant’Orsola? E perché il mercato Nuovo, i 96 banchi che attorniavano la Basilica di San Lorenzo, non vengono ripristinati, magari togliendo quei 6 che dalla Basilica avevano chiesto fossero spostati in altro luogo, dal momento che coprivano l’ingresso della Basilica stessa? Sei, non 96. Tramontata la motivazione del passaggi del bussino e anche l’eventuale necessità espressa da grandi interventi turistici, non possiamo che chiederci allora perché l’amministrazione non ci ascolti”.

Foto: La vecchia sistemazione del mercato di san lorenzo

 

 

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