Firenze – Amaranto e quinoa sono piante esotiche con qualità nutritive sempre più apprezzate tanto da essere definite commercialmente “superfood”. Questi pseudocereali, che sono tradizionalmente coltivati e usati nelle regioni andine o centroamericane, hanno acquisito negli ultimi anni una crescente importanza proprio per le loro caratteristiche – per certi aspetti anche superiori ai più diffusi cereali – con un notevole incremento del loro valore sul mercato internazionale.
Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente (DISPAA) dell’Università di Firenze, coordinato da Paolo Casini, associato di Agronomia e coltivazioni erbacee, sta studiando da tempo amaranto e quinoa, testando anche l’adattabilità di queste specie all’ambiente dell’Italia centrale, per verificare se possano essere coltivate in Toscana.
“Per le loro eccellenti qualità nutritive e nutraceutiche, amaranto e quinoarientrano nella particolare classificazione di mercato che li identifica come Superfood – spiega Paolo Casini – Di qui l’interesse a verificare la possibilità di una coltivazione in Toscana. Anche se queste piante non sono destinate a sostituire nessuno dei grandi cereali, potrebbero rappresentare, inserite nella giusta filiera, un nuovo mercato che attualmente è soddisfatto soltanto da prodotti d’importazione”.
Superfood in Tuscany si intitola, appunto, un incontro “sul campo” promosso dal DISPAA in collaborazione con l’ente “Terre Regionali Toscane” e con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, presso il Centro per il collaudo e il trasferimento dell’innovazione di Cesa (via Cassia, 147, Marciano della Chiana – Arezzo – ore 9.45).
Nel corso della mattinata, dopo il saluto di Marco Locatelli direttore delle gestioni agricole di “Terre Regionali Toscane”, Paolo Casini illustrerà le prospettive di coltivazione di amaranto e quinoa in Toscana; a seguire la visita guidata alle coltivazioni sperimentali e la degustazione di prodotti realizzati con le due piante.