Nella prossima programmazione delle Regioni sui fondi europei per l'agricoltura e lo sviluppo rurale 2014-2020 si deve passare da interventi tarati esclusivamente su primo insediamento e start-up a politiche di accompagnamento diluite nel tempo. Così si evita il fenomeno dell’abbandono. In più bisogna istituire la Banca della Terra, agevolare i subentri aziendali e l’accesso continuativo a credito e formazione. La nuova programmazione dei Piani di sviluppo rurale nel periodo 2014-2020 dovrà migliorare gli interventi a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura, introducendo nuove modalità di attuazione della misura 112 e del pacchetto giovani. E’ quanto chiede l’Agia-Cia, l’associazione degli imprenditori agricoli “under 40” della Confederazione, in una lettera inviata al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e a tutti gli assessori regionali competenti per l'agricoltura, le foreste e lo sviluppo rurale.
In particolare l’associazione dei giovani della Cia suggerisce che per il futuro “andrebbe assicurata la possibilità di dividere i tempi di presentazione della domanda di premio del primo insediamento e della richiesta di finanziamenti per il piano aziendale sulle altre misure (111, 121, 311 etc.) individuando fasi di sviluppo successive che comunque mantengono lo stesso diritto di priorità legato al primo insediamento”. Perchè? il ricambio generazionale è ancora basso, ci sono difficoltà sia per la crisi economica, sia per attuare il piano aziendale. “Nonostante che, tra il 2007 e il 2012, con la misura 112 dei Psr sia stato supportato l’insediamento nel settore di 16.901 giovani”, si legge nella missiva dell’Agia, si tratta di cifre ancora basse, visto che tuttora per ogni agricoltore “young” ce ne sono 10 “over 65”. Senza contare il contestuale “numero elevato di rinunce alla misura”, considerato che le aziende neonate “trovano grandi difficoltà nell’attuare i loro piani di sviluppo”.
"!Se venisse introdotto, questo modo di procedere favorirebbe la crescita di progetti maggiormente basati sulle reali esigenze del giovane e della sua azienda -spiega l’Agia nella lettera a ministro e assessori – diluendo nel tempo i suoi investimenti e il relativo rischio di abbandono dell’attività agricola, anche in età più avanzata, rinunciando agli sforzi fatti per l’avvio dell’impresa”.
Secondo l’Agia-Cia, infatti, la crisi economica e la bassa redditività dell’agricoltura stanno acutizzando il fenomeno dell’abbandono dei campi, ed è proprio per queste ragioni che, con la nuova programmazione, è necessario “ripensare profondamente le politiche per l’imprenditoria giovanile in agricoltura, passando da azioni finora tarate esclusivamente sull’insediamento dei più giovani e lo start-up a processi di accompagnamento e politiche che possano sostenere l’impresa nelle ‘fasi adolescenziali’”, quando “inizia a confrontarsi con il mercato e la concorrenza” e “deve rafforzare il consolidamento delle proprie posizioni e incrementare la competitività”.
In più, prosegue l’associazione della Cia nella sua missiva, “chiediamo che la nuova programmazione, oltre a favorire il ricambio generazionale, metta a sistema altre politiche e interventi rivolti ad aiutare processi di subentro, ma soprattutto capaci di agire sulle condizioni di contesto nazionale che determinano la competitività del sistema paese Italia”. In particolare “crediamo che l’accesso ai fattori di produzione possa essere agevolato con l’istituzione della Banca della Terra”, mentre per agevolare l’accesso al credito “bisogna rendere efficaci i diversi strumenti di garanzia già esistenti e che a oggi non riescono a sortire i risultati attesi”.
E ancora: “Occorre accompagnare il giovane nella definizione e nella realizzazione della sua idea imprenditoriale, fornendo consulenza continuativa di alta professionalità”, costruendo al contempo “un nuovo sistema relazionale e di mercato che lo supporti nel superare quelle che sono le principali barriere di accesso” come appunto la terra, il credito, la formazione e l’informazione. “Solo in queste condizioni -conclude l’Agia Cia- si riuscirà a realizzare un’impresa che potrà essere vitale, competitiva e di successo”.