Innovazione, Valmet Tissue Converting lancia la sfida al futuro

Intervista a Gianfranco Agnusdei, Vice President Sales, Marketing & Services
Il Vicepresident Sales Marketing Customer Service, dottor Gianfranco Agnusdei

Valmet Tissue Converting, precedentemente conosciuta come Fabio Perini, è una delle
realtà economiche più radicate e interessanti della Valle della Carta di Lucca, un’area
ben precisa della Lucchesia, che gode di notevole prestigio in Italia. La realtà produttiva, a seguito della recente acquisizione da parte di Valmet – leader mondiale nello sviluppo e nella fornitura di tecnologie di processo, automazione e servizi per l’industria della cellulosa, della carta e dell’energia – ha rafforzato la sua posizione competitiva, grazie all’integrazione fra produzione e trasformazione della carta. Tecnologia, sostenibilità e la valorizzazione delle persone rappresentano, infatti, i principi cardine di questa eccellenza industriale. In intervista Gianfranco Agnusdei, Vice President Sales, Marketing & Services di Valmet spiega come questi fattori siano alla base del successo e della continua crescita dell’azienda.

Una lunga storia e un presente in attacco rispetto al futuro. Qual è esattamente la
vostra attività e il vostro radicamento in Italia e in particolare in Toscana?

“Le attività industriali di Tissue Converting, radicate in Toscana da decenni, hanno
attraversato diverse fasi di sviluppo: inizialmente sotto la guida di Fabio Perini, fondatore dell’azienda nel 1966, poi, dal 1994, con il gruppo tedesco Körber, e infine, dal novembre 2023, come parte di Valmet. Questo percorso sottolinea il legame profondo con il territorio della Toscana e riflette anche il nostro dna tecnologico, in grado di ridefinire gli standard nel settore della trasformazione della carta. Il nostro business consiste infatti nella produzione di macchinari per la trasformazione e packaging della carta tissue. Sono tre le sedi principali in Italia: la prima a Mugnano, Lucca, dove nasce e si sviluppa la tecnologia delle macchine per la trasformazione di rotoli asciugatutto, carta igienica e industriali, la seconda a Porcari (LU), che si occupa della produzione di macchine dedicate all’interfogliato, ovvero veline e tovaglioli e una terza a Calderara di Reno, in provincia di Bologna, dedicata ai macchinari per il confezionamento, anche in carta che, in sostituzione al polietilene, rappresenta una
valida alternativa per la Grande Distribuzione Organizzata, all’insegna di una superiore
sostenibilità”.


Perché Valmet vi ha acquisito?

“Valmet è un gruppo specializzato nello sviluppo di tecnologie di processo e macchinari destinati a diverse applicazioni industriali, quali la produzione della carta tissue e del cartone, automazione industriale e la produzione di polpa. Sono questi i settori industriali in cui opera Valmet, che ha raggiunto nel 2023 un fatturato netto di 5,5 miliardi di euro. L‘interesse per il Tissue Converting è evidente dal momento che la realizzazione di macchine per la carta che trasformano le grandi bobine di carta in prodotti finiti, si inserisce perfettamente nella value chain del Gruppo”.

Un’acquisizione che in un certo senso si potrebbe dire strategica?

“Con questa acquisizione, Valmet completa la catena del valore in ambito Tissue e si propone in qualità di unico interlocutore tecnologico per convertire la fibra di cellulosa in prodotto finito. Valmet rappresenta infatti ad oggi il solo player in grado di proporre questo tipo di soluzione end to end: dalla materia prima al prodotto finito, fino allo scaffale. Il valore aggiunto di Valmet Tissue Converting è costituito da un’indiscussa leadership tecnologica in termini di efficienza e gestione dei processi. L’acquisizione rende ancora più evidente l’approccio strategico di Valmet, soprattutto dal punto di vista del cliente che può affidarsi al Gruppo per l’intero progetto consegnato chiavi in mano”.

La vostra tecnologia prevede l’impiego dell’AI?

“Certo. L’intelligenza Artificiale è ormai parte integrante della nostra innovazione. Valmet utilizza già l’AI per ottimizzare l’efficienza dei processi e supportare gli operatori di linea. Un esempio concreto è rappresentato da FactoryPal, una soluzione digitale avanzata che grazie all’intelligenza artificiale e al machine learning assiste gli operatori nella gestione dei parametri di funzionamento dei macchinari, suggerendo come impostarli al meglio per massimizzare l’efficienza in base al prodotto finale. FactoryPal auto-apprende e migliora con il tempo: man mano che la produzione aumenta, acquisisce dati e restituisce informazioni sempre maggiori e più precise. Questa tecnologia rappresenta una nuova frontiera che conferma la leadership di Valmet nello sviluppo soluzioni avanzate”.

