Firenze – A pochi giorni dalla chiusura dei lavori della giunta regionale, a Palazzo Sacrati si fa il punto sull’ambiente. Il progetto, promosso e gestito dalla Regione, ha coinvolto ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana), ARS (Agenzia regionale di Sanità), ARRR (Agenzia regionale recupero risorse), IRPET (Istituto regionale programmazione economica) e il consorzio LaMMA (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile). Un esteso team che ha contribuito a un’analisi puntuale delle tematiche ambientali dal clima al rischio sismico, dall’inquinamento alle bonifiche.
La relazione evidenzia un progressivo appiattimento del tasso di crescita delle temperature, anche se i mesi scorsi di gennaio e febbraio sono stati i più caldi dal 1980 e si sono registrate anomalie a ottobre e novembre 2014 (con minime superiori di 5-6 gradi).
Il fattore economico incide sull’inquinamento: “nonostante una fase di crisi”, si legge nella relazione, “la Toscana continua a presentare alcune specializzazioni industriali che pongono dei potenziali problemi di pressione ambientale. Si tratta in particolare di settori delle industrie pesanti quali la produzione di metalli, pietre, la chimica, ma anche le più diffuse produzioni del sistema-moda e di altri settori che caratterizzano le agglomerazioni industriali regionali, e in particolare i distretti”. Inoltre il sistema dei trasporti predilige quello privato su gomma, ponendo problemi di inquinamento a livello atmosferico.
Con riferimento alle precipitazioni e agli allagamenti, la cronaca dell’ultimo anno contribuisce a delineare un quadro poco rassicurante: la relazione richiama due episodi di forte pioggia, tra gennaio e febbraio 2014 e poi il 14 ottobre 2014 (con perdita di vite umane) e rileva “un surplus di pioggia del 60-65% rispetto alla media regionale calcolata sul trentennio di riferimento 1983-2012”. Inoltre si riscontra un notevole aumento generalizzato di episodi di forti piogge.
Le emissioni di CO2 sono leggermente diminuite, anche a causa della crisi economica che ha ridotto le attività in tutti i settori, ma ancora siamo lontani dall’obiettivo di riduzione del 20% da raggiungere entro il 2020: “l’obiettivo del 2020 non pare ad oggi raggiungibile”.
Per intervenire su questo e altri temi – come la depurazione, i rifiuti, le bonifiche – la regione si avvale del nuovo piano ambientale ed energetico regionale (PAER), che “contiene poi una serie di obiettivi di tutela e protezione ambientale volti a promuovere la sostenibilità ambientale dello sviluppo socio-economico”. La legge istitutiva del PAER prevede che vi sia un documento annuale di valutazione monitoraggio, trasmessa dalla giunta al consiglio, con una funzionalità conoscitiva ma soprattutto programmatica – per intervenire concretamente e in modo puntuale, senza una dispersione di risorse. La relazione presentata oggi a Palazzo Sacrati, alla presenza dell’Assessore Bramerini, soddisfa questa esigenza di monitoraggio, per una Toscana sempre più green.