E così la conferenza stampa di presentazione della “grande mostra” sui 40 anni dei CCCP si è trasformata in un imbarazzante comizio filorusso.
La mostra sull’ex gruppo punk reggiano si terrà a Reggio Emilia a partire da ottobre e farà seguito a un’analoga mostra che si tenne 10 anni fa allo Spazio Gerra (sempre a Reggio) in occasione dei 30 anni dei CCCP. Attendiamo quindi con ansia la mostra sui CCCP che si terrà tra 10 anni in occasione del loro 50esimo anniversario, la conferenza stampa probabilmente si terrà nel 2033 al Parisetti (Casa di riposo del centro cittadino).
Quella della scorsa settimana invece si è tenuta a Palazzo Masdoni, storica sede del Partito Comunista di Reggio Emilia. Quelle mura, come noto, si sono sempre contraddistinte per una ferrea fedeltà alle sorti e ai dogmi ideologici dell’Unione Sovietica. Da Palazzo Masdoni nel 1956 partirono comunicati di sostegno all’invasione sovietica dell’Ungheria, e sempre lì gli addetti e i funzionari del PCI non si squassarono più di tanto quando i carri armati di Mosca stritolarono sotto i cingolati la Primavera di Praga, di certo le Feste dell’Unità non si mobilitarono a favore dei compagni cecoslovacchi sbattuti in carcere o impiccati a seguito del “fraterno aiuto” sovietico.
La conferenza stampa dei quattro CCCP, al secolo Ferretti, Zamboni, Giudici e Fatur, non ha voluto abiurare rispetto a questa ben ingloriosa linea: la tradizione filosovietica e filorussa della sede PCI di via Toschi è stata pienamente rispettata.
Nella parte del mattatore indiscusso, Giovanni Lindo Ferretti, non nuovo a esibizioni di affinità ideologiche e affettive con il machismo slavo. Nel ’99, all’esplodere della guerra in Kosovo, quando il governo D’Alema, per intenderci, indossò l’elmetto e schierò l’Italia a fianco dei bombardieri americani che colpirono ripetutamente Belgrado, Giovanni Lindo Ferretti dichiarò: “coraggio fratelli Serbi, oggi è un bel giorno per morire”. Poco tempo prima lo stesso Ferretti, durante un incontro con gli studenti reggiani, aveva polemizzato col mite Don Eugenio Morlini additando i pacifisti per avere imposto l’embargo di armi ai bosniaci e averli quindi lasciati sostanzialmente disarmati di fronte alla mattanza nella ex-Jugoslavia.
Sappiamo come finì: Milosevic, l’ipernazionalista presidente della Serbia, fu arrestato e tradotto in carcere a l’Aja, dove poi si suicidò.
Ebbene, secondo Giovanni Lindo Ferretti “le uniche cose sensate sull’Ucraina le ha dette Berlusconi”, e “grazie a lui in Europa abbiamo avuto 20 anni di pace”. Ora, il fondatore di Forza Italia, pace all’anima sua, avrà anche avuto molti meriti, ma è evidente che per Ferretti la Cecenia, invasa e fatta a pezzi dai Russi prima nel 1996 e poi nel 2000, non faccia parte dell’Europa, e che non sia Europa neppure la Georgia invasa da Putin nel 2008. Al guru del Cerreto diamo un’altra notizia: la pace in Europa non l’ha garantita l’amicizia tra Berlusconi e Putin. E’ stata invece la NATO: Polonia, Paesi Baltici e Romania ne fanno parte, perciò Putin si guarda bene dall’invaderle.
Inoltre, lo diciamo sempre a beneficio di Giovanni Lindo Ferretti, mentre nelle alleanze militari con i Sovietici si entra solo sotto il giogo dei cingolati, nella NATO si entra con le strette di mano, a seguito di accordi liberamente siglati da governi espressi da parlamenti democraticamente eletti.
Le cose dette da Ferretti e soci alla conferenza stampa nella ex sede del Partito Comunista reggiano vanno prese sul serio, quindi sono gravi, anche perché, come ha ribadito Zamboni (quello dei CCCP che continua a votare a sinistra, Ferretti da 20 anni vota, cosa per altro assolutamente legittima, Lega, Berlusconi e Meloni), i CCCP non sono e non saranno mai solo musica, è soprattutto il messaggio politico ciò che loro vogliono veicolare. Le parole pronunciate lo scorso settembre da Berlusconi sull’Ucraina dunque non sono affatto “intelligenti”, sembrano semmai le dichiarazioni fuori registro di un anziano leader non più lucidissimo, un po’ come l’anziano colonnello del romanzo di Garcia Marquez. Tanto che Forza Italia, quando Berlusconi le ha pronunciate, è immediatamente intervenuta per rettificarle.
