Alla Verna arriva il defibrillatore salva-vita

Se i pellegrini al santuario della Verna sono tanti (oltre 600mila visitatori annui), da ora in avanti ci sarà anche uno strumento indispensabile nel caso di un improvviso arresto cardiaco: il defibrillatore semiautomatico, vale a dire quello strumento che permette il tempestivo intervento in grado di salvare la vita al paziente.
Infatti, anche nel nostro paese si sta prendendo sempre più coscienza di quel nemico nascosto che è l’arresto cardiaco, che ha provocato, solo nella provincia aretina, più di 120 morti nel 2010 (oltre 60.000 ogni anno in Italia). Il 118 da solo non può fare molto di più di quanto fa oggi: sempre nel 2010 ne ha salvati solo 5. Si consideri che l'arresto cardiocircolatorio in media porta alla morte entro dieci minuti, ma già dopo 6/7 minuti provoca conseguenze irreparabili al cervello.
E la Verna, luogo “magico” per eccellenza, è praticamente impossibile da raggiungere, in ambulanza, in tempi accettabili per salvare la vita di una persona colpita da questa patologia improvvisa. . Raggiungere il Santuario della Verna con una ambulanza in tempi accettabili per salvare la vita di una persona colpita da arresto cardiaco è praticamente impossibile.
Così, lunedì prossimo il direttore della centrale 118, Massimo Mandò, con i suoi collaboratori effettuerà proprio al Santuario un corso di formazione per i frati che diverranno cittadini esperti nell’uso del defibrillatore semiautomatico, dando attuazione a un progetto concordato con Sindaco, Asl e Fondazione Cesalpino, che ha messo a disposizione l’attrezzatura.
La defibrillazione precoce effettuata tramite un apparecchio semiautomatico che guida il soccorritore nelle manovre di soccorso è l’unico modo per salvare la vita a una persona colpita da un episodio caridaco improvviso di tale portata. Per questo ogni cittadino che ha fatto un corso di preparazione può essere abilitato ad usare questi apparecchi salvavita. Fattore determinante è il tempo che trascorre dalla perdita di coscienza e la manovra di defibrillazione: infatti più minuti passano e minori sono le possibilità di recuperare il paziente. Inoltre più tempo trascorre  più danni cerebrali si instaurano, Si calcola che l'intervento di rianimazione dovrebbe essere effettuato entro i primi 5 minuti dall’accadimento dall’arresto cardiaco per avere buone speranze di avere successo.Nessun sistema pubblico di soccorso è in grado di assicurare questo, nemmeno nei paesi considerati al top della organizzazione sanitaria.
Per quanto riguarda Arezzo, la situazione territoriale è in progressivo miglioramento: tutte le ambulanze sono attrezzate, così come i mezzi delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco (con il personale che ha seguito un corso di formazione). Molte le società sportive attrezzate. E alcuni supermercati, alcune grandi aziende, alcune amministrazioni pubbliche. “La Asl è a disposizione per istruzioni e corsi di addestramento – cnclude la nota – grande spinta a questa iniziativa arriva dalla Fondazione Cesalpino. che è capofila di un progetto per la diffusione di tutte le misure per la protezione della vita dalle malattie cardiache improvvise”.

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