A Firenze la Multiutility continua la corsa, semaforo verde in consiglio comunale

Firenze – Il dado è tratto, non si può tornare indietro. Lo dice il sindaco di Firenze Dario Nardella non nascondendo la sua soddisfazione. Passa in consiglio comunale la delibera che dà il via libera alla costituzione della Multiutility, ovvero il gestore unico di servizi, rifiuti, gas e acqua, da costituirsi attorno ad Alia e che verrà quotato in borsa. I 34 emendamenti della Sinistra, il presidio dei comitati in piazza Signoria, la strenua resistenza del movimento 5 Stelle vengono così superati dalla maggioranza, e un’altro importantissimo mattone nella costruzione della grande holding regionale dei servizi pubblici viene cementato. Anche se qualcosa le opposizioni portano a casa. In una nota Spc, pur ammettendo che “non si può parlare di vittoria, vista la contrarietà complessiva al progetto approvato oggi nel Salone de’ Dugento”, sottolinea che “l’impegno puntuale sugli emendamenti ha portato a un ampio voto favorevole (quasi unanime, con la sola astensione di Fratelli d’Italia) su un ordine del giorno che definisce un percorso chiaro da qui a dicembre”.

Di “traguardo storico” parla il sindaco di Firenze Nardella, “perché è un lavoro che è stato tentato già in altri momenti ma non è mai arrivato in fondo. Questa volta ce l’abbiamo fatta grazie alla tenacia e alla caparbietà della nostra amministrazione e delle altre coinvolte. Un traguardo storico perché finalmente mette insieme tutte le forze in un settore strategico per cittadini e imprese come quello dei servizi pubblici locali: acqua, gas rifiuti. In questo modo possiamo contare su 1,5 miliardi di euro di investimenti e su un aumento dell’occupazione creando posti di lavoro anche nell’indotto”.

“Possiamo puntare anche a un controllo dell’innalzamento delle tariffe in un momento in cui è molto sentito il caro bollette – ha aggiunto – ma soprattutto potremo avere una strategia con un indirizzo pubblico preciso che si apre anche a partners industriali e finanziamenti privati senza mai snaturare l’indirizzo pubblico che sarà mantenuta da un’holding tutta pubblica dei Comuni che manterrà con il 51% della proprietà la maggioranza di questa Multiutility. Ora dovremo fare i prossimi passaggi, l’assemblea di Alia e tutte le altre assemblee, ma ormai direi che il dado è tratto e non si può più tornare indietro”.

L’assessore Federico Gianassi ha aggiunto: “Con questa operazione vogliamo recuperare il ruolo dei Comuni e a fare maggiori investimenti. Il precedente modello – ha aggiunto Gianassi – ha prodotto tante piccole aziende che hanno lavorato bene ma che si scontrano con la dimensione contemporanea della gestione dei servizi. L’aumento delle dimensioni è una precondizione necessaria per realizzare più investimenti e migliorare la qualità del servizio: abbiamo fatto un grande passo guardando al domani”.

Sulla questione si è verificata un’alleanza dei gruppi comunali Sinistra Progetto comune e Movimento 5Stelle. In particolare, il problema come si legge nella nota dei M5S, è che “la delibera 2022/55” dà il via “alla privatizzazione dei servizi pubblici di acqua e rifiuti”. Inoltre per entrambi i gruppi sarebbe stato necessario spostare la seduta odierna del Consiglio per dare la possibilità alle forze politiche e ai cittadini di studiare e prendere visione della documentazione, che consta di almeno 1700 pagine.  “Ricordiamo che il 49% della Multiutility sarà detenuto fin da ora da privati e gestito secondo una logica di profitto.Il resto sarà distribuito tra i 67 comuni che vorranno aderire, con percentuali diverse di partecipazione sulla base della dimensione degli stessi. Questo implicherà una diversa capacità di intervenire tra le diverse realtà territoriali, con maggior peso del Comune di Firenze”, incalzano i consiglieri De Blasi e Masi, mentre da parte di Sinistra Progetto Comune si ricorda che dei 34 emendamenti presentati oggi, “28 avevano parere tecnico e contabile favorevole: per questo ringraziamo il nostro ufficio, le associazioni, i movimenti, i comitati e le realtà con cui abbiamo discusso, studiato e lavorato. Senza pregiudizi, abbiamo cercato di entrare nel merito del progetto e migliorarlo, pur essendo complessivamente contrari. Niente è passato. Non c’erano i margini nemmeno per la correzione di un errore grammaticale o per spostare una virgola”.

Tuttavia, ricordiamo che è passato l’odg che impegna l’amministrazione a considerare una nuova “acquisizione di proposte e osservazioni della cittadinanza per la creazione della multiutility toscana, in relazione ai prossimi passaggi deliberativi previsti per il Comune di Firenze”, oltre a “fornire, entro inizio dicembre 2022, ai gruppi consiliari, un quadro preciso e un’ipotesi di calendario in merito ai prossimi passaggi previsti in Consiglio comunale all’interno del progetto multiutility” e infine a “esplicitare e riconoscere nei successivi passaggi del progetto quelli che sono i diritti e i doveri delle consigliere e dei consiglieri comunali, in materia di accesso agli atti e di funzioni di controllo”. Ancora, il consiglio si impegna “a deliberare entro la fine dell’anno un atto di indirizzo, per fornire alla costituenda società indicazioni coerenti con le osservazioni arrivate per conto della Camera del Lavoro di Firenze e dare seguito alle stesse”.

