Agromafie, Rossi: “Sanzioni a imprenditori che utilizzano lavoro sfruttato”

Firenze – “Dobbiamo impedire che il caporalato si radichi anche in Toscana. Molte proposte di legge in attesa di esame da parte dell’aula prevedono inasprimento di pene per i caporali, ma non basta. E’ arrivato il momento di chiamare in causa anche gli imprenditori che devono controllare chi lavora per loro, evitando di utilizzare operai sfruttati brutalmente dalla criminalità. La  mia proposta è che a questi imprenditori si blocchino per alcuni anni i fondi europei”.

Lo ha detto il presidente della Toscana, Enrico Rossi, nella conclusioni all’iniziativa di presentazione del quarto rapporto sulle agromafie predisposto dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, illustrato oggi pomeriggio a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione.    

“L’Europa che tutto norma – ha precisato Rossi – dalla compatibilità ambientale, alla tutela della salute al benessere animale nel caso di sfruttamento del lavoro non prevede assolutamente nulla.
Ho fatto alla Ue una proposta in tal senso e spero mi venga data presto una risposta. Lo ripeto: deve esserci una penalizzazione per quell’imprenditore che si avvale di lavoro sfruttato. Non può cavarsela dicendo di non sapere”.

Il presidente ha osservato poi come le agromafie procurino un danno di immagine enorme per una Regione che fa della qualità il suo tratto distintivo, invitando a stare molto attenti perché se è vero che la Toscana è ancora la regione della qualità e della misura, è vero anche che è attraversata da tutti i fenomeni negativi del mondo globalizzato.

“Registro un forte impegno – ha aggiunto il presidente – da parte delle forze dell’ordine nel controllo e nella repressione dell’illegalità, ma non voglio che si sottovalutino i fenomeni criminali. Non possiamo stare solo a guardare. Le istituzioni devono reagire e così gli stessi cittadini per aiutare a combattere questi fenomeni”.

Rispondendo ad una domanda sull’utilizzo dei beni sequestrati ai mafiosi, Rossi ha detto che “nel caso della tenuta agricola di Suvignano, nel senese, da parte dello Stato centrale non c’è una risposta adeguata”.

Ha annunciato che la Regione prossimamente adotterà un’altra delibera per favorire lo sblocco della situazione e ha aggiunto di sperare che “dopo quattro anni si arrivi ad assegnare a forze sociali, a giovani, a cooperative o società quei terreni perché li rendano produttivi. Mi auguro che il Ministero di grazia e giustizia e con quello degli interni riescano presto a risolvere il problema”.

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