Firenze – Le varietà a rischio estinzione possono rappresentare una occasione di sviluppo per l’agricoltura toscana. Sono oltre 751 su un totale di 877 le varietà di frutta, ortaggi, cereali, foraggi ‘autoctoni’ e di razze animali che rischiavano di scomparire e che sono state mantenute in vita grazie al sistema di salvaguardia della agrobiodiversità agricola della Regione Toscana (legge regionale 64/2004) basato sulla sapiente azione dei Coltivatori Custodi e sulla ‘Banca del Germoplasma’.
La Regione Toscana intende ora promuovere il possibile rilancio nel sistema produttivo di molte di queste risorse anche attraverso la riedizione della Mostra Mercato del Coltivatore Custode, che si terrà nella tenuta di Alberese, al Granaio Lorenese, dal 14 al 16 Settembre. Contestualmente la Banca regionale del Germoplasma allestir&ag rave; anche una mostra pomologica di frutti antichi della Garfagnana e del Casentino. Verranno presentati alcuni Progetti Integrati di Filiera che hanno avuto per oggetto studi sulla trasformazione e modalità di valorizzazione di varietà locali toscane.
La visita della ‘Mostra Mercato del Coltivatore Custode’ sarà libera e gratuita e comprenderà anche la partecipazione ad eventi collaterali, come la dimostrazione pratica del lavoro tradizionale dei Butteri, con sbrancamento della mandria di bovini e doma del puledro (sabato 15 alle ore 10); oppure il racconto della storia e delle origini della tenuta di Alberese, con riflessioni sul suo presente e sul futuro (sabato 15 alle ore 15.30); o, ancora, la visita della Selleria, con focus sulle tecniche di allevamento dei cavalli allo stato brado e dei bovini di razza maremmana (domenica 16).
L’evento rappresenterà anche l’occasione per presentare al pubblico le attività ed i prodotti dei Coltivatori Custodi e far nascere circuiti locali di produzione e consumo. A questo scopo venerdì 14 Settembre alle 15 sarà organizzato anche un workshop dal titolo “Azioni per animare l’agrobiodiversità toscana: Hub, rete di imprese e altro”.
Che cos’è l’agrobiodiversità
L’agrobiodiversità è un sottoinsieme del più grande tema della biodiversità e riguarda in modo specifico le varietà vegetali e le razze animali, coltivate o allevate e il territorio ad esse legato. Questo tema è venuto alla ribalta perché la diversità della natura coltivata o allevata è stata messa a rischio dall’industrializzazione dell’agricoltura. La spinta alla massima produttività delle colture ha infatti richiesto la selezione e la diffusione di cultivar uniformi e standardizzate sia a livello delle sementi che del loro metodo di coltivazione. Il lavoro su questo tema è cominciato in Toscana nel 1997, con una specifica legge regionale (la 50/97) sulla tutela delle risorse genetiche autoctone locali, che nel 2004, è stata modificata e sostituita dalla 64/2004 su ‘Tutela e valorizzazione del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale’, legge per la quale la Regione Toscana ha ricevuto nel 2010 una menzione d’onore dal World Future Council (fondazione impegnata sul fronte dell’individuazione e sostegno alle migliori politiche sostenibili e rispettose dei diritti universali).
La Toscana e la conservazione delle sue risorse genetiche
Attualmente sono iscritte al repertorio della Regione Toscana 877 risorse genetiche: 578 di specie legnose e da frutto, 138 erbacee, 114 specie ornamentali e da fiore, 25 di interesse forestale. Infine 24 sono le risorse genetiche animali. Di queste 877 ben 751 sono considerate a rischio di estinzione. Per mantenerle in vita da oltre 20 anni esiste una rete di protezione formata da quasi 200 coltivatori custodi, il cui impegno consiste nel mantenimento in purezza di queste varietà e da alcuni nodi di riferimento, le cosiddette banche del germoplasma: sono ben 9 in Toscana e in queste si garantisce la conservazione di tutte le varietà.