Alessandro de’ Medici, “Il Principe maledetto”, intervista con Catherine Flechter

Firenze – Figlio illegittimo di  Lorenzo duca di  Urbino  e  di una donna di umile origine, una serva o forse una schiava,  Alessandro de’ Medici  a soli diciannove anni,  grazie  allo zio  papa  Clemente VII  e al sostegno di Carlo V,  diviene Signore di Firenze  e  poi il primo Duca della dinastia.

alessandro de' mediciL’abbattimento della  Repubblica e  l’instaurazione di un  regime assoluto  gli attirarono  l’avversione  di esponenti delle grandi famiglie fiorentine.  Il rischio di  attentati lo portò a inasprire i controlli e a instaurare un  regime  dai  più  definito tirannico, che non lo salvò da una  morte violenta.

Proprio il tentativo di   spiegare   i  motivi del suo assassinio  ha accentuato  la fama di tiranno che in realtà – lo vediamo  bene in questa recente biografia – non  fu diversa  da quella  di  molti altri Signori rinascimentali .

Alessandro  impersona  il  dark side  del  Rinascimento:  il libro di  Catherine Flechter    Il principe maledetto di  Firenze: la spettacolare vita e l’infido mondo di  Alessandro de Medici  (Newton Compton  2017)  ci   porta  negli  splendidi  Palazzi, nell’amenità delle   ville toscane ma anche nei   “vicoli insidiosi”  della città  e  nelle segrete stanze  della Corte papale.

Catherine Flechter  è una storica esperta in Rinascimento.Docente nell’Università di Swansea (Galles), ha collaborato con la British School di Roma e l’Istituto universitario europeo. Il suo precedente libro, The Divorce of Henry VIII, ha aperto nuove prospettive di conoscenza sul mondo della corte papale al tempo dei Tudor. In questo libro  ci fornisce anche  preziose e dettagliate descrizioni  dell’abbigliamento delle classi elevate,  dei cibi, delle  feste,  della  Corte medicea ove  il fasto  era un  formidabile  “instrumentum regni”.

Abbiamo rivolto all’autrice alcune domande  per un focus su alcuni punti –chiave  del  suo  libro

Dalla sua ampia ricerca  emerge un profilo nuovo di Alessando de’Medici.  Come lo può sintetizzare?

“Si era soliti  parlare di Alessandro nel contesto della caduta della repubblica fiorentina dopo l’assedio di 1530. Era lui il tiranno e ciò avveniva in parte perché le prime storie del suo regime  sono state  scritte dai suoi nemici. Dalle mie ricerche, invece, si vede Alessandro prima come figlio bastardo di secondo rango, poi (dopo il morte degli eredi legittimi dei Medici) come nipote ubbidiente  al capofamiglia Clemente VII e poi come leader sì  tirannico ma anche populista”.

Perché  allora  ha prevalso la  sua leggenda nera?  A chi faceva comodo?

“Conveniva agli interessi di suoi successori che potevano così incolpare lui per gli eccessi dei primi anni di ducato mediceo. Poi nel Novecento, nel contesto del cosiddetto ‘razzismo scientifico’, alcuni studiosi hanno trovato  un  legame tra la  voce  che la madre di Alessandro fosse  stata  schiava e ‘mezza-negra’ e il presunto carattere di Alessandro barbaro e tirannico”.

In che misura  il fasto di una Corte come quella medicea  era uno strumento  politico?

“Era certamente uno strumento politico. Bisogna ricordare che all’epoca la magnificenza fu considerata una ‘virtù sociale’ del  principe, e durante I suoi anni di potere Alessandro ha cominciato creare una corte veramente spettacolare. Lui, per esempio,  progettò  il trasloco della corte in Palazzo Vecchio che effettuò  poi il suo successore Cosimo I”.

A  Firenze e nelle altre Corti italiane   si  dava più importanza al fatto di essere figlio di una serva (schiava)  o al  colore della pelle?

“Nelle fonti si parla di più  del rango basso di sua madre e del suo status di serva o schiava (mancano i documenti che avrebbero precisato lo status). Ho trovato solo una fonte, pubblicata quasi trent’anni dopo la morte di Alessandro, che fa riferimento a sua madre come ‘mezza-negra’. Invece si può dire con certezza che la voce che lei fu schiava circolava durante la vita di Alessandro”.

Quanto influì nella  condotta  “tirannica”  di  Alessandro  il   dissidio  con  Ippolito  de’ Medici?

“Alessandro fu circondato da nemici, ed evidentemente alcune delle sue scelte avevano aspetti di auto-difesa (anche se questa non può essere una scusante per tutte le sue scelte) Da una parte c’erano contrapposizioni  politiche, oppositori  di qualsiasi governo dei Medici e dei  loro alleati. Poi  c’erano quelli della famiglia che si risentivano dell’ascesa di Alessandro  al  posto di eredi secondo loro più legittimi”.

Ci sono varie ipotesi sui motivi che spinsero Lorenzino de Medici ad assassinare il duca  Alessandro…  Lei per quale  propende?  

“Una questione molto difficile! Forse un certo senso di ingiustizia tra i rami della famiglia (c’era stata una lite sull’eredità). Forse una convinzione che la città sarebbe  stata meglio governata  come repubblica  che come principato. Forse un desiderio di  divenire famoso come un novo Bruto, ipotesi che   ha avuto successo nei secoli seguenti”.

Cosimo fu molto  perseverante  nel perseguire  Lorenzino in varie località d’Europa  perché tanta tenacia?

“Secondo le ricerche di Stefano dall’Aglio fu invece l’Imperatore Carlo V, suocero di Alessandro, che ha spinto la caccia di Lorenzino. Cosimo invece aveva bisogno di allearsi con   esponenti  del  partito mediceo che si erano opposti ad  Alessandro. Per questo una vendetta troppo forte contro Lorenzino non serviva”.

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