Ma l’acquisizione da parte di Valmet come si esplica sull’attività della Tissue
Converting?

“Finora si è parlato di acquisizione, ma in realtà ciò che ad oggi stiamo conducendo è una vera e propria integrazione, tra il processo di produzione della carta, realizzato con le macchine “continue” e il processo di trasformazione della carta, possibile grazie agli impianti proposti da Valmet Tissue Converting”.

La Valmet Tissue Converting è una realtà solo italiana?

“Abbiamo stabilimenti produttivi in Brasile, in Cina, una filiale di distribuzione molto importante a Green Bay, nel Wisconsin, e una in Giappone, oltre a una considerevole
presenza in Italia con i tre stabilimenti in cui collaborano 650 dipendenti”.

Alla luce delle difficoltà dovute a tentativi di dazi o altri provvedimenti nei confronti della Cina, le chiederei una riflessione su questo mercato.

“Si tratta di un’area strategica non solo dal punto di vista di business, ma anche in termini di produzione per cui abbiamo un sito in grado di soddisfare pienamente sia le esigenze del mercato cinese sia dell’Asia Pacifica e Medio Oriente, regioni sempre più centrali per la crescita economica globale”.

Al di là degli assetti economico-politici mondiali, su cui è difficile fare previsioni,
quanto è importante la Cina per Valmet?

“Per quanto riguarda Valmet come gruppo, la Cina rappresenta una realtà importantissima, sia dal punto di vista dell’organizzazione, con più di 2.500 persone Valmet in loco”.

Passando ad un altro grande tema, ormai imprescindibile per ogni realtà industriale, quello della sostenibilità, il primo dato è che il gruppo punta molto su questo valore. Può spiegarci quali sono le azioni e magari i progetti intrapresi?

“Per noi, il concetto è: ” sostenibilità a 360°” che è da sempre un principio cardine delle attività aziendali, a partire dai processi interni e dai piccoli gesti, quali riduzione degli sprechi e gestione responsabile delle risorse, fino all’innovazione sostenibile in termini di tecnologia e servizi. Una filosofia in linea con i valori di Valmet, che da sempre persegue una strategia molto chiara, con obiettivi sfidanti in termini di sostenibilità, tra cui il conseguimento di una totale carbon neutrality entro il 2030″.

E nel quotidiano delle aziende?

“Ad oggi, gran parte delle nostre soluzioni di Ricerca & Sviluppo hanno l’obiettivo di offrire al cliente prodotti finiti e tecnologie sostenibili. Un esempio, in tal senso, è il nuovo packaging realizzato in carta riciclabile in sostituzione al polietilene (plastica), che minimizza anche l’utilizzo di colla. Un’altra strategia di sostenibilità è rappresentata dalla scelta di realizzare rotoli senza anima interne di cartone, completamente utilizzabili dall’inizio alla fine e senza scarti. Inoltre, un aspetto su cui ci sono importanti investimenti è l’efficientamento energetico della produzione per una riduzione dei consumi energetici di oltre il 30%. L’ultimo esempio in ordine cronologico è l’installazione di oltre mille pannelli solari sul tetto dello stabilimento di Bologna, che soddisfano il 75% del fabbisogno energetico del sito produttivo. Tutti questi risultati sono misurabili e hanno permesso a Valmet di ottenere prestigiose certificazioni”.

Un elemento in questo momento fondamentale è il lavoro. A quanta gente date lavoro, in Italia?

“Dal punto di vista occupazionale Valmet conta globalmente circa 20mila dipendenti, di cui 1100 nel segmento del Tissue Converting, con ben 650 risorse impiegate nei tre stabilimenti italiani di Mugnano, Porcari e Calderara di Reno. Queste cifre confermano come la Tissue Valley di Lucca costituisca il cuore pulsante della trasformazione della carta a livello internazionale. Con uno sguardo rivolto al futuro, Valmet ha scelto di investire e crescere in Toscana per cui oggi sta ricercando per le due sedi di Mugnano e Porcari, 13 nuove figure professionali. In conclusione, l’eccellenza di Valmet nella produzione della carta si è unita all’eccellenza del Tissue Converting e insieme stiamo disegnando il futuro di questo settore”..

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