L'iniziativa parte proprio dal Bargello, per rievocare il clima ostile nel quale è germogliato il capolavoro di Machiavelli, tra le macerie del governo repubblicano e la restaurazione medicea. Niccolò Machiavelli viene arrestato il 19 febbraio 1513, il bando di cattura fu emesso in seguito all'accusa mossagli, di appartenere ad un gruppo di congiuranti anti-medicei. Grazie al lavoro del professor Milner, docente e ricercatore dell'università di Harvard, è stato possibile ricostruire cinquanta tappe del percorso compiuto dai sei banditori che, girando per Firenze, recitavano il severissimo proclama di volontà di cattura del Machiavelli.
Il comitato per i cinquecento anni de "Il principe", ha quindi deciso di mettere in scena una rievocazione di tali fatti, poiché fu proprio questo evento che mutò la vita del Machiavelli in modo indelebile e se pur nefasto per l'autore, costituì l'humus fertile de "Il principe". Come per Dante l'esilio, così per Machiavelli la prigionia e l'isolamento, contribuirono a dar vita a due dei più alti risultati che l'intelletto umano abbia mai prodotto. Non è sorprendente che oggi "Il principe" sia uno dei testi più tradotti al mondo.
“La stesura de “Il Principe” assicurò a Machiavelli una fama mondiale imperitura, che a distanza di 500 anni ne fa ancora uno dei libri italiani più tradotti nel mondo” ha detto Valdo Spini, presidente del Comitato per le celebrazioni. Dal canto suo l’assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Sergio Givone si è collegato al concetto di “fortuna” in Machiavelli, per sottolinearne l’attualità.
L'appuntamento per la rievocazione è fissato per il 19 febbraio alle ore 15:30 con partenza dal Palagio di Parte guelfa.