Emergenza abitativa e overtourism, anelli della stessa catena

Mentre gli sfratti esplodono, uno studio di PF mette in luce la relazione fra b&b e inflazione

Firenze – Casa, a Firenze la tenaglia non lascia scampo al cittadino. E’ questo, in estrema sintesi, il significato che emerge dalle rilevazioni che sono state prodotte da Cgil-Sunia da un lato e da Progetto Firenze dall’altro. Ognuno nel suo ruolo, ma i risultati si incrociano. E ciò che viene fuori, è inquietante, in particolare se, inevitabilmente, ci si ricorda degli episodi di cronaca di sabato scorso a Roma, dove associazioni e cittadini inferociti hanno invaso pacificamente una sede di Booking al grido: “Il vostro b&b è il nostro sfratto”. Qualche giorno prima era stata un’altra associazione, la banda di Robin Hood, a togliere i lucchettoni con le chiavi dei b&b in via San Teodoro, sempre a Roma. Insomma, se il rischio è che i residenti esasperati intentino una sorta di guerriglia dimostrativa contro i grandi padroni delle piattaforme di accoglienza turistica degli affitti brevi, l’analisi di Cgil-Sunia, Federconsumatori e Progetto Firenze, mette sul tavolo i numeri, aspettando il G7del turismo che si aprirà a Firenze l’8 novembre.

L’emergenza abitativa intanto picchia sodo come non mai. Secondo Cgil-Sunia e Federconsumatori, in Toscana, i nuclei familiari in emergenza abitativa sono circa 220.000. La Toscana è la terza regione in Italia per le richieste di esecuzione della forza pubblica. Infatti, dopo la Lombardia con 15452, l’Emilia con 8538, segue la Toscana con 6902 richieste. Mentre per gli sfratti già eseguiti con la forza pubblica, la Toscana è quarta dopo Lombardia, Piemonte e Lazio, con 1925 sgomberi. Le domande fatte ai comuni toscani per contributo all’affitto per l’anno 2023 sono 7699 (le richieste escluse sono state 4798). Le domande fatte ai comuni toscani per una casa popolare per l’anno 2023 sono 17699 (le richieste escluse sono state 4798). Gli alloggi di case popolari assegnati sono 1306 (di cui 979 per graduatoria, il resto per emergenza), con una soddisfazione del 6,3 dei richiedenti. Alloggi popolari sfitti sono 4682 (di cui solo 14% con manutenzione in corso). I costi degli affitti hanno avuto un incremento del 15% nei capoluoghi di provincia; un affitto medio per un bilocale è di 800 euro.

Qualcuno potrebbe anche chiedersi dov’è la novità, dal momento che da anni, sia il Sunia che le altre associazioni di inquilini che i movimenti per la casa, denunciano l’jncessante crescere della difficoltà dell’abitare. che ora diventa anche, sotto il profilo della protesta, pericoloso, visto l’inasprirsi della pena per chi occupa (anche edifici pubblici vuoti da tempo) o semplicemente per chi solidarizza nelle procedure dello sfratto con forza pubblica, con gli sfrattati (dl 1660). Eppure la novità c’è, come sottolinea il segretario regionale del Sunia, Filippo Secciani, e riguarda la diffusione del numero degli sfratti e della difficoltà dell’abitare in tutta la regione. Tant’è vero che Sunia e Federconsumatori hanno anche stilato una triste classifica, quella per numero sfratti, fra le città toscane. Firenze e provincia, medaglia d’oro dell’emergenza abitativa, con 664 nuove convalide di sfratto, 2709 richieste di esecuzione 577 sfratti già eseguiti con forza pubblica. Pisa e provincia, medaglia d’argento dell’emergenza abitativa, con 249 nuove convalide di sfratto, 828 richieste di esecuzione, 222 sfratti già eseguiti con forza pubblica (7,5% in più rispetto al 2021) Prato e provincia, medaglia di bronzo dell’emergenza abitativa, con 228 nuove convalide di sfratto, 779 richieste di esecuzione, 233 sfratti già eseguiti con forza pubblica. E poi Lucca la 4 posto, con 232 nuove convalide di sfratto, 572 richieste di esecuzione, 179 sfratti già eseguiti con forza pubblica, Pistoia, al quinto, con 211 nuove convalide di sfratto, 510 richieste di esecuzione, 160 sfratti già eseguiti con forza pubblica, Grosseto al sesto, con 191 nuove convalide di sfratto, 364 richieste di esecuzione, 120 sfratti già eseguiti con forza pubblica. Massa Carrara in controtendenza con numeri in diminuzione, si piazza a settimo posto, con 148 nuove convalide di sfratto, 321richieste di esecuzione, 84 sfratti già eseguiti con forza pubblica, mentre all’ottavo ecco Livorno con 277 nuove convalide di sfratto, 288 richieste di esecuzione, 139 sfratti già eseguiti con forza pubblica, al nono Siena, con 139 nuove convalide di sfratto, 268 richieste di esecuzione, 80 sfratti già eseguiti con forza pubblica, Arezzo buon ultima con 209 nuove convalide di sfratto, 263 richieste di esecuzione, 131 sfratti già eseguiti con forza pubblica.

Una ben triste contabilità, che, secondo quanto dice Laura Grandi, nuova presidente regionale di Federconsumatori, “La ragione principale di questa diffusione sta nell’aggravarsi dello stato di precarietà lavorativa ed economica delle famiglie toscane in affitto, insieme alla difficoltà di canoni ancora troppo alti rispetto alle sempre più scarsa capacità di reddito (media incidenza canone affitto reddito 47%) e al grande problema legato al fenomeno degli affitti turistici”.

