Albertina Soliani a capo del Cervi. I retroscena di un golpe bianco

Golpe democristiano nel Sacrario partigiano: mentre la sinistra radicale faceva terra bruciata attorno a Rossella Cantoni, il presidente provinciale Giammaria Manghi riusciva a piazzare ai vertici l’ex senatrice
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Un’immagine sepolcrale della Soliani mentre indugia meditabonda sul limitare di una tomba…

Avanti miei prodi in ordine sparso ma così senza una strategia comune: mentre la “sinistra radicale” faceva terra bruciata attorno alla trombanda Presidentessa del Cervi Rossella Cantoni, gli epigoni della Dc ormai ben camuffati nel Pd piazzavano un colpo da maestro.

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Rossella Cantoni con Giorgio Napolitano

Ovvero l’elezione della democristianissima (nei modi) Albertina Soliani, donna per tutte le stagioni grazie anche ad una pazienza ed un aplomb invidiabili, balzata anni fa agli onori della cronaca nazionale per la sua battaglia golosa, la famosa richiesta del gelato gratuito in una buvette del Senato evidentemente a corto di dolcezza e dessert vari.

D’accordo, la Soliani del Cervi era già vicepresidente (carica poco più che rappresentativa) ma vederla a capo dell’Istituto più resistenziale che si può, ultima propaggine dell’onore antifascista di un comunismo che fu, lei donna mite e decisamente più votata al cenobio che alle barricate, ha suscitato scalpore almeno in quelli che leggono tra le righe della velina di turno. Le sue quotazioni sono comunque risalite, nel gradimento dei “sinistri” per la presunta aggressione subita tre anni fa dalla senatrice ad opera di alcuni giovani di Casa Pound in quel di Parma.

Dal primo sindaco cattolico alla prima cattolica a dirigere il Sacrario della memoria partigiana, il passo è stato breve. I tempi maturi, o marci a seconda dei punti di vista. Fatto sta che la Soliani, nel bailamme generale anti-Cantoni è stata piazzata lì, lemme-lemme, dal presidente provinciale Giammaria Manghi, pacato e astuto sindaco di Poviglio prima che i “resistenti” di sempre opponessero appunto almeno un po’ di resistenza al tavolo della concertazione.

cerviLa Cantoni in questi ultimi tempi era caduta in disgrazia agli occhi dell’Anpi (per via di una manifestazione antigovernativa di qualche anno fa cui il Cervi non aveva aderito e più recentemente per la visita al Museo di Praticello da parte dell’allora candidato alla presidenza regionale Stefano Bonaccini) ma anche per la “famosa” polemica sul 25 aprile del 2013. Quando sia la Pro Loco di Gattatico che il circolo Arci “Fuori Orario” criticarono i cambiamenti voluti dalla presidente nella gestione specie economica. Quella della della festa più in della Liberazione italiana, la festa appunto dei Campi Rossi.

E così la Cantoni, che in verità in questi anni ha trasformato un mero Museo della memoria in qualcosa di più attivo e funzionale alla fruibilità e al ricordo moderni, si è inimicata i baluardi della sinistra sempre a sinistra di qualsiasi cosa: Anpi, Arci e pure  Pro Loco. Soggetti che magari avrebbero voluto un riposizionamento più consono, almeno dal loro punto di vista, del famoso Museo Cervi (in cui peraltro i discendenti dei sette fratelli uccisi dai fascisti non sono più rappresentati) e invece si ritrovano la cattolicissima Albertina Soliani. Dai Campi Rossi ai gelati bianchi.

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