A tutto Delrio: presentazione spritz dei candidati Pd. Appello all’unità e difesa del Jobs Act

Presentazione spritz dei candidati Pd nel giorno dei fatti di Macerata con appello all’unità e panegirico sul Jobs Act

“Il Jobs Act non ha precarizzato il lavoro”. Parole e musica di Graziano Delrio. E se per molti tra gli avversari politici del Pd il tema del lavoro è il vero tallone d’Achille delle esperienze di governo che si sono susseguite negli ultimi cinque anni di legislatura, Delrio ha invece insistito molto proprio su quei temi, sottolineando l’importanza della proposta di introdurre un nuovo salario minimo. Delrio ha parlato anche dei fatti di Macerata, di immigrazione ed Europa, non nascondendo qualche critica a Bruxelles.

Ma partiamo dal raid razzista di Macerata. “Una giornata così – ha detto il Ministro – dopo questo gravissimo episodio, ci dice di quanta saggezza abbia bisogno questa campagna elettorale. Noi non alimentiamo nessuna polemica, vogliamo essere vicini ai feriti. Questa comunità nazionale ha bisogno di essere ricucita, non ulteriormente lacerata. Non si può scegliere sulla base del rancore e dell’odio ma sulla base delle idee”. L’occasione è stata la presentazione dei candidati Pd, oltre a Delrio, Vanna Iori, Giorgio Pagliari, Valeria Fedeli (senato) e Antonella Incerti e Licia Ferrari (Camera).

“Una delle cose più belle di Reggio – ha aggiunto Delrio – è la sua storia di cooperazione con l’Africa, con i movimenti di liberazione per i diritti delle persone. Mandela diceva che le nostre scelte non devono essere condizionate dalle paure ma dai nostri sogni. In una giornata così brutta dobbiamo continuare a puntare su un’idea di Italia più giusta e più forte. Patriottismo è stringersi intorno alla bandiera. Proprio da Reggio, città in cui facciamo cantare l’inno italiano ai bambini italiani e stranieri, da qualunque parte del mondo provengano, viene un messaggio forte al paese”.

L’ex sindaco di Reggio ha poi parlato del programma di Governo del Pd.

“Il programma del Partito democratico – ha spiegato Delrio – è ispirato al lavoro, all’Europa alla cultura, alla cura. Un programma che ha una cifra semplicissima: si possono fare passi avanti; il cambiamento ci deve essere ma può continuare se siamo seri e credibili”.

“Abbiamo ribaltato il trend – ha detto Delrio – di perdita dei posti di lavoro degli anni del governo di centrodestra.  Un milione di nuovi occupati: ci dicono che la metà sono composti da lavoratori a termine? Ma in Italia il lavoro a termine è il 15 % della forza lavoro complessiva, in Francia il 17% in Germania il 13%. L’Italia non è un paese con troppi o tantissimi lavoratori a termine. Il Jobs Act non ha precarizzato il lavoro. Questi nuovi posti di lavoro devono però diventare più stabili e per questo vogliamo introdurre detrazioni per le imprese che assumono più i lavoratori e favorire sempre di più chi assume a temo indeterminato”. E sulla proposta di salario minimo: “Nello sviluppo del lavoro degli ultimi anni c’è questa tematica: crescono le disuguaglianze tra lavori nobili e meno nobili. Non vogliamo ragazzi che consegnano le pizze a due euro l’ora. Per questo serve un salario minimo, per tutti quelli che non sono garantiti dai contratti”.

Delrio ha detto anche qualcosa di molto preciso sul tema dell’immigrazione: “Vogliamo un’Europa più amica, un’Europa che superi il trattato di Dublino, che Berlusconi ha sottoscritto, in cui vi è l’obbligo per il paese che accoglie i profughi  di tenerseli. Quello è un trattato sbagliato. L’Europa deve essere Europa quando si parla di soldi e quando si parla di persone”.

Alla presentazione dei candidati era presente anche il Ministro Valeria Fedeli, candidata come capolista al Senato nel plurinominale: “Quello che è successo a Macerata – ha detto – chiama noi a una responsabilità importante. In questi giorni con il Presidente della Repubblica mandiamo nelle scuole la Costituzione, la facciamo conoscere, ma nel frattempo hai chi ti dice (un attacco al leghista Fontana, ndr) che la parola razza all’articolo 3 della Costituzione sdogana una idea di discriminazione. Chi lo dice, lo dice perché non ha studiato, non è nemmeno andato a vedere il dibattito dei padri e delle madri della Costituzione. Che hanno scelto politicamente di tenere quella parola. Nell’articolo 3 la parola razza è stata tenuta perché nessuno si doveva dimenticare che in Italia ci sono stati le leggi razziali, per dire che anche noi abbiamo nel nostro dna parti che hanno portato alle leggi razziali, e sapete che quest’anno sono 80 anni da quelle leggi. Quando si danno per scontati o si dimenticano i valori profondi, alcune cose possono tornare”.

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