Pistoia – Pistoia ha ospitato Vanessa Ledezma, la figlia maggiore del Sindaco Metropolitano di Caracas Antonio Ledezma, oppositore alla dittatura para-comunista di Nicolas Maduro. Suo padre, lo ricordiamo, è imprigionato da oltre due anni in attesa di giudizio.
“Il Venezuela, oggi più che mai, sta vivendo momenti terribili, data anche la grave carenza di beni di prima necessità. Alimenti che spesso vengono cercati nei rifiuti anche dai cosiddetti ceti medi, che con i loro bambini, visti rovistare per mangiare. E poi le medicine. Senza quelle si muore.” Così racconta Vanessa, in una sala gremita di studenti e cittadini e qualche politico, interessati a capire di più di questa nazione così lontana da noi, ma accanto al cuore di tutti.
Invitata dal Sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, e dal presidente provinciale MCL Luca Tognozzi, alla presenza del senatore Pierferdinando Casini, che si è recato di recente all’Onu ed in Venezuela stessa per poter dare solidarietà al popolo ed alla famiglia del Sindaco, oltre che nel tentativo di poter conferire con il capo nazionale Maduro, senza buon esito.
Il Presidente Tognozzi introduce l’evento, spiegando le ragioni per cui è stato organizzato, e cioè per poter esprimere solidarietà alla famiglia del Sindaco Ledezma, e per far conoscere agli studenti delle scuole partecipanti, cosa fosse questa terribile realtà. Ha dato, poi, la parola al Sindaco che ha esternato la sua solidarietà e disponibilità ad un’opera sensibilizzazione continua da parte della nostra città, una comunità italiana, verso questo paese che rappresenta un valore importante per tutti”
Ha aggiunto, inoltre, che “ Pistoia quest’anno è capitale della cultura e Cultura non è solo mostrare le belle arti e tutto quello che la città sicuramente di bello possiede, ma anche e soprattutto far conoscere, divulgare e trasmettere culture di altri popoli, e dimostrare la vicinanza di tutta una comunità vicina a questo popolo in grande sofferenza. Ho accolto con piacere- aggiunge- il desiderio di fare questo evento da parte di MCL perchè questa situazione trova esplicitamente anche il mio sostegno”
L’intervento del senatore Casini, già presidente commissione affari esteri del Senato, parla della sua missione nel Paese, e nella città di Caracas. Egli racconta di essere stato bloccato nel cortile interno all’abitazione, e quindi senza aver avuto possibilità di parlarci. E racconta, inoltre, di come vivano sia i cittadini in piena miseria assoluta, che i dipendenti della nostra ambasciata. “Sono costretti ad uscire con la paura di venire assaliti e rapinati anche solo di una busta della spesa. Questo è ciò che oggi vive un paese del Sudamerica come il Venezuela. Terra bellissima ed un tempo fonte di ricchezza anche per noi italiani, emigrati in cerca di fortuna, che ha contribuito anche a dare maggiore sicurezza alle famiglie in italia, attraverso i proventi del lavoro.” Conclude.
Durante le proteste dei mesi scorsi sono morte oltre 140 persone, ed in maggioranza giovani studenti, ma il regime non si è fermato e dal 1 luglio si è istallata la Costituente cubana per riscrivere la Costituzione. La nuova costituzione prevede fra l’altro l’abolizione della proprietà privata, la libera mobilità dei cittadini e molto altro. Quanto ripropongono, dopo cento anni, è lo stesso modello dei Soviet russi.
“È stato prelevato con violenza mio padre, il sindaco di Caracas Antonio Ledezma”, continua Vanessa, con voce visibilmente commossa “per giorni nessuno di noi sapeva come stesse, che cosa gli avessero fatto e se lo avremmo mai rivisto. Così, senza motivazione”. In quel frangente ricordiamo che giunse da più parti la condanna unanime dalla comunità internazionale. “Condanno con forza la violazione costante dei diritti umani in Venezuela”, scrisse su Twitter il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che definì “ingiustificati” gli arresti dei leader dell’opposizione venezuelana. Ed anche il premier Paolo Gentiloni intervenne sui social: “Arresto dei leader d’ opposizione è inaccettabile, l’Italia è impegnata contro il rischio di dittatura e di guerra civile”.
I nove uomini del Sebin entrarono, come ricordato dalla figlia, nella sua casa, senza nessun ordine e lo portarono via, violentemente e spintonato davanti agli occhi dei suoi tre figli, Victor, Vanessa e Antonieta. Poche ore prima dell’arresto, Ledezma aveva rifiutato la sfida lanciata dal presidente Maduro all’opposizione perché si presentasse alle elezioni regionali previste per la fine dell’anno e rimandate già in due occasioni. Il sindaco di Caracas, per questo, è agli arresti domiciliari dall’aprile 2015. Era stato arrestato nel febbraio con l’accusa di di cospirazione e associazione a delinquere; dopo due mesi nel carcere militare di Ramo Verde aveva ricevuto una “misura cautelare sostitutiva della libertà” e per motivi di salute ed era dunque finito ai domiciliari, poi di nuovo in carcere per giorni e nuovamente ai domiciliari. Ma oggi, a quasi due anni e mezzo dopo il suo arresto, Ledezma non è stato ancora condannato e vive nel terrore di essere nuovamente prelevato senza motivo alcuno.
Questo è ciò che vive il Venezuela, tanto terrore e nessuna legalità. “ Più che essere o apparire uno Stato di destra o sinistra, diciamo chiaramente che si tratta di uno Stato di narcotrafficanti.” Insiste Casini. E la conclusione di Vanessa non può che far emozionare tutta la platea : “ Quando ho rivisto mio padre, tornato dopo giorni a casa, agli arresti domiciliari, ero impaurita, come pensavo fosse pure lui. Gli ho chiesto come stesse, e se avesse la mia stessa grande paura. Lui mi rispose – Non ho paura per me cara figlia, ma ho tanta paura per il nostro Paese. Questo è ciò che più mi fa male”.
Foto: Antonio Ledezma