Mentre i grillini inscenano la farsa delle Quirinarie (si misconoscono tecniche e numeri), si fanno per il Colle, con maggior insistenza, alcuni nomi da brivido. Uno fra tutti, a confronto del quale l’impresentabilità di Berlusconi diventa acclamazione coram populum: Giuliano Amato, a suo tempo definito da Eugenio Scalfari, con accezione interrogativa per via della sua capacità di insinuarsi in ogni piega politico-istituzionale, dottor Sottile.
L’uomo che deve tutto a Craxi (cui però l’esule di Hammamet dedicò la litografia “I becchini” accusandolo di ingratitudine somma e tradimento massimo), di cui fu l’indiscusso portaborse numero due, ma che ha saputo riciclarsi, tomo tomo cacchio cacchio, come ministro nei governi D’Alema e Prodi e come esperto di risanamento pubblico (?!) sotto il tecnico Monti, potrebbe essere il trait d’union Pd-Pdl per “risolvere” l’impasse del dopo Napolitano. Una soluzione gradita ai contendenti, dicono i burocrati di partito ma che, diciamo noi, rischierebbe di collocare il distacco istituzioni-cittadini ben oltre il punto di non ritorno.
Conviene sempre ricordare che il dottor Sottile, a dispetto della discrezione del nomignolo, ha avuto una forza da elefante nel prosciugare i conti degli italiani. Col ministro Visco (sempre tratteggiato da vampiro) prelevò nottetempo nel ’92 il sei per mille dai nostri conti, anticipando con profetica lungimiranza le manovre vessatorie dell’Unione europea su Cipro. Prove tecniche di prelievo forzoso, applicate poi da Bruxelles su larga scala. La sua manovra finanziaria del ’93 fu la prima vera picconata al nostro welfare.
Ma il nostro dirompente Sottile prosciuga da tempo immemore i conti pubblici del Paese anche in svariati altri modi; primo fra tutti la doppia pensione (oltre 22mila euro lordi al mese, Inpdap da ex professore e oltre 9500 lordi mensili da ex parlamentare) che lo porta ad incassare 31mila euro lordi tutti i santi mesi che Dio manda in terra, quasi 110 euro lordi tutti i benedetti giorni Dio ci concede, senza battere ciglio. Così, grazie alla sua graziosa sottigliezza.
Se quest’uomo, di cui ancora non si capiscono le competenze, uscito indenne da Tangentopoli e progressivamente cresciuto in compensi e incarichi all’ombra di un potere via via degenerato, possa rappresentare non dico tutti, ma anche solo pochi italiani, giudicate voi