Firenze – Appuntamento il 22 maggio con la prima de “La battaglia di Legnano” di Giuseppe Verdi (repliche il 25, 27 e 31 maggio), seconda opera in programma al LXXXI Maggio Musicale, composta da Verdi in un momento di grande fermento patriottico, fu rappresentata per la prima volta il 27 gennaio 1849 al Teatro Argentina di Roma.
Il nuovo allestimento fiorentino vede sul podio il maestro Renato Palumbo, mentre la regia è affidata a Marco Tullio Giordana, già vincitore di quattro David di Donatello, che dopo quasi trenta anni torna a confrontarsi con l’opera lirica (nel 1990 firmò la regia dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti per il Teatro Verdi di Trieste).
Tragedia lirica in quattro parti su libretto di Salvadore Cammarano, La battaglia di Legnano segna il momento di maggior consonanza tra Verdi e gli ideali risorgimentali del suo tempo; la composizione risale infatti al 1848, anno cruciale per il Paese sconvolto da tensioni politiche e moti insurrezionali.
La vicenda dell’opera, ispirata alla tragedia di Joseph Méry La Bataille de Toulose, si svolge nel 1176: le truppe di Federico Barbarossa stanno per invadere Milano ma la strenua e coraggiosa resistenza opposta dai Comuni lombardi riesce a sconfiggere l’imperatore tedesco a Legnano. Verdi chiede al suo librettista versi forti ed energici che esprimano al meglio i sentimenti di rabbia e insofferenza del popolo soggiogato dallo straniero e Cammarano non si tira indietro, confezionando un libretto dove sono esaltati valori quali la libertà, l’amor di Patria, il coraggio.
La Battaglia di Legnano debutta il 27 gennaio 1849 al Teatro Argentina di Roma ed è subito un trionfo. La tinta patriottica dell’opera funge da perfetto pendant alle aspirazioni rivoluzionarie del pubblico dell’epoca, che pochi giorni dopo avrebbe festeggiato la proclamazione della Repubblica romana.
Strutturata in quattro parti dal titolo descrittivo – Egli vive!, Barbarossa, L’infamia, Morire per la Patria! – l’opera presenta in realtà un doppio argomento: da un lato il tema patriottico, dall’altro un tormentato triangolo amoroso. Nell’ampia cornice storica costellata di giuramenti solenni, cori marziali, baldanzose fanfare e preghiere collettive si consumano infatti le vicende personali di una donna, Lida, divisa tra l’amore per l’ex fidanzato creduto morto in battaglia e l’affetto per il marito, del valoroso guerriero Arrigo, animato parimenti dall’amor di Patria e dal risentimento nei confronti di Lida, e di Rolando, marito accecato dalla gelosia perché ignaro dell’antico legame tra la moglie e l’amico.
Non a caso, tra i brani più apprezzati, oltre alla sinfonia iniziale con il motivo del coro della Lega Lombarda in primo piano (“Viva l’Italia! sacro un patto tutti stringe i figli suoi”), spiccano l’animato duetto Arrigo-Lida nel I atto, il coro di giuramento dei Cavalieri della Morte nei sotterranei di Sant’Ambrogio all’inizio del III atto, l’accorato recitativo di Lida, sempre nel III atto, e la preghiera all’inizio del IV atto, in cui il compositore unisce il canto liturgico dei preti in Sant’Ambrogio, il corale dei milanesi riuniti dinanzi alla chiesa e il canto agitato di Lida, preoccupata per la sorte dei due uomini che le turbano cuore. Dramma di personaggi e non solo dramma della nazione, La battaglia di Legnano mostra dunque un Verdi sempre più esperto nel realizzare importanti scene di massa ma anche nell’approfondire la psicologia dei suoi personaggi.