Firenze – Nè prescrizioni ambientali e di sicurezza (Decreto Via 676/2003), nè conformità urbanistica: i comitati della Piana contro l’ampliamento dell’aeroporto non ci stanno e scelgono il presidio, davanti al Tribunale di Firenze, per interessare la magistratura alla questione delle autorizzazioni “mai mostrate”.
La questione, dall’esterno, appare paradossale, come indicano i Comitati (Associazione VAS – Alterpiana FI-PO-PT – Collettivo di Scienze – Comitato Sorvolati Brozzi Quaracchi Peretola – Lista Civica Si Parco No aeroporto Campi B. – Presidio No inc-No aeroporto) che hanno organizzato il presidio che s è tenuto ieri mattina, giovedì 29 aprile, davanti al Tribnale di Firenze. Infatti, Regione Toscana, Enac e Gestore “affermano che le suddette prescrizioni, finalizzate a ridurre l’inquinamento e l’impatto sociale dello scalo fiorentino, nonché a prevenire possibili rischi di incidenti, non sono state realizzate perché troppo onerose e dunque sono… “decadute” di fronte al nuovo Masterplan 2014-2019, quello della nuova pista parallela all’autostrada. Per questo motivo, il Gestore, divenuto “Toscana Aeroporti”, non ha chiesto la conformità urbanistica. Ma la suddetta affermazione non ha alcun fondamento giuridico supportato da conseguenti atti amministrativi”.
A ciò si aggiungano altri due elementi fondanti le obiezioni dei cittadini: intanto il progetto di nuova pista è stato bocciato, prima dal TAR della Toscana e poi dal Consiglio di Stato, “per evidenti incompatibilità socio-ambientali e per gli effetti di alterazione irreversibile dell’ecosistema della Piana”; in seguito è stato lo stesso Ministero della Transizione Ecologica (9 aprile 2021) “a smentire di fatto la Regione Toscana ed Enac, affermando che nessuna legge dispensa “Toscana Aeroporti” dal rispettare e realizzare le prescrizioni del 2003, che hanno mantenuto inalterata la loro efficacia per la salvaguardia di salute, ambiente e sicurezza del volo, considerato che il traffico aereo è cresciuto costantemente fino all’inizio della pandemia Covid, anche per l’utilizzo (non autorizzato) dell’Airbus 319”.
I numeri parlano chiaro: l’aeroporto di Firenze è passato da 1.521.272 passeggeri del 2000 a 2.874.233 del 2019, “segnando in modo inconfutabile un netto sviluppo della propria attività – ricordano i comitati – che si intendeva far crescere ancor di più fino a circa 5 milioni di passeggeri/anno con la nuova pista. Nonostante la non attuazione delle prescrizioni 2003, sono state realizzate nuove strutture aeroportuali (come la Torre di Controllo ENAV, la Stazione di Polizia, la Stazione della Guardia di Finanza, la bretellina..) – denunciano i Comitati – di cui non sono mai state mostrate le autorizzazioni e la conformità urbanistica (vedi art.27 TU Edilizia 380/2001 e art.193 LR 65/2014)…come se un alloggio fosse privo dell’abitabilità! Nelle ultime settimane, il Difensore Civico Regionale ha sollecitato più volte Regione Toscana e Comune di Firenze a rendere disponibili gli atti autorizzativi, ma per il momento nessuno ha risposto”.
Ed ecco il senso del presidio davanti al Tribunale di Firenze: “Siamo qui per chiedere a tutte le Istituzioni, ed in particolare alla Magistratura, di fare chiarezza su questo tema centrale delle autorizzazioni e della conformità urbanistica dello scalo di Peretola (ovvero la sua legittimità), senza le quali non è possibile progettare alcuna attività aeroportuale compatibile con la salute pubblica, la tutela del territorio e con i sacrosanti diritti dei lavoratori, sempre più esposti a licenziamenti e precarizzazioni, che non devono pagare in alcun modo per progetti sbagliati”.