Forse, un giorno non lontano si tornerà tutti quanti ai balli di gruppo, Lambada, Meneito, oppure al Calippo, alla Ferrochina Bisleri, agli spallotti; al momento, la moda che impazza – e non accenna a diminuire – è quella del massacro della Pubblica Amministrazione, diretta da testimonial d’eccezione che paiono non tramontare mai: Pietro Ichino, sopravvissuto a più di una stagione Autunno Caldo – Inverno Semifreddo, il Prode Brunetta, ai quali si affianca ora il Ministro Madia che, in assenza di un qualsivoglia altro argomento, tira fuori il refrain dei Fannulloni, che tanto macina sempre consensi in una Italia in cui più uno non ha voglia di fare una cippa, più lamenta che i soldi delle tasse che si imbosca in mille rivoli vadano sprecati per pagare gente che non lavora. Il tutto orchestrato dai soliti noti che hanno ogni interesse ad affossare gli ex servizi dati in gestione pubblica e quelli ancora pericolanti ma in piedi, pronti, per se stessi, per parenti, amici e semplici simpatizzanti, ad intervenire negli investimenti di pacchetti azionari di nuove S.p.A., Cooperative, Consociate, Consortili e Compagnia Cantante che si rendono necessarie a questo punto, e con l’accompagnamento dell’Informazione tutta che, pur di vendere trecento copie in più al giorno, è dispostissima a mettere in prima pagina tette, culi e ufo che nemmeno i giornaletti scandalistici buonanima.
Eppure, il cittadino, posto che poi esista veramente, dovrebbe essersi accorto di una qualche piccola contrazione dei servizi, in questi anni. Eppure, si dirà il cittadino – sempre quell’ipotetica – i dipendenti della P.A. sono sempre calati e le spese relative sono in calo da oltre 20 anni (siamo oggi al livello degli anni ’60), mentre la spesa pubblica al contrario è esplosa. Ma a quanto pare la verità non basta averla davanti agli occhi per vederla, e non è sufficiente neppure essere da essa piallati al suolo a mo’ di compressore stradale; così, mentre gli interinali, i voucher, i cooperatori da Terzo Mondo, i finti volontari ed i maghi del Sine Qua Non (siamo qua noi) avanzano facendosi dietro terra bruciata, stiamo qui a discettare sui vantaggi che verranno dall’eliminazione delle Province (nessuno) e sui malandrini romani assenteisti. Assenteisti che, come valutato facilmente anche da chi è chiamato a gestire questi problemi – vedi, su tutti, Daniele Fortini, di AMA a suo tempo per quelli inerenti i rifiuti – sono superiori alla media nazionale, e perciò strani. Lo stesso Fortini, arrivato a Roma dal napoletano, osservava come un simile fenomeno non si potesse spiegare in termini di malavoglia, ma doveva per forza derivare da una cattiva gestione, da un sistema fallace messo in piedi ed alimentato dai dirigenti in essere. Che sorpresa, signora mia. Come dire: se a Roma Municipale, ATAC, AMA e molti altri fanno registrare assenze superiori alla media forse è che fanno un lavoro orrendo e mal diretto. E mica solo a Roma, magari.
Forse, sarebbe anche da dire che quelli oggi sotto battuta sono servizi mal gestiti e abbandonati a se stessi, con contratti capestro che in forza di paghe risibili dovrebbero obbligare ad un impegno deamicisiano, del tipo che nessuno di coloro che gridano allo scandalo sarebbe mai disposto ad offrire: sportellisti a 1100 Euro per tutta la vita, passeggiatori di marciapiedi senza speranza e senza orari, separatori di differenziata dai 900 ai 1300, tutta gente che francamente non sorprende cerchi tutti gli escamotage per dileguarsi da una situazione poco gradevole. Con buona pace dei tanti giustizialisti che dopo aver dato il sangue per la Patria nei vari settori del privato sono stati lasciati a casa con un sms, e presso i quali, nonostante la paura di perdere il posto di lavoro, l’assenteismo, contro il 20% medio del Pubblico Impiego, è ad un concreto 13%: solo 7 punti tra Inferno e Paradiso? Davvero pochini per ergersi a difensori della dignità e dei valori.
Eppure, il cittadino, posto che poi esista veramente, dovrebbe essersi accorto di una qualche piccola contrazione dei servizi, in questi anni. Eppure, si dirà il cittadino – sempre quell’ipotetica – i dipendenti della P.A. sono sempre calati e le spese relative sono in calo da oltre 20 anni (siamo oggi al livello degli anni ’60), mentre la spesa pubblica al contrario è esplosa. Ma a quanto pare la verità non basta averla davanti agli occhi per vederla, e non è sufficiente neppure essere da essa piallati al suolo a mo’ di compressore stradale; così, mentre gli interinali, i voucher, i cooperatori da Terzo Mondo, i finti volontari ed i maghi del Sine Qua Non (siamo qua noi) avanzano facendosi dietro terra bruciata, stiamo qui a discettare sui vantaggi che verranno dall’eliminazione delle Province (nessuno) e sui malandrini romani assenteisti. Assenteisti che, come valutato facilmente anche da chi è chiamato a gestire questi problemi – vedi, su tutti, Daniele Fortini, di AMA a suo tempo per quelli inerenti i rifiuti – sono superiori alla media nazionale, e perciò strani. Lo stesso Fortini, arrivato a Roma dal napoletano, osservava come un simile fenomeno non si potesse spiegare in termini di malavoglia, ma doveva per forza derivare da una cattiva gestione, da un sistema fallace messo in piedi ed alimentato dai dirigenti in essere. Che sorpresa, signora mia. Come dire: se a Roma Municipale, ATAC, AMA e molti altri fanno registrare assenze superiori alla media forse è che fanno un lavoro orrendo e mal diretto. E mica solo a Roma, magari.
Forse, sarebbe anche da dire che quelli oggi sotto battuta sono servizi mal gestiti e abbandonati a se stessi, con contratti capestro che in forza di paghe risibili dovrebbero obbligare ad un impegno deamicisiano, del tipo che nessuno di coloro che gridano allo scandalo sarebbe mai disposto ad offrire: sportellisti a 1100 Euro per tutta la vita, passeggiatori di marciapiedi senza speranza e senza orari, separatori di differenziata dai 900 ai 1300, tutta gente che francamente non sorprende cerchi tutti gli escamotage per dileguarsi da una situazione poco gradevole. Con buona pace dei tanti giustizialisti che dopo aver dato il sangue per la Patria nei vari settori del privato sono stati lasciati a casa con un sms, e presso i quali, nonostante la paura di perdere il posto di lavoro, l’assenteismo, contro il 20% medio del Pubblico Impiego, è ad un concreto 13%: solo 7 punti tra Inferno e Paradiso? Davvero pochini per ergersi a difensori della dignità e dei valori.