Alluvione ’66: nuovo accordo per proteggere i beni culturali

Firenze – Nella ricorrenza dell’Alluvione di Firenze del 1966, è stato presentato oggi pomeriggio a Palazzo Medici Riccardi, in videoconferenza, il Protocollo sul sistema di allertamento per la messa in sicurezza dei beni culturali fiorentini in caso di esondazione del fiume Arno, che coinvolge i proprietari o detentori dei beni culturali appartenenti all’Amministrazione Statale, Regionale, della Città Metropolitana e Comunale, ritenuti a rischio e ricompresi nella categoria dei beni vulnerabili. L’accordo prevede l’adozione di una metodologia preventiva coordinata e condivisa di risposta al rischio idrogeologico, in conformità alle nuove norme nazionali e regionali sulle attività di protezione civile.

Presenti alla videoconferenza, oltre il Prefetto di Firenze Laura Lega, i rappresentanti degli enti che successivamente sottoscriveranno il Protocollo: la Regione Toscana, la Città Metropolitana di Firenze, il Comune di Firenze, la Diocesi Arcivescovile di Firenze, il Segretariato regionale MiBACT per la Toscana, la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco per la Toscana, l’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale, l’Agenzia del Demanio, le Gallerie degli Uffizi.

Il Protocollo sarà esteso ai soggetti sia pubblici che privati, detentori di beni culturali, presenti nel territorio della Città Metropolitana di Firenze.

L’accordo presentato oggi intende ottimizzare gli interventi di prevenzione anticipata, attraverso una metodologia di allertamento e comunicazione tra i vari livelli di Protezione Civile, finalizzata alla tutela dei beni culturali sul territorio fiorentino. Stabilisce in dettaglio, le procedure relative alle fasi operative di allerta, preallarme e allarme, nell’ambito delle azioni di prevenzione del rischio idrogeologico ed idraulico riferito in particolare all’eventualità di esondazione del fiume Arno.

Attraverso l’attivazione delle singole fasi, gli enti proprietari o detentori di beni culturali avranno maggiore disponibilità di tempo per l’attuazione dei piani di emergenza interni. Tali procedure, debitamente monitorate dagli Enti sottoscrittori, anticiperanno in buona parte l’attivazione delle fasi operative dei piani di Protezione Civile.

“Questo accordo si offre quale valido strumento per agire in anticipo rispetto all’emergenza, cercando di ridurre il rischio cui sarebbe sottoposto l’inestimabile patrimonio artistico-culturale fiorentino in caso di una nuova esondazione del fiume Arno”, ha detto il Prefetto Laura Lega. “Permetterà inoltre”, ha aggiunto il Prefetto, “di compiere un ulteriore passo verso la realizzazione di quelle condizioni idonee a salvaguardare in modo adeguato, tempestivo ed efficace un patrimonio di valore e di interesse straordinario per l’intera umanità, testimoniando ancora una volta come l’impegno comune consenta il raggiungimento di rilevanti e positivi risultati”.

L’Accordo combina al suo interno procedure tipiche di protezione civile, come lo sono le nuove fasi di allertamento, ed interventi di prevenzione anticipata prodromici rispetto alle fasi operative vere e proprie dei Piani di Protezione Civile, che mirano ad “anticipare la soglia di tutela” del patrimonio unico ed ineguagliabile delineato dalla Carta costituzionale all’art. 9.

Grazie al lavoro congiunto tra gli Attori coinvolti è stata portata avanti un’importante opera di revisione che ha condotto all’elaborazione dell’ultima versione del Protocollo che ha ottimizzato gli interventi di prevenzione anticipata, stabilendo in dettaglio le procedure relative alle fasi operative di allerta, preallarme e allarme, ha garantito una più fluida metodologia di allertamento e comunicazione condivisa tra le Istituzioni e gli Enti gestori e/o proprietari degli edifici contenenti beni di valore storico, artistico e religioso e ha promosso un sistema coordinato e integrato di raccordo tra le parti.

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