Alberi e verde pubblico, tagliare e ripiantare non fa “pari”

Firenze – Un vero e proprio “ripensamento” per quanto riguarda il piano del verde del Comune, e, soprattutto, una pressante richiesta di rendere noto alla popolazione il piano degli abbattimenti, il metodo con cui vi si è giunti, le motivazioni. Più una lunga lettera di Italia Nostra che investe sia questioni tecniche che di partecipazione, con la citazione di articoli di legge e regolamenti. E il messaggio: tagliare ripiantare non fa “pari”. E’ questo in sintesi ciò che i consiglieri di Firenze riparte a Sinistra Tommaso Grassi, Silvia Noferi del Movimento 5 Stelle e Miriam Amato di Alternativa Libera hanno spiegato in un incontro con la stampa. Un incontro cui ha preso parte anche l’associazione ambientalista Italia Nostra, che ha inoltre chiesto, chiaro e tondo, la moratoria degli abbattimenti.

“La questione tocca vari profili – dice Maria Rita Signorini, presidente di Italia Nostra Toscana – di cui dà conto la lunga e dettagliata lettera che abbiamo portato all’attenzione del sindaco Nardella. In sintesi, per quanto riguarda la necessità della comunicazione e della partecipazione democratica, si trova nelle linee guida del Ministero, sottoscritte anche dal Comune di Firenze, punto che tuttavia ha completamente disatteso: comunicazione e processo partecipativo non sono stati attuati. Per quanto riguarda il metodo, sono stati abbattuti anche alberi sani e alberi giovani, il che può costituire un danno erariale. Ancora, non c’è la sommatoria di tutti gli alberi che verranno abbattuti perché si trovano in due capitoli diversi: da un lato nel verde pubblico, dall’altro negli abbattimenti per lavori (es. tramvia). Alla fine, chiediamo, qual è il saldo reale di alberi abbattuti di grandi dimensioni e con una capacità di stoccaggio dell’anidride carbonica assai superiore di quelli che verranno ripiantati? Sul punto, basti solo pensare che un pero calleriana (i peri cinesi) assorbono 400 chili di C02 in un anno, quando sono adulti, al posto dei 3.700 chili di C02 che filtravano gli ippocastani abbattuti di viale Corsica. Sia viale Corsica che altri viali sono considerati “corridoi ecologici” dallo stesso piano strutturale. In viale Corsica è prevista anche una pista ciclabile. E dunque, le piante nuove dove le ripiantano? Si tratta di piante che non avranno futuro, in quanto se si programmano lavori addosso alle nuove alberature, si creano i presupposti di un prossimo abbattimento. Dall’Università si  obietta che quando si abbattono gli alberi in un viale e se ne ripiantano nuovi, il risultato è migliore, in quanto tutti gli alberi sono uguali. Ma il principio è opinabile: intanto per una questione soggettiva come è l’estetica, poi perché l’occhio umano coglie l’insieme. Ma se non c’è più niente, se c’è tabula rasa? …”. Anche dal punto di vista tecnico, incalza Signorini, il bilancio ambientale è assolutamente negativo. Dunque, ecco le richieste che Italia Nostra rivolge al Comune: “moratoria degli abbattimenti in corso e previsti per i prossimi mesi; attuazione vera degli strumenti di trasparenza degli atti relativi alla gestione del verde urbano e anche il ripristino dell’albo pretorio on line dove siano riportati tutti gli atti relativi a interventi di abbattimento alberi;  apertura di un tavolo tecnico con rappresentanti di tutte le Associazioni ambientaliste e dei cittadini al quale illustrare – qualora esistesse – il piano delle sostituzioni, dei reimpianti e relativi progetti”.

Una linea, quella di Italia Nostra, che vede concordi tutti e tre i consiglieri, che fanno sapere di aver ribadito nella conferenza dei capigruppo di oggi, la necessità di una comunicazione ufficiale dell’assessora Bettini in Consiglio comunale. Silvia Noferi, M5S, pone anche la questione del paesaggio come bene comune tutelato dalla Costituzione, cui l’amministrazione, impegnata a creare una “percezione spaziale di maestosità” non presta cura e attenzione, procedendo a “tagli di alberi sani” senza contare che “Anche gli alberi, come i monumenti, sono testimoni viventi della memoria collettiva e ogni intervento dovrebbe essere fatto in modo scalare nel tempo preservando gli esemplari sani. Abbiamo anche inviato a UNESCO Parigi una richiesta di informazioni per capire se sono stati informati”.

Se l’abbattimento delle piante malate – aggiunge Grassi, FrS  – è senz’altro compito del Comune, lo è anche la manutenzione degli alberi “ che negli ultimi anni tra capitozzature e potature mal realizzate possono essere stati compromessi nella stabilità e nella salute. Indipendentemente dai risvolti giudiziari che la vicenda potrebbe assumere, a noi preoccupa l’aspetto politico: si preferisce il risparmio economico all’impegno sul monitoraggio, si preferisce tagliare e ripiantare che conservare le alberature sane con la paura che possano creare danni. Sorprende che una amministrazione capace di comunicare come quella di Nardella abbia preferito operare senza informare preventivamente e adeguatamente la cittadinanza”.

“Questo modo di operare da parte dell’amministrazione – conclude Miriam Amato di Alternativa Libera – non può che incrinare il rapporto di fiducia con i cittadini. E’ inaccettabile apprendere che chi ha difeso il patrimonio pubblico, sia stato denunciato, considerato che le informazioni da parte dell’amministrazione sono state carenti, sia per quanto concerne lo stato di salute degli alberi che gli stessi criteri adottati. Se c’è un progetto per il verde pubblico deve essere presentato e condiviso con la cittadinanza, come richiesto dai comitati cittadini e da una mia mozione”.

 

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