Berlusconi aveva detto che “Putin è stato costretto da Zelensky a invadere l’Ucraina” e che “voleva solo mettere al governo a Kyiv persone per bene e di buon senso”. E aveva aggiunto che, se Zelensky “avesse smesso di attaccare”, in pochi giorni “finiva tutto”. Si tratta della famigerata teoria putiniana secondo cui Kyiv sarebbe stata conquistata in 3 giorni, invece – sorpresa – gli Ucraini hanno resistito, in maniera anche molto efficace. Va detto che già l’anno scorso, in occasione della riedizione del “Libretto Rozzo dei CCCP e dei CSI”, Ferretti si era distinto in un’altra intemerata filorussa, deridendo la Russia pre-Putin, quella del breve periodo agli inizi degli anni ‘90 nei quali il Paese ha vissuto un breve e confuso periodo di democrazia. La Russia degli anni compresi tra il crollo del Muro di Berlino e l’avvento di Putin, secondo Ferretti, “è la Russia che piace alla NATO, alle Pussy Riots” e che non piace a Ferretti, il quale perciò è ben consapevole di dover finire “nelle liste di proscrizione” di noi biechi democratici. Già, le Pussy Riot, quelle ragazze che, per avere cantato brani anti-Putin nei loro concerti, hanno fatto anni di prigione nelle ben poco ospitali galere russe, un’esperienza che per fortuna Ferretti, che vive in questa tanto vituperata democrazia, non dovrà mai sperimentare per i testi delle sue canzoni.
Spiace che dinnanzi a tanta grossolana propaganda, che riecheggia più o meno inconsapevolmente le pseudo motivazioni addotte da Putin per giustificare l”Operazione Speciale”, le massime istituzioni politiche e culturali della nostra città non abbiano nemmeno alzato il ditino per marcare la loro distanza da parole che non ci stupiremmo di sentire sulla bocca di Dugin, l’ideologo del Cremlino, o nelle trasmissioni tv di Solovyev, il giornalista putiniano che ha la villa sul Lago di Como e tutti i giorni invita Shoigu e Gerasimov a seppellire l’Europa sotto un tappeto di bombe atomiche.
Sì, perché Ferretti poi ha anche ribadito che “certi antifascisti” non solo “lo fanno ridere”, come aveva dichiarato mesi fa al giornalista Andrea Scanzi: lo fanno proprio “cagare”. E quindi Reggio Emilia è un po’ così. Si fa l’esegesi più severa delle dichiarazioni dell’on. La Russa, che rispetto a Giovanni Lindo Ferretti è un mix tra Robert Kennedy e Che Guevara, e poi si fanno conferenze stampa tutte sorrisi e pacche sulle spalle con uno che dice che “certi antifascisti lo fanno cagare”. Tutto ciò saprebbe molto di farsa, e in fondo quelle dei CCCP sono pur sempre solo canzonette. Ma vallo a spiegare agli Ucraini, che da un anno e mezzo sperimentano sulla loro pelle la Russia che piace tanto a Putin e, ci pare di capire, un po’ anche a Giovanni Lindo Ferretti. Tanto, come è noto, è tutta colpa di Zelensky e della NATO.
In ogni caso, Putin non ha potuto partecipare ai funerali di Silvio Berlusconi. Se mettesse piede in Italia, sarebbe arrestato e portato in carcere a l’Aja, su di lui pende un mandato di cattura del Tribunale Penale Internazionale, che sull’argomento Ucraina ha idee molto diverse da quelle di Ferretti, e accusa Putin di crimini di guerra.
Dulcis in fundo: la mostra per i 40 anni dei CCCP sarà finanziata anche con fondi dell’Unione Europea. Noi luridi democratici siamo fatti così: non solo non ti sbattiamo in carcere né ti facciamo ammazzare da un sicario come ha fatto Putin con Anna Politkovskaja e molti altri suoi oppositori, anzi, anche se la pensiamo diversamente da te, ti diamo la possibilità di esprimere le tue idee e pure i finanziamenti per farlo.
P.S. L’intemerata ferrettiana filorussa ha pure portato sfiga al regime di Putin che pochi giorni fa ha rischiato il colpo di Stato