Per quanto riguarda il centrodestra, si passa dal voto favorevole dei consiglieri del Centro, Ubaldo Bocci, Emanuele Cocollini e Antonio Montelatici, alla contrarietà della Lega (“Il progetto di Nardella – dichiara Federico Bussolin, Capogruppo della Lega a Firenze – riscontra una contrarietà sempre più estesa in Provincia, sintomo di una preoccupazione trasversale”), all’astensione di Fratelli d’Italia, che, pur sottolineando la “giravolta del Pd dopo decenni di ‘pubblico è bello'”,  non ritiene “comunque giusto votare in una sola maxidelibera che include 4 delibere, i passaggi per la costituzione di una holding pubblica e gli indirizzi per la quotazione in borsa, che necessiterebbero di ulteriore tempo: dopo un piano industriale e dopo che i consigli comunali possano esprimersi sull’opportunità, sulla convenienza economica e sulla sostenibilità finanziaria dell’operazione”.

Infine, movimenti e comitati, presenti in un presidio in piazza Signoria contemporaneo al dibattito in consiglio comunale, hanno ribadito che “Multiutility Toscana toglierà ai Comuni medi e piccoli  ogni possibilità di indirizzo, controllo e gestione rispetto ai servizi pubblici essenziali: le tariffe e le bollette sarebbero messe al servizio della produzione degli utili della società, trasformando i comuni azionisti da erogatori di servizi ad attori finanziari interessati prioritariamente ad aumentare i dividendi (analogamente ai titolari delle quote private che sarebbero raccolte sul mercato attraverso la quotazione in Borsa)”. Ciò significa di conseguenza, continuano a spiegare i comitati e le associazioni presenti, che le scelte d’investimento, seguendo il meccanismo della redditività, non potrebbero ottemperare al criterio della effettiva utilità sociale e ambientale, criteri propri della gestione dei beni pubblici. Inoltre, il fatto di impostare un unico soggetto per i servizi pubblici con qutoaizone in Borsa, scavalcherebbe definitivamente, per quanto riguarda il bene pubblico acqua, il risultato del referendum opolare, privatizzando di fatto ciò che i cittadini hanno ritenuto dovesse rimanere bene comune. Infine, ultimo ma non ultimo, il “dibattito negato”, ovvero, secondo le accuse, il “silenzio che ha accompagnato un progetto di lunga data, mai sottoposto a vero dibattito pubblico, con pochissime iniziative pubbliche, un confronto politico inesistente, e avvisi di consultazione pubblica pubblicati da alcuni Comuni a ridosso delle discussioni in aula”.

Ricordiamo i prossimi passaggi tecnici per dar vita alla Multiutility:

Il primo passaggio consiste in un aumento di capitale della stessa Alia, con connesso conferimento di due partecipazioni: le azioni rappresentative del 20,61% del capitale di Toscana Energia Spa detenute dal Comune di Firenze; poi le azioni rappresentative del 3,9% del capitale di Publiacqua Spa detenute dal Comune di Pistoia. Queste operazioni sono propedeutiche alla successiva: ovvero la  fusione per incorporazione in Alia di Acqua Toscana Spa Consiag Spa e Publiservizi Spa.  Per effetto della fusione, Alia diventerà una società multiutility, ed avrà nel proprio oggetto sociale tutte le attività attualmente svolte dalle diverse società partecipanti alla fusione nei settori dei servizi al cittadino.  Nel frattempo è prevista la sottoscrizione del patto parasociale fra i soci per la gestione della Multiutility.

Una volta effettuata la fusione, il progetto sottoposto all’approvazione dei Comuni prevede la costituzione di una nuova società a capitale pubblico, avente funzioni di holding di partecipazioni, e nella quale i Comuni conferiranno le proprie partecipazioni in Multiutility.

I passaggi per la conclusione del progetto non sono ancora finiti: a questo punto infatti la Multiutility provvederà a conferire integralmente il proprio ramo d’azienda operativo, relativo alla raccolta e alla gestione dei rifiuti, in una società neo costituita e da essa integralmente partecipata che si chiamerà “Alia OpCo”. Per effetto di tale cessione Alia OpCo subentrerà nella titolarità del contratto di concessione con ATO Toscana Centro.  Nel progetto è poi prevista l’apertura del capitale ad altri Comuni toscani con una possibilità di aumento di capitale, di massimo 1,2 miliardi, che sarà al servizio di conferimenti in natura (partecipazioni e rami d’azienda) che consentano a Multiutility di rafforzare il proprio patrimonio nel settore dei servizi di pubblica utilità.

Una seconda tranche di aumento di capitale, pari al massimo a 2,3 miliardi, è al servizio della quotazione in borsa delle azioni della Multiutility attraverso un’offerta pubblica di sottoscrizione, prevedendo di aprire a terzi fino ad un massimo del 49% del capitale di Multiutility. Il processo di quotazione si baserà sul presupposto che i Comuni e gli altri soci pubblici mantengano complessivamente (tramite la Holding Toscana) la maggioranza del capitale e dei diritti di voto di Multiutility Toscana, con la conseguenza che tutti gli aumenti di capitale a servizio di conferimenti in natura saranno deliberati ed eseguiti nel rispetto di questo presupposto.

 

 

 

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