Siena – A Firenze si cerca di arginare la pressione dei turisti su pochi musei, a Siena si sta per chiudere il Museo dell’Accademia dei Fisiocritici. Due facce di un sistema incurante di un patrimonio straordinario. Diffuso come l’aria, ha detto qualcuno. E come l’aria vitale, ma non subito percepibile nella sua importanza.
A Siena il Museo chiude non per mancanza di visitatori, ma di dipendenti. Nel corso degli anni si sono assottigliati fino a diventare uno solo. L’Università degli Studi di Siena dovrebbe garantire il personale (5 unità) a seguito della cessione in uso da parte dell’Accademia dell’orto botanico e di un altro terreno. La situazione è paradossale. “Ora l’Università – dice il consiglio direttivo dell’Accademia – non solo non paga l’affitto dell’Orto Botanico, né fornisce tutte le unità di personale, ma sull’Orto Botanico percepisce un introito avendolo dato in gestione con ingresso a pagamento” . In queste condizioni il museo è costretto a chiudere nonostante il contributo del volontariato e una gestione oculata. Manca il personale specializzato necessario a farlo vivere.
Il museo si affaccia discreto in piazza Gigli, vicino a Porta Tufi. Dall’esterno si intravede lo scheletro un grosso cetaceo. Raccoglie ed espone decine di collezioni, dalla geologia alla botanica, dall’anatomia alla zoologia, che si sono sviluppate dal 1691 insieme all’Accademia, una delle più antiche d’Italia. Dietro ognuna c’è una storia di ricerca. Da una raccolta di 1800 funghi in terracotta a una di parti anatomiche che Francesco Spirito (1885 – 1962) è riuscito a pietrificare con soluzioni di silicato di potassio.
Ambrogio Soldani (1736 – 1808) studia e porta nel museo l’unico esemplare che abbiamo dello sciame meteoritico caduto nella campagna senese il 16 giugno 1794. Solo alcuni casi di una storia secolare di studio e di ricerca. I fisiocritici osservano, sperimentano, raccolgono e rappresentano. E continuerebbe ancora se ne avessero la possibilità. Il museo – uno dei pochi che continua a fare ricerca – è un soggetto autorizzato a trattare le specie faunistiche protette indicate da una convenzione internazionale.
Una cosa possiamo farla subito, come cittadini. Andare a vederlo per manifestare che questo bene comune ci sta a cuore. E’ aperto, gratuitamente, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13 e dalle 15 alle 18; il giovedì è aperto solo la mattina.