Firenze – In un periodo segnato da eventi climatici estremi sempre più frequenti, Volt si oppone con fermezza all’obbligo di assicurazione catastrofale imposto dal Governo alle imprese italiane, e presto forse anche ai cittadini. “A fronte di una crisi climatica che richiede una pianificazione strategica a livello nazionale – si legge nella nota diramata da Volt Firenze – è compito dell’amministrazione pubblica mettere in sicurezza i territori, investendo nella prevenzione e nella cura del territorio per proteggere comunità e attività economiche. Volt chiede un cambio di rotta: la crisi climatica non può essere scaricata solo sui cittadini e sulle imprese, ma va affrontata con responsabilità condivise e un impegno concreto di chi governa con una visione di lungo periodo”.
Ed ecco cosa prospetta il governo: entro il 31 Dicembre, secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2024, tutte le imprese della Toscana e del resto d’Italia si dovranno dotare di un’assicurazione contro gli eventi catastrofali, cioè un’assicurazione contro i danni causati dalle calamità naturali, pena la loro esclusione dalla possibilità di ottenere delle agevolazioni, dei contributi o delle sovvenzioni pubbliche nel caso in cui subiscano un pregiudizio da eventi avversi.” Una responsabilità in più che il governo Meloni scarica su chi fa impresa, imponendo di fatto un ulteriore costo a carico di attività già duramente colpite, mentre deresponsabilizza Stato, regioni ed enti locali dal mettere in campo misure di mitigazione e adattamento rispetto alla crisi climatica”, sottolineano da Volt..
“A complicare la situazione, Nello Musumeci, Ministro della Protezione Civile, ha inoltre avanzato la proposta di estendere l’obbligo di una polizza catastrofale anche a carico dei privati cittadini, dichiarando come questi debbano prendersi e assumersi delle responsabilità”. Una proposta inaccettabile, scrivono da Volt, tanto più che i cittadini, queste responsabilità, già le pagano di tasca propria. “Si ricorda che dal 1956 ad oggi, anche per calamità come l’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 o l’alluvione della Liguria del 2011, si pagano circa 73 centesimi per ogni litro di benzina acquistato (circa il 38% del costo totale). Nel mondo imprenditoriale e della società civile, l’atteggiamento del Governo sta aggravando una sfiducia generale verso la politica, vista come distante dalle necessità quotidiane e quasi d’intralcio alla loro risoluzione, e a considerare le istituzioni come entità che si scrollano di dosso le responsabilità di scelte sbagliate o mai fatte, scaricando il peso su cittadini e imprese”.
Per Volt quindi, diventa necessaria una retromarcia sul provvedimento che introduce l’assicurazione obbligatoria, anche alla luce degli ovvi aumenti delle polizze proprio nelle zone alluvionate. “Proponiamo invece l’istituzione di un fondo nazionale dedicato a cittadini ed imprese colpite dagli eventi calamitosi, che sia alimentato proprio dai proventi derivanti dalle accise sui carburanti – dice Lorenzo Stefani di Volt – il fondo dovrebbe poi erogare in tempi brevi le risorse necessarie per la ricostruzione ed il ritorno al funzionamento dei cicli produttivi, dando contestualmente nuove risorse anche per i progetti di adattamento alla crisi climatica di infrastrutture e territori.”