“La base imponibile della nuova Imu (Imposta Municipale Unica) è costituita, sia per i terreni che per i fabbricati, dal valore immobiliare ai fini Ici aumentato del 60%. A questo elevatissimo incremento si affianca la soppressione di una serie di agevolazioni già previste dalle normative Irpef e Ici in favore dei terreni agricoli e dei fabbricati aventi i requisiti di ruralità. La sommatoria di queste novità si traduce in un aumento di imposizione assolutamente insostenibile per il comparto agricolo”.
Lo sottolinea con disappunto la Cia Emilia Romagna in merito al decreto legge “Salva Italia”. L’ufficio fiscale della Cia ha svolto un’analisi accurata del nuovo provvedimento e ha fatto una precisa proiezione degli effetti prodotti dai provvedimenti. “Se prendiamo come esempio una impresa tipo condotta da un agricoltore iscritto nelle liste dei coltivatori diretti, proprietario di un terreno di pianura coltivato a frutteto – spiega il presidente Antonio Dosi – nel 2012 subirà un aggravio del carico fiscale del 250% rispetto all’anno 2011 con l’applicazione dell’Imu: è decisamente insopportabile”.
Va inoltre sottolineato come – continua Dosi – i fabbricati quali capannoni, stalle, ricoveri ecc… sono strumentali all’attività e una loro ulteriore tassazione porterebbe ad un inaccettabile proliferare di imposte sulla stessa attività, “sarebbe un po’ come tassare una ruota del camion per un autotrasportatore, la cassetta degli attrezzi per un meccanico o la scaffalatura dell’archivio per un libero professionista”. Le agevolazioni applicate in favore dei terreni agricoli e dei fabbricati rurali sono giustificate dalla particolare funzione sociale e di difesa del territorio svolta dalle aziende agricole, osserva la Cia, e mantenere le aziende agricole nel territorio è infatti un investimento per la nazione e l’attività svolta quotidianamente dagli imprenditori agricoli costituisce un valore inestimabile per l’intera società.
“Vanno apportate alcune modifiche che rendano gli aumenti impositivi maggiormente sostenibili – dice ancora Dosi – perché anche il rincaro del gasolio dovuto all’incremento delle accise avrà effetti devastanti nel settore. Le conseguenze non saranno solo per le serre, che in questi ultimi mesi hanno già subito danni drammatici”. Per i fabbricati strumentali all’attività agricola in possesso dei requisiti di ruralità, rileva infatti la Cia “occorre prevedere un chiaro regime di esenzione totale dal pagamento delle imposte e nei confronti dei fabbricati rurali ad uso abitativo si potrebbe prevedere una tassazione con applicazione dell’aliquota ridotta dello 0,2%. In questo modo, il settore agricolo non si sottrarrebbe al pagamento dell’Imu sulle abitazioni, subendo un impatto meno devastante per l’economia aziendale”. Fra i fabbricati ad uso abitativo con aliquota agevolata, fa poi un inciso la Confederazione, “si dovrebbero considerare quelli utilizzati dai familiari coadiuvanti e dai soci delle società agricole”.
La Cia fa poi un appello “affinché si provveda nei confronti del settore primario all’introduzione di una sorta di ‘bonus’ produttivo sia per le serre e per tutte le aziende agricole, garantendo così costi meno onerosi”. In conclusione la Cia ritiene indispensabile, e non ci si vuole sottrarre, intervenire in maniera decisa per recuperare una situazione finanziaria del Paese complicata, ma ritiene indispensabile che i sacrifici chiesti abbiano le caratteristiche della sostenibilità e dell’equità – e nella manovra presentata sono ben poco presenti aggiunge Dosi – altrimenti, si esce dalla produzione e dal mercato, con pesanti conseguenze sociali ed economiche”.