A tutt'oggi i vasi biodegradabili esistono, ma hanno costi troppo alti e, spesso, basse capacità meccaniche. I più diffusi sono i vasi in locca di riso e quelli in fibra di legno. A Pisa, però, c'è un ambizioso progetto. Tre ricercatrici del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa, Monica Puccini, Maurizia Seggiani e Sandra Vitolo (nella foto rispettivamente da sinistra a destra), stanno collaborando con il Dipartimento di Biologia Cellulare dell'Università di Perugia, con l'Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo del CNR, con Coldiretti impresa Verde di Pistoia e con 58 aziende vivaistiche di Pistoia, una delle zone d'Italia dove si trova la maggior concentrazione di vivai. In Italia si consumano ogni anno circa 440.000.000 di vasi da fiori in polipropilene, con costi estremamente alti per il loro smaltimento. Il progetto condotto dalle ricercatrici pisane e chiamato Eco-Pot, potrebbe portare alla realizzazione di vasi capaci di nutrire la pianta una volta interrati assieme alla pianta. Per provare l'efficacia del progetto Eco-Pot verranno creati 10.000 vasi di varie dimensioni e realizzati con materiali compositi capaci di biodegradarsi una volta inseriti nel terreno. Dopo le prove nei vivai, si tireranno le somme sul successo (o meno) del progetto. Eco-Pot avrà una durata di 18 mesi di sperimentazione e costerà in totale circa 450.000 euro, che sono stati messi a disposizione dalla Regione Toscana.
18 Gennaio 2013
A Pisa si progettano vasi biodegradabili
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