Firenze – Campi italiani e letame, raddoppia l’uso del fertilizzante più antico e naturale del mondo, ma in Italia le stalle si svuotano. Paradosso? No, risponde Coldiretti che è l’artefice di questa “scoperta”, è che, all’accrescersi della consapevolezza ambientalista dei nostri agricoltori, corrisponde lo svuotamento delle stalle di Fattoria Italia, che paga così, per quanto riguarda il settore allevamento, il salato prezzo della crisi.
Tradotto in numeri, negli ultimi dieci anni l’uso agricolo dei fertilizzanti (dati Istat) per uso agricolo è dimezzato (-44 per cento), ma in compenso nelle campagne sono stati distribuiti 800mila quintali di letame. Un effetto che segue anche la decisa svolta in senso ambientalista dei nostri agricoltori. Tant’è vero che questo “ritorno” ai concetti di sostenibilità dal punto di vista ambientale in ottemperanza all’antica tradizione contadina, ha garantito all’Italia il primato nel numero di imprese impegnate nel biologico, stimate in circa 50mila.
Accanto e contemporaneamente, il fenomeno della ridotta disponibilità di letame si sta affermando in modo sempre più preoccupante. La crisi della fattoria Italia porta numeri molto inquietanti: scomparsi oltre 2 milioni di mucche, maiali, pecore e capre dall’inizio della crisi nel 2008.
Sempre tirando le somme, conclude Coldiretti, nel 2013 sono stati distribuiti nelle campagne 23,8 milioni di quintali di fertilizzanti e 12,6 milioni di quintali di ammendanti. Dove il termine “ammendante” sta per quei fertilizzanti che migliorano le caratteristiche fisiche del terreno. Inutile dire che il prodotto ideale risulta essere il letame mediamente maturo.