Firenze – Il problema degli affitti dei fondi commerciali è una delle grandi spade di Damocle che pende sulle aziende in difficoltà causa coronavirus, come è stato dichiarato a chiare lettere da Confcommercio e dgli imprenditori, in particolare ristoratori e altri esercizi di somministrazione, ma non solo. Infatti, il centro di Firenze è costellato di negozi ed imprese commerciali che pagano svariate migliaia di euro per l’immobile in cui si trova la loro attività. Una spesa che, anche a fronte di ricavi azzerati come negli ultimi due mesi in cui ha infuriato la pandemia col suo seguito di chiusure e divieti, rischia di non cambiare, anzi, di fronte alle difficoltà degli esercizi, moltiplicarsi. Il tema, che è stato posto dai commercianti ieri al sindaco, ha ricevuto l’impegno di Nardella di portare sul tavolo del governo la costituzione di commissioni “per la riconciliazione” ( https://www.stamptoscana.it/imprenditori-sul-piede-di-guerra-ricontrattare-gli-affitti-e-aiuti-concreti-per-riaprire/ )
Sul tema, interviene la segretaria del Sunia toscano Laura Grandi. “La necessità di ricontrattare i canoni d’affitto da parte delle imprese che emerge a fronte della pandemia e dello stop delle attività, si configura come una necessità cui noi abbiamo già dovuto rispondere per gli affitti residenziali privati. Il tema è sempre quello: riuscire ad avere canoni più ragionevoli che tengano conto da un lato, della mutata disponibilità finanziaria a fronte della crisi da coronavirus da parte del conduttore, dall’altro del fatto che non riuscire a pagare il canone comporta fra le altre cose un aumento degli sfratti e una destabilizzazione del tessuto sociale”.
Una situazione che in buona sostanza dal Sunia è stata affrontata con la proposta del “patto di solidarietà” fra inquilini e proprietari, principio che potrebbe essere applicato senz’altro anche alla fattispecie degli affitti commerciali. “L’ipotesi cui si potrebbe pensare – spiega Grandi – è quella di costituire anche per quanto riguarda gli affitti di immobili commerciali, dei patti territoriali, attraverso una mediazione fra rappresentanti dei proprietari e sindacati, che contribuiscano fra l’altro anche a calmierare un mercato che è ormai improponibile di fronte alla crisi”.
Non solo. “Oltre a questo – conclude Grandi – bisognerebbe associare anche un sistema di premialità fiscale per i proprietari, in modo che siano spinti, a fronte della prospettiva di un mancato pagamento con sfratto finale, alla ricontrattazione”.