Affitti turistici, Confcommercio e Federalberghi: “Integrazione del reddito? E’ una favola”

Firenze – Il problema degli affitti turistici e dello svuotamento dei centri storici da parte dei residenti è un tema che investe anche Confcommercio Toscana e Federalberghi Toscana. A commento di una lettera aperta al sindaco Dario Nardella firmata dalla segretaria del Sunia Toscana Laura Grandi e da Grazia Galli di Progetto Firenze (https://www.stamptoscana.it/lettera-aperta-al-sindaco-di-firenze-dario-nardella/), intervengono con una nota congiunta il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni e il presidente di Federalberghi Toscana (Confcommercio) Daniele Barbetti, riprendendo il punto principale del dibattito cittadino e italiano, ovvero, secondo la richiesta vanzata dalla lettera, una legge salva centri storici per gestire il fenomeno delle case private affittate ai turisti.

“Ben vengano norme di carattere urbanistico che possano aiutare tutti i Comuni toscani, non solo quello di Firenze, a gestire il fenomeno delle attività ricettive svolte nelle civili abitazioni – scrivono Marinoni e Barbetti – con l’avvento delle piattaforme di prenotazione on line, le locazioni turistiche sono esplose un po’ ovunque, incentivando lo spopolamento dei centri storici”. Inoltre, ricordano, “rispetto alle altre regioni italiane, la Toscana ha addirittura il più alto numero di annunci di privati che si rivolgono ai turisti. Firenze è quindi solo l’epicentro di un fenomeno diffuso ovunque, perfino nei piccoli borghi”.

Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni

Secondo Federalberghi e Confcommercio Toscana, sono quindi necessarie norme urbanistiche che aiutino le amministrazioni comunali a disciplinare il fenomeno e a realizzare politiche abitative per riportare i residenti nel cuore delle città storiche. Politiche che siano di carattere più ampio rispetto alla vivibilità dei centri storici, dal momento che, precisano Barbetti e Marinoni, “lo spopolamento non sempre è dovuto alla gentrificazione turistica, ma anche alla mancanza di servizi che sono indispensabili per il vivere quotidiano. Le politiche dell’abitare gli spazi cittadini dovrebbero essere al centro delle politiche di rigenerazione urbana. La pandemia ci ha insegnato che le città devono poter vivere anche senza la presenza di turisti e che la sostenibilità ambientale e sociale non si può raggiungere senza governare in alcun modo la capacità di carico delle città” .

Sul tavolo, secondo il direttore di Confcommercio Toscana  e il presidente di Federalberghi Toscana, non c’è però solo l’eventuale cambio di rotta urbanistico, ma anche la necessità, avanata peraltro più volte dalle associazioni del settore, di una disciplina specifica per le locazioni turistiche, “che vanno distinte in modo chiaro dalle altre forme di ricettività. Adesso a regolarle ci pensa solo il Codice civile, che stabilisce che chiunque possa affittare la propria abitazione ed è lecito. Ma se lo fa solo per una notte o poco più, entra in concorrenza sleale con alberghi e altre strutture ricettive, che hanno un quadro di riferimento diverso – quello delle imprese – con aggravio di costi e oneri. Occorre almeno una norma che stabilisca il numero minimo di notti in modo da differenziare le locazioni dalle altre attività”.

Il presidente di Federalberghi Toscana Daniele Barbetti

“È ormai di tutta evidenza che affittare un appartamento per una singola notte non sia un’attività locativa, bensì un’attività ricettiva a tutti gli effetti – ribadiscono Marinoni e Barbetti – continuare con l’attuale quadro normativo significa incrementare la rendita immobiliare, l’abusivismo nel settore ricettivo senza contribuire in alcun modo a creare nuovi posti di lavoro”.

“E poi – aggiungono nella nota – siamo proprio sicuri che vogliamo continuare a mettere il turismo toscano nelle mani di chi ne fa un semplice hobby ad integrazione del reddito? Anche se la storia della locazione come integrazione del reddito è una favola alla quale non crede più nessuno. Non individuare norme adeguate a distinguere nettamente l’attività locazione turistica dalle attività ricettive è solo un favore che si fa alle grandi multinazionali del web, che fanno profitti in Italia grazie alla bellezza delle nostre città e dei nostri paesaggi senza però pagare le dovute imposte allo Stato Italiano”.

“È quindi innegabile che l’iniziativa di legge del Sindaco Nardella sia condivisibile nel fine, ma serve di più: serve un intervento dello Stato diretto alla disciplina del fenomeno della locazione e serve che gli strumenti urbanistici non siano pensati solo per Firenze ma applicabili in tutti i Comuni della Toscana. Se i centri storici tornano a popolarsi di residenti, ne beneficiano anche il turismo e le sue imprese perché chi viene nelle nostre città vuole questo: immergersi nella vita reale, assaporarne l’autenticità”. Ricordiamo che alla lettera aperta del Sunia e Progetto Firenze il sindaco Dario Nardella aveva risposto  sul quotidiano Repubblica accettando di aprire uno spazio politico di discussione sul tema.

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