Ed eccoci arrivati al punctum dolens, il dilagare degli affitti brevi o affitti turistici che dir si voglia. Da tempo noto, l’impatto della gentrificazione della città sugli affitti per residenti, da tempo chiaramente sostitutiva dello strato sociale residenziale. In altre parole, una forma di accoglienza che fa piazza pulita della residenza e consegna una città “guscio” ai flussi turistici. Un fenomeno che conosce la stessa parabola del cambiamento climatico, in pochi ci credono, se non quando le alluvioni spazzano i territori.

Ma i numeri son numeri e Grazia Galli segretaria dell’associazione Progetto Firenze, li snocciola via via mettendoli sul tavolo. Sapete quanti sono gli alloggi in affitto breve a Firenze? Secondo la mappatura realizzata dal sito AirDNA e riportati dalla ricerca di PF, a ottobre in Toscana se ne segnalavano 71.444, in crescita del +4,6% rispetto al 2023. A Firenze, si parla di un immobile in affitto breve ogni circa 35 abitanti. Al di là dell’ormai banale osservazione che in questo modo si riducono gli immobili destinati ad affitti normali e lievitano i canoni, un vero invito alla fuga rivolto alle famiglie di medio reddito (quelle con reddito basso sono o in una delle poco più di mille case popolari presenti in città o sui marciapiedi o in alloggi di fortuna e forse qualcuna anche in edifici occupati), il vero problema segnalato dallo studio di Pf a firma Galli è che questo volume di case per stranieri danarosi fa lievitare l’inflazione. E non di poco.

Ma partiamo dalla correlazione, da qualcuno negata ma ad ora, con lo studio citato, nei numeri, fra incremento del numero di immobili locati ad affitto breve turistico e canoni comuni a lungo termine. Lo studio dimostra che a Firenze l’innalzamento dell’1% del numero degli immobili locati a breve termine determina un innalzamento generale del 4% dei canoni. Il conto è semplice: a Firenze sono amentati del 4% in un anno le offerte di locazioni a breve termine, i canoni si alzano, ovviamente in media del 16%. Ma non è solo Firenze. Siena, vanta un aumento degli alloggi in offerta affitti brevi del 6%? Ebbene, i canoni sono aumentati nella zona pregiata a livello turistico, piazza del Campo e dintorni del 20%. E così via. Con conseguente sottrazione delle case per coloro che nella città ci vivono.

Ma non è finita qui. Vogliamo allargare ancora la visuale e chiederci a chi giova questo tipo di turismo. Ai cittadini? Alle città? I numeri, sempre i numeri. Intanto, abitare in un palazzo in cui si trovano appartamenti ad affitto breve turistico, ricorda la presidente di Federconsumatori, aumenta del 30% le spese, in termini di bollette della luce, acqua, gas, manutenzione degli arredi e degli spazi comuni, vuotatura, perché no, dei pozzi neri. Poi, questo rincaro “valica l’inflazione e si estende ormai in tutta la Toscana”, avverte Galli di Pf. In termini numerici, significa che in Toscana ad esempio si spende il 2% in più per mangiare, a Firenze si arriva all’11% (sempre su scala toscana). Spese di casa, elettricità e gas, +2.2% a Firenze, che diventa un +4% in regione. Seguono i trasporti. Insomma “vivere come i fiorentini” da parte di coloro che fanno finta essendo in vacanza, ha conseguenze per i cittadini. Di Firenze e di tutte le altre città.

Rimedi pochi ma stringenti. Già lanciati alla politica da due anni almeno a questa parte, sono tornati in auge nell’incontro di ieri con la stampa. Fondamentalmente, la chiave della proposta starebbe nell’enucleazione di due sottocategorie, dentro la cornice della destinazione d’uso a funzione turistico ricettiva, di cui una dedicata proprio alla locazione turistica extralbergiera. Una proposta che guarda alla Regione e che richiede una modifica al TU sul turismo, collegato alla legge Marson sul territorio, che rafforzi la possibilità già prevista per i Comuni di disciplinare le modalità dell’uso turistico degli immobili. Intanto il Comune di Firenze attende gli esiti della battaglia giuridica cui ha dato il via col divieto di aprire nuovi affitti brevi in area Unesco, Anche se questo ha significato il dilagare, in realtà solo accelerato, dell’affitto breve nella cintura esterna del centro, sulle ali, meglio, sulle rotaie della tramvia. Del resto, la sacralità del diritto di proprietà nel nostro Paese è tale che il ricorso di due condomini fiorentini, che avevano contestato l’apertura di due locazioni turistiche brevi nel palazzo, è stato rigettato dal Tar proprio in ossequio alla tutela della proprietà esclusiva. Con un importante addentellato, però: la sentenza motiva in quanto solo l’unanimità dei condomini può mettere in discussione l’uso esclusivo dell’immobile da parte del proprietario. Il regolamento condominiale, nello specifico, impediva sì l’apertura di b&b nello stabile, ma era stata approvata “solo” a maggioranza.

All’estero, dove i problemi sono i soliti, si stanno attrezzando. Per la Suprema Corte spagnola il regolamento di condominio può sbarrare il passo agli affitti brevi turistici se approvato con la maggioranza del 60% dei condomini. A Barcellona, se verrà dato seguito a quanto preannunciato dall’amministrazione, dal 2029 sarà in vigore il divieto degli affitti turistici brevi. Intanto, il Cdm spagnolo ha approvato il registro unico delle locazioni turistiche stagionali.

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