Firenze – La tre giorni di Milano è appena cominciata (ieri), quella di Venezia si è conclusa domenica scorsa. E fra i vari rappresentati di tante città italiane (almeno 12 a Venezia), Firenze non manca. Anzi. A Venezia presente con varie associazioni e in particolare con Laura Grandi, segretaria regionale del Sunia, il più grande sindacato degli inquilini nazionale, a Milano sarà presente con Cecilia Del Re, già assessora all’urbanistica fiorentina, molto attiva sul tema.
Il tema affitti brevi, croce delle città d’arte italiane ed europee, è quanto mai sul tavolo. Infatti, dopo un anno dal precedente incontro, sabato pomeriggio a Venezia si respirava un’aria satura di tranquilla indignazione, dal momento che, come rilevato dai partecipanti all’incontro, la proposta di legge confezionata da Alta Tensione Abitativa, organizzatrice dell’evento e anche punto di coordinamento delle realtà che fanno fronte contro il proliferare degli affitti brevi, “trova tutti d’accordo ma nessuno che la applichi”.
Un vulnus, secondo ATA, dal momento che Venezia potrebbe davvero diventare la capofila di una sorta di rivoluzione negli affitti brevi, dal momento che è ad ora l’unica città che può per legge mettere in atto una normativa sugli affittituristici.In altre parole, se volesse, Venezia, unica città in Italia per ora, avrebbe la possibilità di applicare le proposte messe nero su bianco, in una proposta di legge, da ATA. Ma per ora, si temporeggia.
Tuttavia qualcosa comincia a muoversi in modo sempre più pesante e vorticoso. Ad esempio, ieri, nel primo giorno del Forum dell’Abitare a Milano, il capoluogo lombardo ha chiesto al governo di potere avere la stessa facoltà della città lagunare. Del resto, come testimoniato dalla loro presenza,la questione abbraccia molte città italiane, Padova, Bergamo, Bologna, e, naturalmente in primis, Firenze.
“Di fatto a Venezia c’è stata la presentazione della proposta di legge di ATA che consiste in un articolo ( l’8 bis) da aggiungere alla legge 431 del ’98 sulle locazioni – dice Laura Grandi segretaria del Sunia Toscana – Potrebbe essere una proposta intelligente che non cade nell’incostituzionalità in quanto non lede il diritto di proprietà e dà la possibilità ai Comuni di regolamentare il mercato degli affitti turistici. La proposta è limitata alle aree ad alta tensione abitativa definite dalla legge, ricomprende tutta la siutazione e non si limita a regolamentare la situazione “da adesso in poi”, salvaguardando posizioni acquisite in passato, e prevede una licenza per gli affitti turistici da assegnare per 5 anni consecutivi ma a rotazione. Il Sunia appoggia la proposta in quanto intelligente e ad ora l’unica in grado di intervenire sul fenomeno. Vorrei ricordare che siamo l’unico paese al mondo che non ha regolamentazione in materia”.
La proposta vede già un ampio schieramento di sostenitori, dal Sunia Cgil alla vicesindaca di Bologna Emily Clancy, ad alcuni fra i consiglieri comunali di Padova, Torino, Trento, Milano, oltre a un gruppo di consiglieri regionali di Lazio e Veneto. Tantissime le associazioni favorevoli, disperse su tutto il territorio italiano, da Napoli a Genova a Rimini a Bergamo. A Firenze, ruolo di primo piano per Progetto Firenze, da sempre sulla breccia. “ATA ha saputo far tesoro delle tante realtà con cui ha instaurato un confronto – dice Grazia Galli dell’associazione fiorentina – arrivando ad elaborare una proposta per regolamentare gli affitti brevi che consente interventi diversificati per prevenire e risolvere i conflitti, con il dovuto riguardo ai diritti individuali e agli interessi collettivi”.
I principi fondamentali che la proposta mette in chiaro vanno dalla limitazione del numero degli immobili dedicati agli affitti turistici, necessaria per evitare le note ricadute nel mercato degli affitti residenziali, alla possibilità riconosciuta ai comuni ad alta tensione abitativa (la definizione è prevista per legge, che ne fissa anche criteri) di introdurre limitazioni grazie alla concessione di autorizzazioni. Uno strumento flessibile quest’ultimo, che consente ai Comuni di adattare il principio di legge alle situazioni concrete, come si legge anche sulle pagne social di ATA: “Starà poi alle amministrazioni locali ragionare insieme ai cittadini sui criteri per declinare le regole in relazione alle condizioni specifiche dei singoli luoghi all’interno del perimetro di principi che la proposta di legge fisserà”. Inoltre, la proposta di ATA regolamenta anche il punto delle troppe autorizzazioni in capo a un unico soggetto, mettendo in campo il principio del “tetto” per evitare che ciò avvenga, tutelando così nel contempo la funzione di integrazione al reddito cui la locazione breve dovrebbe o potrebbe, in teoria, assolvere.