Agricoltura toscana, 3 sfide: reddito, sostegno alle imprese, sistema-territorio efficiente

Firenze –  La Conferenza regionale Cia dell’agricoltura e sviluppo rurale Pac post 2020, in corso in sala Pegaso della Regione Toscana, in piazza Duomo a Firenze, ha messo sul tavolo una sfida a tre punte: reddito, sostegno alle imprese, efficienza e competitività del sistema-territorio. 

Che la Toscana rappresenti e debba continuare a rappresentare un esempio di “buone prassi” nel campo delle politiche agricole e di sviluppo delle aree rurali è fuori di dubbio, come dice il presidente Cia Agricoltori italiani Toscana  Luca Brunelli; eppure non basta. “Ce la possiamo fare solo se affrontiamo i problemi dell’agricoltura e delle aree rurali con impegni che vanno oltre la Pac (Politica agricole comune) ed il Psr (Piano sviluppo rurale); solo se nel nostro paese riparte una stagione di investimenti diffusi nei territori, che rivitalizzino le aree rurali sotto il profilo strutturale, infrastrutturale e dei servizi. Ma anche un un’alleanza strategica tra mondo dell’impresa ed istituzioni, puntando sull’innovazione, sui sistemi a rete, sulla riqualificazione del sistema amministrativo, sulla sussidiarietà”.

ciatoscana_filippolegnaioli_400x400Così, aspettando la Conferenza dell’agricoltura di Lucca della prossima settima, 5-6 aprile, che per la Cia rappresenta un passaggio essenziale per rilanciare il tema del rapporto tra agricoltura e politiche di sviluppo delle aree rurali, questa mattina è stato fatto il punto sulle cose da fare con urgenza. Il primo passaggio è quello del reddito: “La competitività delle imprese e del territorio – ha sottolineato Filippo Legnaioli, vicepresidente Cia Toscana – è l’unica strada di sopravvivenza per le aree rurali: non basta ribadire il valore del modello di sviluppo rurale di qualità della Toscana; se non si rilancia la competitività, si rischia di essere velocemente surclassati da altre realtà produttive agricole”. La ricetta, per arrivare ad una redditività accettabile secondo la Cia Toscana, comprende “aggregazione, un’economia di scala, strategie commerciali di promozione dell’agroalimentare e una migliore valorizzazione economica e sociale dei territori”.

Un ambito in cui la nuova Pac potrebbe essere un fondamentale strumento di sostegno all’impresa ed al presidio del territorio: “L’agricoltura toscana ha da sempre svolto un ruolo da protagonista nel coniugare agricoltura e ambiente – è il commento di Enrico Rabazzi, vicepresidente vicario di Cia Toscana – ed è in prima linea nella sfida dell’innovazione. Ma non è più accettabile una Pac che, di fatto, penalizza fortemente i territori che maggiormente contribuiscono al presidio ambientale ed allo sviluppo sostenibile. Per questo occorre rilanciare la Pac mantenendo l’attuale budget finanziario, anche in considerazione che non è solo una politica di settore ma puntando ad un cambiamento radicale di indirizzo”.

Dunque, ciò che serve secondo la Cia Toscana è una ” Pac innovata, dinamica, in grado di allargare la platea dei beneficiari, superando le rendite di posizione, nel 1° pilastro come nel Psr, e di sostenere la diffusione delle conoscenze e dell’innovazione”. Una Pac effettivamente semplificata per gli agricoltori, con norme ed adempimenti proporzionati alle diverse attività e rischi, a partire dalla eco-condizionalità.

Ma ancora non basta. Serve infatti anche un sistema-territorio efficiente e competitivo: “L’efficienza, la competitività e la qualità della vita del territorio, infatti, sono punti strategici per la sua valorizzazione, identità ed affermazione. Un nuovo dinamismo dei territori e delle istituzioni locali, a partire dalla loro interlocuzione positiva con il sistema delle imprese; ma anche un sistema amministrativo efficiente”.

Se tutto sommato sul piano delle politiche è emerso un certo riconoscimento nei confronti dell’impegno del Governo e del Ministro su alcuni temi specifici (la tutela delle produzioni e delle filiere, le norme sul caporalato, alcuni sgravi fiscali), il quadro complessivo è tuttavia più spine che rose, dal momento che si stigmatizza un atteggiamento “in continuità con delle politiche basate su un taglio della spesa pubblica “lineare” e devastante (basti pensare all’annullamento del PAR). Le politiche agricole non possono essere solo PSR”. Altro aspetto non proprio positivo è quello delle grandi emergenze, settore in cui, dicono gli agricoltori, “no ci sono adeguate risposte, in termini di politiche e di risorse: su temi come calamità e cambiamento climatico, ungulati e L. 157, piano lupo, ad esempio”.

Analizzando il ruolo della Regione, emerge l’apprezzamento per l’attenzione mostrata all’agricoltura ed alle aree rurali. Lo stesso PRS, recentemente approvato, conferma il ruolo strategico dell’agricoltura e delle aree rurali per lo sviluppo economico e sociale della Toscana.

“La Regione Toscana, negli anni scorsi, ha messo in campo un’azione legislativa importante, attraverso percorsi partecipativi e di condivisione non comuni nel contesto politico generale: dalla disciplina urbanistica al tanto discusso piano paesaggistico; dalla Legge obiettivo sul riequilibrio faunistico alle norme sulla multifunzionalità (agriturismo, agricoltura sociale, bonifiche)”, si legge nella nota dell’associazione, ma rimangono le difficoltà di chi decide di intraprendere in agricoltura:  “Fare impresa agricola – conclude la Cia Toscana – resta un percorso ad ostacoli: bene ad esempio la nuova disciplina urbanistica ma si rischia la disapplicazione da parte di molti Comuni; sull’ambiente, c’è un labirinto di vincoli, adempimenti, scadenze di pagamento di numerosi tributi da tenere sotto controllo, al quale non si accompagna una vera ed efficace politica ambientale attiva, in grado di valorizzare e premiare i fattori ad esternalità positiva dell’agricoltura. Resta poi l’emergenza nella gestione faunistica nonostante i primi risultati  incoraggianti. Servono infine sostegni al welfare nelle aree rurali”.

Ed ecco gli appuntamenti del pomeriggio: alle ore 15, sempre in sala Pegaso, si terrà l’iniziativa Agricoltura è lavoro con l’apertura di Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana; i saluti di Enrico Rossi, presidente Regione Toscana; gli interventi di Stefano Casini Benvenuti, direttore Irpet; Orazio Parisi, direttore Ispettorato interregionale del lavoro di Roma; Claudia Merlino, responsabile Settore relazioni sindacali Cia. A seguire la tavola rotonda con Cristina Grieco, assessore a istruzione, formazione e lavoro Regione Toscana; Marco Remaschi, assessore all’agricoltura Regione Toscana; Luca Brunelli, presidente Cia Toscana.

Foto interna: Filippo Legnaioli

 

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