Reggio Emilia si conferma terra d’ingegno e di creatività. Sono state ben 91, infatti, le domande di brevetto europeo (valido e tutelato oltre i confini nazionali, cioè in tutti i Paesi europei aderenti all’apposita convenzione) presentate da imprese e persone nel 2021, come emerge dai dati diffusi dall’EPO (European Patent Office).
A differenza di molti brevetti nazionali (incluso quello italiano), il brevetto europeo – come spiega la Camera di Commercio di Reggio Emilia – ha il vantaggio di costituire un titolo molto forte e di offrire maggiore certezza di diritti, essendo rilasciato a seguito di un esame di merito molto rigoroso.
Il dato 2021 è apparso in lieve calo rispetto al 2020 (4 domande in meno), ma resta particolarmente alto, collocando la nostra provincia al terzo posto della graduatoria regionale dopo Bologna e Modena.
Sono state soprattutto le imprese, pari al 93,8%, i soggetti che hanno presentato il più elevato numero di domande, a fronte di un 6,2% di soggetti privati; in vetta alla graduatoria delle richieste di brevetto spicca la voce “tecniche industriali e trasporti” che assorbe più della metà della capacità innovativa made in Reggio. Buona anche la percentuale dei brevetti riferiti alle Key Enabling Technologies (KET), cosiddette tecnologie abilitanti, con la categoria praticamente rappresentata per intero dalla “manifattura avanzata”, incidenza che rispecchia la dinamicità del settore relativo.
Più di un terzo delle invenzioni, come si è detto, riguarda il campo tecnologico “tecniche industriali e trasporti” (37 brevetti); segue, a distanza, “meccanica, illuminazione, riscaldamento” (19 brevetti), e poi, via via, “necessità umane”, “elettricità”, “fisica”, “chimica, metallurgia”, e “costruzioni fisse”.
Risultano 14, invece, i brevetti europei che si riferiscono alle KET, ovvero le tecnologie che la Commissione Europea ha definito abilitanti a tutti gli effetti, afferenti alla “manifattura avanzata” (Advanced Manufacturing Technologies – automazione e robot).