Acqua e rifiuti più cari per i cittadini di Reggio Emilia: è quanto si evince dai dati del Conto consuntivo ambientale 2016 del Comune che sarà presentato giovedì sera in commissione Territorio Ambiente. Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, il costo medio per una famiglia di 3 persone in una casa di 100 metri quadri è passato dai 275,86 euro del 2015 ai 280,70 del 2016 (nel 2010 il costo era di 200,21 euro: un aumento di circa 80 euro in 6 anni).
Cresce anche la tariffa per le utenze domestiche del servizio idrico: il costo base del servizio al metro cubo passa da 1,18 euro al mc a 1,24euro, mentre la quota fissa per unità sale da 18,28 euro a 19,20. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, calano gli sforamenti del livello delle polveri sottili: nella stazione traffico urbano di viale Timavo le pm10 sono andate oltre il limite di legge 42 volte nel 2016 (80 volte nel 2010, 67 nel 2015), resta alto invece il numero degli sforamenti dell’Ozono (50 giorni nel 2016, il limite consentito è di 25).
Per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani, va sottolineato che resta sostanzialmente stabile la percentale di rifiuti differenziati avviati al recupero (58%), mentre tra 2015 e 2016 sono leggermente aumentati i rifiuti indifferenziati inviati in dicarica o inceneritore (50.042 tonnellate nel 2016), dato che conferma come il percorso verso un pieno riuso della risorsa – rifiuti sia ancora lungo. Da notare come dal 2010 al 2016 il totale dei rifiuti urbani sia sostanzialmente sceso da 124mila a 121mila tonnellate: i reggiani producono meno immondizia, ma non differenziano molto di più rispetto al 2010. Dato che viene confermato se si considera il porta a porta: rispetto al 2010, la superficie coperta dal servizio è aumentata dal 67,59% all’85,6% del territorio comunale e la percentuale di rifiuti urbani differenziati raccolti è rimasta sostanzialmente la stessa (da 64,95% a 64,73%).
Per quanto riguarda il ciclo idrico, c’è un dato che dovrebbe far riflettere: tornano ad aumentare le perdite nette della rete acquedottistica. Dal 7,9% del 2014 si è passati all’8,2% del 2015 e al 10,8% del 2016. Capitolo degno di massima attenzione quello della qualità delle acque superficiali. Sul torrente Crostolo in particolare è cattiva la qualità chimico fisica delle acque a Guastalla, sufficiente invece nelle misurazioni effettuate a Rivalta – Canali. Situazione critica anche per le acque del Torrente Rodano – Canalazzo Tassone a Santa Vittoria di Gualtieri (indicata una cattiva qualità delle acque) e per quelle del Cavo Cava a Cadelbosco (qualità scarsa).