Affaire Forteto, Marras invia una lettera aperta alla Commissione

Firenze – Nel vespaio scatenato dalla relazione della Commissione regionale sul caso del Forteto, sottoscritto senza distinguo anche dal presidente della commissione in quota Pd Paolo Bambagioni, giunge repentina la lettera del capogruppo Leonardo Marras, che si rivolge ai “colleghi” della commissione d’inchiesta regionale. Premessa precisa, quella di Marras, che sottolinea “l’importanza della commissione di inchiesta sul Forteto e la necessità di far luce, senza ipocrisie e difese d’ufficio, sui rapporti tra la setta, la politica, le istituzioni e la pubblica amministrazione in generale”.

Ma, ed è questo il punto, il capogruppo del Pd mette i puntini sulle i per quanto riguarda  la relazione che, dice a chiare lettere, riferendosi al testo, “è insoddisfacente.  L’unanimità ottenuta così non ha alcun valore e rischia di non cogliere gli obiettivi che ci eravamo prefissi ma ne mette davanti altri, seguendo un preciso disegno politico che appartiene solo ad alcuni, ma che, sono convinto, possa essere deposto in favore della verità”.

Un disegno politico che, dice Marras, finisce per dar luogo a una generalizzazione confusa per condurre al teroema del “marciume toscano”. Ecco le sue parole: “È inaccettabile, lo dico con crudezza, che dalla commissione sul Forteto, con l’accertamento delle responsabilità personali degli adepti, di funzionari pubblici, di amministratori o di alcuni dirigenti politici, si possa ricavare il teorema del “marciume toscano”, fatto di blocchi e connivenze, quasi fossero caratteristiche costitutive di tutta la Toscana, di tutta la politica che l’ha governata, di tutte le cooperative, di tutte le associazioni di categoria, di tutti i sindacati. Un giudizio sistemico che va respinto totalmente, semplicemente perché falso”. E non solo: che rischia anche di “offuscare il lavoro di accertamento del vero e l’impegno profuso dalla commissione”.

Non solo. E’ anche l’atteggiamento dei commissari che comunque viene in qualche modo fatto oggetto di rilievo da parte del capogruppo, che ricorda agli stessi “siete stati più misurati nelle dichiarazioni alla stampa di quanto non sia il tenore di alcuni passi delle conclusioni della relazione”.

Esempi di ciò che lamenta Marras? Eccoli. Si va dal fatto che la relazione non tiene conto che proprio il Consiglio regionale “ha permesso di far luce sulla vicenda e che anche il Partito Democratico ne è stato protagonista”, al passaggio in cui si parla di “coperture politiche” in generale, mentre nell’incontro con la stampa (“insieme a Bambagioni”) erano state definite “colpevoli superficialità”, definizione, scrive Marras, “più rispondente alla realtà dei fatti accertati”. 

E poi, altri tratti critici sottolineati da Marras sono il non apprezzamento del nuovo corso della Cooperativa il Forteto, la “generalizzazione dei giudizi nei confronti di partiti di sinistra, sindacati, categorie economiche e organizzazioni del movimento cooperativo, è una forzatura strumentale che chiama direttamente o indirettamente a responsabilità gran parte della società toscana che non è mai entrata nemmeno in contatto con il Forteto”, la richiesta “perentoria del commissariamento della cooperativa, la cui competenza è ministeriale, messa così, senza legarla all’obiettivo della salvaguardia dell’attività e dell’occupazione, rischia di apparire soltanto distruttiva e di causare un danno”.

Ed è anche nel passaggio con cui la relazione si riferisce al Tribunale dei Minori che Marras rileva una criticità importante, che riguarda “il giudizio così generalizzato nei confronti del Tribunale dei minori senza alcuna distinzione di valore e attribuzione diretta di responsabilità”. Un atteggiamento che appare “irriguardoso e propone una sfiducia ingiustificata nei confronti di una istituzione che ha operato, al di fuori della vicenda del Forteto, sicuramente con coscienza, puntualità e rispetto di leggi e compiti istituzionali. Lapidare, poi, la figura di Meucci, oltre i fatti direttamente ascrivibili, quale ispiratore di comportamenti di altri verificatisi successivamente, quasi a scagionarne l’opera, appare ingiusto e offensivo verso una persona che, scomparsa, non può ribattere alle accuse rivolte”.

Una lunga lettera quella di Marras, che, come lui stesso spiega, potrebbe apparire comunque una messa in discussione ” del rappresentante del Partito Democratico in commissione”. Precisa il capogruppo regionale del Pd: “Non è una critica nei suoi confronti, né nei confronti degli altri colleghi della commissione. Sappiamo del lavoro svolto, dell’intensità e della cura che è stata messa in tutti questi mesi da tutti i membri della commissione ed in particolare dal presidente. E, tuttavia, se la relazione fosse stata asettica, necessariamente dura, schematica e diretta, non avrei avuto parole ma solo applausi. È dunque importante rimediare perché il patrimonio di conoscenze e la restituzione di queste appartenga giustamente a tutti senza che rimanga in sospeso alcun dubbio”.

 

 

 

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