A Sguardi sul Reale dibattito sul fine vita con “La natura delle cose”

Terranuova BraccioliniLunedì 1 maggio alle 21.15 il dibattito sul fine vita sarà al centro della terza giornata di Sguardi sul Reale con la prima toscana di La natura delle cose, il documentario di Laura Viezzoli presentato a Locarno che documenta gli ultimi giorni di vita di Angelo Santagostino, ex sacerdote e filosofo affetto da Sla. La pellicola è un documento potente ma delicato sui pensieri e le riflessioni di un uomo che chiede di potersene andare dignitosamente in un paese che ancora non lo consente, tra riflessioni sulla liberà di scegliere e curiosità ancora vivissima per la vita. In sala per il dibattito, oltre alla regista, saranno presenti il co-autore Sergio Borrelli, Beppino Englaro, padre di Eluana Englaro, e Sara Santagostino, figlia del protagonista del film. Coordinerà la critica cinematografica Caterina Liverani.In apertura, alle 19.30, sarà aperitivo nel foyer a cura di #QuasiQuasi_social cafè_.

La storia è quella di un’amicizia intergenerazionale tra una regista di 35 anni e un filosofo di 70, un’esplorazione dell’io e del tu, e di quel confine tutto individuale e poco rispettato, del vivibile e dell’invivibile. “Ho incontrato Angelo Santagostino per la prima volta nel luglio 2013 quando era già gravemente malato di Sla – racconta Laura Viezzoli – Un corpo completamente immobile, se non per gli occhi, così intelligenti, vivaci e desiderosi di comunicare. Lettera dopo lettera, il suo pensiero emergeva grazie a un puntatore oculare in grado di interpretare il movimento dei suoi occhi sulla tastiera del pc. Una vita estrema aggrappata a 21 micro possibilità, le 21 lettere dell’alfabeto.”

La Sla si tocca e si vede in tutta la sua crudeltà in pochi ma scultorei momenti di vita quotidiana, per dimenticarla di volta in volta nel dialogo che diventa un altrove, la dimensione dell’incontro e dell’esplorazione. Nel confronto dialettico Angelo non è un malato di cui avere pietà ma un’astronauta in missione che esplora i limiti dell’umano, interrogandosi ed interrogando lo spettatore con la passione di chi ama la vita ma sa di doverla lasciare a breve. L’immobilità del corpo è solo un punto di partenza per esplorare la vivace mobilità della mente, ed è su questo ipnotico contrasto che si muove visivamente l’intero film. Un viaggio tra le luci e le ombre dell’animo umano per prendere coscienza dei propri limiti e ribadire il valore sacro dell’ascolto e del libero arbitrio.

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