Fino al 1800 la popolazione mondiale era inferiore a 1 miliardo. Settant’anni dopo ha raggiunto i 2,5 miliardi. Con la nascita il 15 novembre a Manila di Vinice ha superato gli 8 miliardi. Una crescita da capogiro che, pur entrata ora in fase di rallentamento, ci porterà a 10 miliardi nel 2050. Una crescita esponenziale spinta dal forte aumento dell’aspettativa di vita alimentato dai progressi nel campo della sanità, dell’igiene dell’alimentazione e delle tecnologie. Tutti fattori positivi ma il suo risultato non manca di destare serie preoccupazioni sul futuro del nostro pianeta. Siamo diventati forse troppi ?
All’annuncio del nuovo balzo avanti della popolazione mondiale hanno infatti ripreso a fioccare gli interrogativi sul suo impatto sulla Terra e sulle sue risorse : perché tra 30 anni tutti possano nutrirsi, bisognerà infatti raddoppiare la produzione agricola se non triplicarla nel continente africano. Con gravi minacce per il nostro pianeta già alle prese con le emissioni di gas serra, la penuria d’acqua e il riscaldamento climatico. Tutte preoccupazioni che hanno già cominciato a promuovere nel mondo nuove forme di produzione agricola e a modificare le abitudini alimentari. Accettando ad esempio di ridurre o rinunciare alle proteine animali e accettandi nuovi tipi di alimenti come gli insetti.
Ma tra trentanni cosa metteremo nei nostri piatti ? Ci siederemo ancora attorno a un tavolo ? Sostituiremo i nostri piatti nutrendoci di pillole o di bevande equivalenti a un intero pasto ? Secondo il chimico francese Hervé This, da anni impegnato nella ricerca della cucina molecolare, il futuro é nelle polverine e nell’acqua. La cucina si trasformerà in un laboratorio di chimica con ben allineati una serie di barattoli: uno con i coloranti, uno con i sapori, uno con i colori, uno per la consistenza, uno con gli aromi, uno per piccante o il suo contrario che ci consentiranno di ricreare tutti i sapori: dal soufflé al cioccolato a un hamburger al profumo di cipolla.
Basterà di diluire gli ingredienti in polvere secondo i nostri gusti o la nostra fantasia e hop, il pasto é pronto. Uno steak : basta diluire in un pentolino albume in polvere, olio e aromi a piacimento e il gioco é fatto. Così può nascere a tempo record il proprio piatto preferito, sostiene This precisando però che così si ricostruiscono solo i gradevoli sapori auspicati. L’occhio invece deve abituarsi a nuove realtà… Senza sprechi, uno dei grandi problemi del nostro attuale modo di alimentarci. L’essenziale é tutto in pochi contenitori, spiega This. Perché , dice, tutto quello che utilizzo lo consumo ».
This non è certo l’unico al mondo a preoccuparsi del nostro futuro culinario. In Finlandia, ad esempio come riferisce l’emittente France 24, ricercatori hanno creato proteine in polvere utilizzando dei batteri. Al momento però hanno ricevuto il via libera alla commercializzazione solo a Singapore.
Tutte queste prospettive sono un po` agghiaccianti per chi ama la tavola e la sua convivialità e che quindi spera che rimangano nel campo della fantascienza alimentare. Ma non é detto se si pensa che in Francia viene già venduto un milione al mese di bevande o barrette snack che sostituiscono un intero pasto.
C’è però chi ritiene che la tavola abbia ancora un bel futuro. Nonostante il numero crescente della popolazione mondiale. Perché a creare problemi non é il numero di abitanti del paese ma le nostre abitudini di vita, di consumi e di alimentazione a fare danni. Sta quindi a noi decidere cosa mettere nel 2050 nei nostri piatti.