Altro che social, per ritrovare fiducia occorre creatività a lungo termine

Stefan Sagmeister riassume dati, teorie e disegni nel libro “Now is Better”

Nonostante le ondate pandemiche, due guerra in corso, la povertà crescente, il divario sempre più forte tra chi ha e chi non ha, un mondo, in soldoni, in cui sembra ci sia poco da sognare e molto da preoccuparsi, ecco che la fede nelle magnifiche sorti e progressive rinasce attraverso i colori pieni e compatti, rosso, azzurro, viola, giallo, verde, marrone,  di uno dei più grandi designer graphic contemporanei e dalla straordinaria creatività delle sue opere.  Un ottimismo che non è solo quello della volontà ma che deriva dalla creatività e la bellezza, come sottolinea lui, e che si basa su precisi dati statistici tradotti in segni grafici dal designer austriaco Stefan Sagmeister, diventato leggenda soprattutto tramite i suoi manifesti e le copertine dei dischi, con clienti come il Museo Guggenheim, i Rolling Stones o la HBO.

Adesso Sagmeister riassume dati, teorie, numeri e disegni nel suo libro “Now is Better” pubblicato per Phaidon, una delle più note case editrici d’arte a livello internazionale. Un libro il cui titolo è già un manifesto: “Adesso è meglio”,  ha spiegato con semplicità e entusiasmo  il geniale designer che è appena venuto a Firenze per parlarne agli studenti dello Ied (Istituto europeo del design) e alla città, con l’obiettivo di stabilire con i primi un’esperienza comune. L’unica apparizione  italiana di un tour che fa parte di un ciclo tripartito di conferenze che, oltre alla tappa fiorentina  ne vedrà solo altre due in Spagna, sempre con i due istituti Ied di  Madrid e Bilbao. Il ciclo ha, come il libro, un titolo eloquente: “Beautiful Numbers”, i numeri da lui tradotti in bei disegni e che indicano la possibilità di guardare positivamente  il presente e il futuro traducendo i dati in cerchi, figure geometriche,  grafiche accattivanti.

Basta ragionare in tempi più lunghi dell’inquietante brevità dei social che non guardano oltre l’immediatezza e al massimo solo un minuto indietro facendo apparire tutto nero.  Basta avere uno sguardo lungo, che parta da lontano per capire che ora è meglio”, dice leggero e sorridente Sagmeister,  armeggiando, nelle aule dello Ied in una grigia giornata di fredda pioggia fiorentina, tra un computer e un altro per proiettare  le sue grafiche belle e colorate che interpretano il divenire alla luce di un passato che le statistiche indicano ben peggiore, come insiste il designer che indossa la t-shirt con sopra  le sue grafiche rotonde dai colori compatti e luminosi. Creatività e lungo termine, ecco le parole d’ordine di una fiducia di questi tempi sorprendente. “La scelta di Stefan Sagmeister di condividere la sua visione con i talenti emergenti del gruppo Ied  è l’occasione per i nostri studenti di comprendere che è dall’impulso creativo che nasce la capacità di cambiare qualcosa nel mondo”, si lascia prendere dalla piacevole controtendenza al mainstreaming di Sagmeister  il direttore dello Ied fiorentino, Danilo Venturi. Mentre l’artista  spiega che “ si può fare qualcosa per il mondo solo se si è positivi e che quando si è tristi e sfiduciati non si riesce a cambiare mai quello che si dice vada male. Succede anche a me di non riuscire a combinare niente di energico e utile quando sono triste e scoraggiato”.

 La positività funziona meglio: “Non che vada tutto bene, ma se guardiamo indietro capiamo che l’umanità, pure a volte arrestandosi o tornando apparentemente indietro,  va sempre avanti”. A riprova della sua tesi, Sagmeister analizza i dati della fame nel mondo, il tasso di alfabetizzazione, l’aspettativa di vita e il numero di vittime di guerre e disastri naturali. “I mezzi di comunicazione immediati come Twitter o le notizie diffuse in tempo reale danno l’impressione di un mondo fuori controllo, con la democrazia in pericolo, conflitti ovunque e in ogni momento, e un quadro generale catastrofico”, spiega. “Ma se guardiamo all’evoluzione del mondo con un orizzonte più ampio, quasi tutti gli aspetti dell’umanità sembrano tendere al miglioramento.

Meno persone soffrono la fame, diminuiscono le vittime di guerre e calamità naturali, più persone vivono in paesi democratici e hanno un’ aspettativa di vita molto più lunga. Duecento anni fa, nove persone su dieci non sapevano né leggere né scrivere”. Ecco che “Now is Better” esplora ,  attraverso le immagini dotate di puntigliose didascalie, il viaggio  dell’umanità attraverso i secoli, esortando i lettori alla  positività piuttosto che il pessimismo e la disperazione. Attraverso una serie di statistiche su cui il designer costruisce i suoi percorsi grafici, trasformando i freddi numeri in opere d’arte che esprimono ottimismo mediante lampi di colori primari, immaginifiche sovrapposizioni geometriche e illusioni ottiche.  

 I numeri vengono elaborati e trasferiti su dipinti storici di famiglia. Racconta il designer: “I miei  bisnonni  paterni, Gebhard e Rosalia Sagmeister, che facevano parte di quell’esiguo 15% della popolazione mondiale che all’epoca sapeva leggere e scrivere, avevano  un piccolo negozio di antiquariato a Bregenz (Austria) negli anni settanta del 1800, e tutti gli oggetti che non hanno venduto sono stati conservati nella soffitta della casa della mia infanzia”. Sui quei quadri il  designer ha genialmente fissato le statistiche espresse in grafiche belle e fiduciose, sfidando le “brutte notizie” dell’attuale sistema dell’informazione: “La maggior parte di noi preferisce la vita alla morte, il cibo alla fame, la salute alla malattia e la pace alla guerra. Preferiamo vivere in democrazie piuttosto che in dittature, essere informati piuttosto che ignoranti e è più probabile che troviamo una soluzione a questi problemi partendo dal riconoscimento dei successi conseguiti, anziché dalla  tristezza e il pessimismo”.

In foto: Stefan Sagmeister

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