Acciaio Piombino, manca la firma: i sindacati premono sul Governo

L’accordo fra Jsw e gli ucraini-friulani di Metinvest – Danieli

Piombino – Tutto fatto, si è annunciato a Piombino  l’11 ottobre scorso. Tra i due potenziali  futuri coinquilini dell’ex Lucchini, gli indiani di Jsw e gli ucraini-friulani di Metinvest – Danieli,  c’è  finalmente l’accordo su chi occupa quale delle vaste, e molte inutilizzare, aree  demaniali dell’acciaieria (la ex Lucchini) spenta dal 2014 e dal 2018 di proprietà di Jsw che stenta, pur non realizzando niente, a cederne parte. Così si è  detto venerdì . Ma a ieri non c’era ancora la firma sotto l’accordo dato pomposamente per concluso anche dall’ europarlamentare di FdI, Francesco Torselli, come un grande e esclusivo  successo della sua parte politica: abbiamo portato a casa il risultato.

Ma il risultato a ieri non era ancora apparso bello firmato, unica condizione per far partire l’accordo già stipulato con il governo lo scorso gennaio, da Metinvest – Danieli di affiancare Jsw, dividendosi le aree e occupandosi gli indiani esclusivamente di lavorare rotaie e la nuova cordata di far tornare a colare l’acciaio a Piombino, questa volta green, per 2,2 miliardi di investimenti, due forni elettrici non inquinanti per 2,7 tonnellate l’anno, 1.400,assunzioni tra dirette e indirette.

Non arrivando la firma-snodo dell’intera vicenda, lavoratori e sindacati che venerdì scorso avevano accolto l’annuncio di accordo tra le parti  “con cauto ottimismo” perdono la pazienza già stiracchiata da anni di promesse non mantenute e ora di accordo sulle aree rimandato da gennaio . Condannano l’infinito e “colpevole” traccheggiare di Jsw che “rallenta la firma” ma soprattutto  il governo che accusano di latitanza e di non fare la sua parte. Tanto più, sottolineano,  che la concessione delle aree demaniali agli indiani  è scaduta a fine settembre e dunque il governo che deve rinnovarla ha il coltello dalla parte del manico: o firmi o te ne vai.

Così ieri le segreterie di tutti i sindacati di categoria locali, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil sono andate,  insieme alla Rsu di Jsw e di Piombino Logistics, in Comune dal sindaco Francesco Ferrari (FdI) a protestare e chiedere di intervenire sul governo. “ La riunione  non ha sciolto il nodo della definitiva firma su quella che viene definita ‘Cessione delle aree’, ovvero le aree su cui sorgono  gli impianti della vergella e delle barre ormai abbandonati e fatiscenti a causa della gestione fallimentare o cinicamente pianificata dalla multinazionale indiana”, è il primo commento negativo.dei sindacati.

Dopodichè Fiom, Fim e Uilm chiedono all’amministrazione di “stigmatizzare la lentezza e lo scarso protagonismo del governo e del ministro del  Mimit Urso, al netto della  propaganda politica degli  sherpa europarlamentari”. Al  governo chiedono che “di fronte a un dilatarsi dei tempi, sottragga a Jsw le aree demaniali scadute e applichi le norme e le leggi di questo paese non solo agli ultimi e miserabili ma anche e soprattutto alla arroganza della multinazionale indiana”.  E al Comune di “buttare il cuore oltre l’ostacolo e non firmare alcun accordo di  programma che sia peggiorativo rispetto a quello del 2018 che tutelava tutta l’occupazione”

Al Comune i sindacati chiedono anche di intervenire presso il governo  perché agevoli la fornitura di coils (semilavorati per produrre l’acciaio piano) da parte dell’ex Ilva di Taranto alla Magona Liberty,  l’altra acciaieria in crisi di Piombino.

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