Ad Arte Fiera di Bologna la pittura torna protagonista

Bologna – Con “Arte Fiera” si è aperta anche quest’anno la mostra mercato di Bologna giunta alla sua 42ma edizione e, a parere di chi scrive, con interessanti miglioramenti nell’organizzazione artistica e logistica. La mostra è stata disposta solo in due grandi padiglioni, il 25 e il 26, dando modo al visitatore di non disperdersi e soffermarsi con più agio negli stands, intervallati da piccoli punti di ristoro, senza dover ricorrere necessariamente al grande ristorante.

La selezione di 182 espositori e 152 gallerie, pur muovendosi in ambito internazionale, ha privilegiato galleristi italiani, fra cui anche alcuni notevoli operatori fiorentini, come Andrea Alibrandi, Santo Ficara, Poggiali e Forconi ed altri. Il moderno e il contemporaneo sono presentati integrati, offrendo all’eventuale compratore, oltre che osservatore, motivo di confronto e apprezzamento fra artisti giovani o già affermati.

E’ da notare, in questa edizione, magistralmente di curata da Angela Vettese, l’assenza di “video art” e, invece, una notevole presenza di fotografia, con soggetti vari e ripresi anche, nei colori, dall’astrofisica, e dalle suggestioni spaziali dei nostri giorni, nonché manipolazioni di materiali diversi, come pietra, acrilico o specchi. Si nota poi qualche piacevole installazione e alcune opere, di dimensioni limitate, ma assai raffinate, che impiegano luci con giochi di ombre su pareti molto suggestive (Fabrizio Carmeli) .Non si può sorvolare, per quanto le opere siano tantissime e di diversa natura, sui ricercatissimi lavori di Felice Levini, con qualsiasi tecnica siano elaborate.

Quello che tuttavia colpisce in questa edizione è, nell’insieme, un certo ritorno alla pittura. Basti una citazione per tutte: le opere della finlandese Jenni Hiltunen, presso Mimmo Scognamiglio, che mette al centro dei suoi grandi quadri l’immagine di se stessa, inquietante e dai colori aggressivi, che affronta lo spettatore con una femminilità realistica e sconvolta nella propria psiche come, si direbbe, nei rapporti col sociale, con una tale acutezza e profondità che ,forse , solo un redivivo Freud, saprebbe interpretare.

 

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