Qual è il nocciolo? Questo: se il consiglio regionale approverà la nuova proposta della giunta circa la gestione degli aeroporti toscani (Galilei e Vespucci), la giunta stessa risulterà autorizzata a una “eventuale vendita delle azioni detenute, in tutto o in parte, anche tramite l’eventuale adesione all’Offerta pubblica di acquisto avente ad oggetto azioni della società Sat spa, mantenendo l’attuale quota societaria detenuta nella società AdF spa”. In soldoni, la modifica rispetto alla delibera precedente è la seguente: sì all’uscita da Sat, la società di gestione dello scalo pisano (la cui quota è pari a 16, 899%) ma tenendo in pugno, ben strette, le quote di Adf (5,008%).
La spiegazione delle motivazioni del nuovo testo, in una nota ufficiale della Regione: “La delibera trova la sua natura nel recente lancio delle due Opa (Offerte pubbliche di acquisto) sui due aeroporti: un nuovo scenario che ha indotto la Regione a valutare se l’ipotesi di vendita delle azioni possa essere utile a rafforzare l’obiettivo principale: l’integrazione del sistema aeroportuale toscano per qualificare e sviluppare entrambi gli aeroporti”.
Sul testo della nuova delibera, ha le idee chiare il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, l’altro grande protagonista, insieme a Rossi, della “guerra degli aeroporti”: “Terza delibera in tre settimane: è il segno di una situazione confusa”. E’ chiaro che è confuso, insomma, il quadro in cui si muove la Regione. Anche perché Filippeschi ha comunque una sua filosofia per quanto riguarda la modalità di comportamento che si dovrebbe tenere verso il socio privato che ha avanzato l’Opa.
Qual’ è il sospetto? Intanto, l’annuncio del mantenimento della quota della Regione in Adf non è del tutto tranquillizzante, ragiona il sindaco di Pisa, dal momento che potrebbe “essere anche funzionale ad un rafforzamento del patto parasociale fra Corporacion America Italia e So.G.Im che non raggiunge il 51 per cento delle azioni e che ha bisogno di rinforzi che possano provenire anche da altri soci pubblici. Soci pubblici che comunque devono anche assicurare il mantenimento del 20 per cento previsto”. E fin qui, normale dialettica. Ma c’è dell’altro: perché, si chiede Filippeschi, solo per Sat il privato persegue il raggiungimento della maggioranza? Forse “con lo scopo di sterilizzare la società dalla possibilità di assumere iniziative che contrastino il Master Plan di Adf che prevede una pista di volo lunga 2400 metri”