Affreschi restaurati grazie ai batteri nel Camposanto pisano

Gli affreschi della chiesa dei Santos Juanes di Valencia e del Camposanto di Pisa sono stati restaurati, incredibile ma vero, grazie ai batteri. I dipinti murari della chiesa spagnola erano stati strappati (cioè staccati dai muri con l'ausilio di colle animali) nel 1936, a seguito di un incendio. Quelli del Camposanto pisano, invece, per salvarli dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, nel 1944. «Per rimuoverli dai muri – ha spiegato Claudio Giantomassi, che con il suo staff ha seguito sia il cantiere spagnolo che quello italiano – si usavano delle colle animali che nel corso del tempo sono diventate insolubili e impossibili da togliere con i metodi tradizionali. I batteri sono in grado di mangiare queste colle, lasciando intatta la parte dipinta. Allo stesso modo si possono selezionare altre sostanze; nel caso spagnolo, per esempio, il problema derivava più da nitrati e altri sali, resi anch'essi commestibili». I batteri impiegati nei restauri valenciano e pisano si chiamano Pseudomonas stutzeri, e sono stati, per così dire, “ammaestrati” dal microbiologo Giancarlo Ranalli, dell’Università del Molise. Le colture sono state nutrite solo con acqua e con la sostanza che dovevano mangiare (la colla animale), divenendo così capaci di rimuovere le sedimentazioni del materiale fissante. Il restauro, il primo ad essere stato effettuato con una simile tecnica sperimentale, fa parte di un progetto europeo che ha come partner cinque paesi dell'Unione. Data l'incidenza delle condizioni climatiche sull'attività dei microrganismi, è stato deciso che, prossimamente, l’innovativa tecnica di restauro verrà applicata in due Paesi dai climi nettamente opposti. Una sperimentazione verrà eseguita infatti a Riga, in Lettonia, su edifici dell'Ottocento, mentre l'altra sarà compiuta in Grecia, su aree archeologiche come il teatro di Epidauro.

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