Firenze – Un convegno di due giorni a Firenze disvela una passione che ha radici antiche in città e in Toscana, l’egittomania. Nell’Auditorium G. Spadolini di Palazzo Pegaso, venerdì 8 novembre 2024 è organizzata una giornata di studio e sabato 9 novembre sarà visitata la sezione dedicata del Museo archeologico di Firenze, a cura di Ilaria Cariddi. Il convegno “L’Egitto a Firenze e percorsi dell’egittomania in Toscana” è stato organizzato da Federico Contardi, Francesca Fiorelli Malesci e Gabriella Messeri. Attraverso i molti interventi dei relatori si scopre quanto sia profondo l’amore di Firenze e della Toscana per l’Egitto e sorprendentemente da molto tempo, addirittura già dall’epoca dei Medici, tanto che è riconosciuto a Firenze un ruolo di primo piano nel portare e adottare la cultura della civiltà faraonica con uso di simboli e immagini molto aderenti agli originali.
Federico Contardi del Dipartimento Sagas dell’Università degli Studi di Firenze, curatore e relatore del convegno, afferma: «Già dal XVII secolo si osserva un interesse collezionistico verso le antichità faraoniche: i Medici, ma anche le stesse famiglie patrizie locali includevano opere egizie tra le loro collezioni».
Un interesse così autentico verso l’Egitto in tutte le sue forme, dalle decorazioni agli ornamenti, dall’arredamento al gusto armonioso, da lasciare tracce nell’estetica toscana ben prima del 1822 quando sono stati decifrati i geroglifici.
Nell’Ottocento, il mondo egizio non è solo un ricordo di segni di tradizione rinascimentale, ma una realtà che dall’antico condiziona gran parte delle tendenze di gusto estetico e decorativo del periodo.
Francesca Fiorelli Malesci, storica dell’artesottolinea: «Il panorama che l’incontro fiorentino disegna, in un dialogo fra egittologi e storici, si compone di episodi legati alle arti figurative, alla musica e all’artigianato artistico, dimostrando con efficacia come l’egittomania in Toscana si presenti come un fenomeno di notevole valenza culturale e di ampia diffusione».
Nel 1803 nella basilica di San Lorenzo a Firenze, l’architetto Giuseppe Del Rosso, autore di “Ricerche sull’architettura Egiziana” allestisce il funerale del Re di Etruria, Lodovico di Borbone, alloggiandolo all’interno di una piramide. Ci sono anche altre testimonianze a conferma dell’interesse verso l’antica civiltà faraonica come l’obelisco di Boboli proveniente dalle collezioni medicee romane per volere del granduca Pietro Leopoldo, gli arredi, di probabile matrice massonica, nel giardino Torrigiani e di Villa Strozzi. Nel 1824 arrivarono da Livorno agli Uffizi parte delle collezioni archeologiche di Giuseppe Nizzoli, cancelliere del consolato d’Austria in Egitto, ora parte dell’attuale Museo Egizio fiorentino. Le collezioni medicee già dal 1735 acquistarono la statua del Sacerdote Pthamose, dipinta poi nel 1777 da Zoffany. Famosi sono i “decori all’egizia” che abbellivano i palazzi nobili tra cui quelli dei Pandolfini, Adami Lami e Camillo Borghese. Infine, nel gusto tipico di un egizio rivisitato è il tempietto e le sculture nel giardino del collezionista inglese Frederick Stibbert.
Tanti esempi sul territorio toscano. Le decorazioni “all’egizia” si trovano a Portoferraio nella Villa San Martino nella “camera egizia” di Napoleone Bonaparte dipinta da Vincenzo Antonio Revelli; a Lucca, nel Palazzo Ducale dipinta da Gaspare Bargioni e nella Villa di Marlia, a Palaia (PI), a Pisa, a Siena, nel Villino del Pavone dipinto da Cesare Maffei, dove due sfingi sovrastano i pilastri del cancello e la piramide simile alla ghiacciaia realizzata, nel 1796, al parco delle Cascine a Firenze.
L’iniziativa è stata realizzata grazie al patrocinio di Consiglio Regionale della Toscana,Università degli Studi di Firenze-Dipartimento Sagas (Storia, archeologia, geografia, arte e spettacolo), Istituto Papirologico “Girolamo Vitelli”, Istituto Italiano per la Civiltà Egizia.
Programma:
Dopo i saluti istituzionali di Antonio Mazzeo presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Cristina Giachi presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Consiglio Regionale della Toscana e Paolo Liverani direttore del Dipartimento di Storia, archeologia, geografia, arte e spettacolo dell’Università degli Studi di Firenze (Sagas) seguiranno gli interventi, coordinati dalla storica dell’arte Francesca Fiorelli Malesci e dalla papirologa Gabriella Messeri (Università degli Studi di Napoli Federico II).
Inizia Federico Contardi, Università degli Studi di Firenze, con “L’Egittomania prima dell’Egittomania: percorsi nella Firenze ante XIX secolo”, seguito da Gloria Rosati, Università degli Studi di Firenze, con “Piramidi e sfingi quasi come in Egitto: uno sguardo a Firenze e alla Toscana”. Giovanni Cipriani, Università degli Studi di Firenze, con “Giuseppe Del Rosso e il funerale del Re di Etruria Lodovico di Borbone (1803). Un Faraone a Firenze”. Le storiche dell’arte Silvia Mascalchi, con “Livorno: porta da e per l’Egitto” e Nicoletta Lepri su “Esotico ed egizio nella Firenze ottocentesca”. A seguire, Maria Cristina Guidotti, Museo Archeologico di Firenze – Sezione “Museo Egizio”, con “Una sala egizia poco conosciuta in Palazzo Pandolfini a Firenze”.
Si riprende dopo la pausa con Claudio Paolini, Direttore scientifico Fondazione Longhi Firenze, su “Geroglifici in salotto. Il gusto neoegizio negli ambienti e negli arredi ” e Ilaria Cariddi, Università degli Studi di Firenze, su “Decorazioni e iscrizioni neo-egizie nel Museo Egizio di Firenze”. La storica dell’arte Francesca Petrucci con “Giuseppe Benassai e Giuseppe Valsè Pantellini: un dialogo aperto tra Firenze e l’Egitto”. In chiusura, Oliva Rucellai, capo conservatrice del Museo Ginori, con “L’Egitto e la Manifattura di Doccia”, Carlo Sisi, presidente dell’Accademia di Belle Arti Firenze, con “‘Aida’ al Cairo. Note di egittomania verdiana” e in fine Emanuela Sesti, FAF Toscana – Fondazione Alinari per la Fotografia, con “Il mito dell’Egitto nella fotografia e le collezioni degli Archivi Alinari”.
In foto: “Sala da musica pitture con soggetto egizio” di Gaspare Bargioni, Lucca, Palazzo Ducale, su concessione della Prefettura di Lucca.