Affermare che la sanità è malata può sembrare a molti un paradosso, certo non lo è stato per i dipendenti del''ospedale di Careggi che oggi hanno marciato in segno di protesta da Ponte Nuovo fino alla sede della Regione Toscana. All'ingresso dell'ospedale un fantoccio bianco, agitato dal vento forte di questa mattina, teneva un cartello sul petto, che recitava " questo orario mi impicca". Ed è proprio la questione degli orari a scaldare gli animi dei dipendenti, che saranno costretti a turni con rientri obbligatori sui giorni liberi a prescindere dal debito/credito orario e a delegare all'azienda ospedaliera la totalità dei giorni di ferie, inseguito alla delibera 1235/12, votata dalla giunta regionale, la quale proseguire sulla line già tracciata della Spending Review. FIALS, COBAS,UIL e USI, guidano l'odierna protesta, contro un provvedimento che mette a rischio non solo i dipendenti dell'ospedale ma anche ogni singolo cittadino, tagliando circa 2000 posti letto, riducendo di due giorni la durata della degenza media, accorpando servizi e ambulatori, sostituendo il servizio di guardia medica con una nuova casa della salute aperta dalle otto a mezzanotte.Sembra gravare sulla sanità pubblica, la stessa ombra della privatizzazione verso la quale molti altri settori danno l'impressione di avviarsi. Ci troviamo davanti ad uno di quei casi in cui le cattive condizioni di lavoro potrebbero comportare con grande facilità, una cattiva qualità dei servizi, grazie a questi nuovi tagli col bisturi.
8 Febbraio 2013
“Impiccata” dagli orari, Careggi si mobilita
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