Pisa – Partirà da Pisa il progetto europeo Desira, un vero e proprio laboratorio vivente per lo studio del rischio idrogeologico.
Il progetto sarò coordinato dall’università di Pisa e aiuterà il mondo rurale ad affrontare la trasformazione hitech.
Cinquanta persone, 25 partner di 15 diversi paesi europei, si sono ritrovati nella città della Torre Pendente per dare il via a questo progetto.
Desira è finanziato dal programma Horizon 2020 con circa 5 milioni di euro sino al 2023, e riunisce un vasto partenariato composto da enti di ricerca, istituzioni pubbliche, piccole e medie imprese e organizzazioni non governative.
“Il caso di studio toscano – spiega Gianluca Brunori del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, coordinatore scientifico di Desira – affronterà la gestione del rischio idrogeologico nelle aree montane per capire come la digitalizzazione possa migliorarne l’efficienza. Partner dell’ateneo per realizzare questo ‘laboratorio vivente’ è il Consorzio di Bonifica Toscana Nord”.
L’obiettivo del progetto è valutare l’impatto della digitalizzazione nelle aree rurali, nell’agricoltura e nella silvicoltura per massimizzare i benefici della tecnologia al servizio del territorio secondo i principi della sostenibilità e dell’innovazione responsabile. La ricerca prevede la nascita di venti “laboratori viventi” nei vari Paesi europei coinvolti, uno dei quali sarà anche in Toscana.
Per quanto riguarda l’Università di Pisa il progetto vede direttamente coinvolti dieci fra professori, ricercatori, assegnisti, dottorandi e tecnologi del gruppo PAGE (Pisa Agricultural Economics), un team da tempo impegnato sul tema dell’innovazione in agricoltura e in aree rurali. A livello cittadino sono coinvolti anche altri dieci ricercatori del CNR-ISTI, esperti di tecnologie informatiche.