Dai dati presentati dal VI Censimento Generale dell’Agricoltura realizzato da Istat con l’aiuto di Regioni e Province, emerge l’andamento della struttura del sistema agricolo e zootecnico della provincia fiorentina.
Non è un crollo, è vero: la realtà agricola fiorentina tiene. Ma la diminuzione già rilevata negli anni precedenti continua, presentandosi come un’erosione lenta ma inesorabile.
La Provincia di Firenze comunque continua a mantenere il suo ruolo di una delle maggiori realtà agricole regionali: nel 2010 ci sono infatti operative sul territorio circa 10.000 imprese agricole, il 15% dell’intera Toscana. Tuttavia, come del resto in tutta la regione, il numero provinciale è in calo, quasi un terzo (-33%) rispetto a dieci anni fa, quando il numero complessivo era di circa 16mila unità.
Diminuiscono le imprese cala la superficie dei terreni coltivati: la superficie agricola utilizzata (Sau), dal 2000 al 2010, è diminuita del 15% (da 123mila a 105mila ettari), mentre la superficie agricola totale (Sat) dell’8% (da 230mila a 210mila ha). In controtendenza, l’estensione media delle aziende che, nel dato decennale, aumenta da 7,8 a 10 ettari di Sau.
Per quanto riguarda la destinazione d’uso, mentre nel resto della Toscana quella seminativa rappresenta la maggioranza dei terreni utilizzati (il 64%), nel territorio provinciale fiorentino si ha una quasi parità tra la destinazione seminativa (42,4mila ha) e quella a legnosa agraria (46mila ettari), con la vite che si conferma comunque una delle colture più diffuse a Firenze, con quasi 17mila ettari (seconda solo a Siena). Restano staccati prati e pascoli, che si fermano a 17mila ettari. Per quanto riguarda il numero di aziende, la forbice si allarga in favore di chi produce vino ed olio , oltre 9.400, mentre quelle che si occupano della semina sono circa 4.600.
Per quanto riguarda le aziende zootecniche su scala regionale, il territorio fiorentino ospita il 13% delle attività toscane, un numero in calo rispetto a dieci anni fa (-40%), e con le aziende dedicate al pascolo ed ai prati permanenti che registrano il calo maggiore, con un -58%. Il calo rispetto al 2000 ha interessato anche tutte le aziende zootecniche, a prescindere dalla tipologia di bestiame allevato.
Nella provincia di Firenze rispetto al dato regionale, si trovano il 12,2% delle aziende che allevano bovini, il 9,3% di ovini ed l’11,9% di suini. Se si analizza la presenza di capi per ciascuna azienda, rispetto ad una media regionale di 27 bovini, 170 ovini e 115 suini, la provincia di Firenze conta in media 32 bovini, 90 ovini e 58 suini, con tutti e tre i dati che superano abbondantemente la media del 2000.
Di rilancio di un settore strategico parla l’assessore provinciale all’agricoltura Pietro Roselli nell’ottica di “continuare a garantire approvvigionamenti alimentari stabili e di qualità’.
Su questa linea, la Provincia sta lavorando specialmente sul fronte della semplificazione burocratica, con l’ideazione di un registro unico, che contenga tutte le informazioni che gli Enti pubblici detengono di un’azienda agricola (certificazioni, versamenti di tasse, risultati di accertamenti e controlli, convenzioni con la pubblica amministrazione, iscrizioni ad albi, ecc.) e sulla base di questi dati definire la ‘qualità amministrativa’ dell’impresa attraverso una serie di indicatori.
L’utilizzo in futuro di questi parametri di qualità sarà su base volontaria. Il sistema, per ora in fase sperimentale, si ispira alle classificazioni di rating: si tratta di un sistema che consentirà di semplificare le procedure burocratiche relative all’agricoltura.
Un settore sempre più multifunzionale, in cui si sovrappongono attività differenziate che vanno dall’allevamento alleco-turismo, all’agroenergia, sottoposte a regolamentazioni diverse.