
Si è spento all’età di 76 anni Franco Cefalota, per gli amici “Cefis”. Capogruppo del PCI-PDS in Provincia, fece scalpore la sua scelta di fondare tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 insieme ad Anna Catellani, che anni dopo sarebbe diventata la coordinatrice di Forza Italia a Reggio Emilia, il MUR, un movimento politico che si proponeva l’obiettivo di riunificare il PCI e il PSI. All’epoca – c’era il Pentapartito e nella DC Andreotti e Forlani avevano spodestato De Mita – il PSI di Bettino Craxi era per i comunisti italiani una sorta di Male Assoluto. Poco dopo però arrivarono Mani Pulite, le monetine a Craxi davanti all’Hotel Raphael, gli arresti facili: il PSI venne identificato dall’opinione pubblica come il partito delle tangenti e fu azzerato. L’investimento politico di Cefalota, che da allora divenne una specie di reietto per la sinistra reggiana, si rivelò sbagliato.
In realtà Cefalota era un migliorista molto vicino a Vincenzo Bertolini, il segretario del PCI reggiano. I miglioristi, guidati a livello nazionale da figure del calibro di Giorgio Napolitano ed Emanuele Macaluso, teorizzavano l'”unità socialista”, condividevano cioè il progetto politico di Bettino Craxi di riunire le due sinistre, quella massimalista dei comunisti e quella socialdemocratica dei socialisti, in un’alleanza riformista, depurata dai nostalgici del bolscevismo e capace di contendere alla DC il governo del Paese. Una bestemmia assoluta per gran parte del PCI-PDS, ancora allora una “gioiosa macchina da guerra” invaghita di illusioni rivoluzionarie che nel ’94 si sarebbe andata a schiantare contro Silvio Berlusconi.

Da allora Cefalota, come del resto lo stesso Vincenzo Bertolini, fu condannato all’isolamento politico, pur essendo riconosciuto da tutti come una mente politica brillante e originale. La sua colpa?Avere anticipato di 15 anni quella che sarebbe stata l’inevitabile evoluzione del PCI-PDS in un normale partito riformista della sinistra europea. L’ostracismo assoluto riservatogli dagli eredi del PCI a Reggio, una città in cui negli anni ’70 e ’80 perfino Berlinguer era considerato moderato da larghi strati di militanti, ha fatto sì che Cefalota abbia trascorso gli ultimi anni in ristrettezze economiche, accompagnate negli ultimi tempi anche da problemi di salute.
E’ noto che è in preparazione in città un libro su Vincenzo Bertolini. E’ quindi fortemente auspicabile che la figura di Bertolini, il leader reggiano dei miglioristi che sognavano l’unità socialista con il PSI di Bettino Craxi, non venga troppo strumentalizzata né da chi negli anni ‘70 non stava “né con lo Stato né con le BR” (era la posizione del quotidiano “Il Manifesto”), né da chi nel 1993 tirava le monetine a Bettino Craxi