La tragedia del Libano apre il Festival Middle East Now

Sono 34 i film in anteprima premiati nelle migliori rassegne internazionali

Firenze – La quindicesima edizione del festival Middle East Now, rassegna di cinema, arte e cultura dei popoli del Medio Oriente, si apre a poco più di un anno dal sanguinoso attacco di Hamas a Israele e dall’inizio della tragedia di Gaza e di una guerra di cui non si vede un possibile esito. Nel 2023 il festival che si propone di aumentare la comprensione e la conoscenza fra i popoli del Mediterraneo si aprì per un destino beffardo con una storia dai risvolti comici che si svolgeva proprio nella striscia mentre il mondo attendeva una legittima risposta israeliana.

Dopo un anno il festival diretto da Lisa Chiari e Roberto Ruta invita opportunamente a riflettere su quanto sta accadendo. La guerra significa anche devastazione, stravolgimento dell’ambiente umano e naturale, contributo terribile e inesorabile alla degradazione e alla rovina di tutti gli esseri viventi e di quanto essi hanno realizzato nel tempo. In questa ottica il tema del festival 2024 è Ecologies of Resistance un programma complesso e articolato che accompagnerà gli spettatori dentro lo stato di crisi attuale e inviterà a una reazione di resistenza e solidarietà nei confronti delle popolazioni coinvolte.

La rassegna sarà “un umile atto di resistenza a quello che sta succedendo”, ha detto Liza Chiari nel presentare il programma alla stampa insieme a Cristina Giachi,  Presidente  commissione cultura Regione Toscana, Giovanni Bettarini, Assessore alla cultura del Comune di Firenze e Iacopo Di Passo, Presidente FST – Fondazione Sistema Toscana

Lo scopo è “offrire un altro punto di vista, libero e pieno di vita”, ha aggiunto.  Il film inaugurale è dedicato a un altro infelice paese coinvolto nell’onda di violenza e distruzione, il Libano. Diaries from Lebanon (Libano, Francia, Qatar, 2024, 110′) di Myriam El Hajj è un documentario che racconta quattro anni tumultuosi di una nazione in subbuglio, attraverso le ricerche personali di significato e di sopravvivenza dei tre protagonisti, Georges, Joumana e Perla. Il Libano sarà anche protagonista del focus Cronache Libanesi, che Middle East Now dedica a un paese molto fragile e in questo momento coinvolto da una drammatica escalation.

In totale sono 34 i film in anteprima (di cui 15 cortometraggi, 12 anteprime italiane, 5 anteprime europee e internazionali), premiati nei migliori festival internazionali. Storie forti, personaggi, i temi caldi dell’attualità nei titoli più recenti provenienti da Medio Oriente e Nord Africa, dalla vasta area che va dal Marocco all’Afganistan. Un programma che farà conoscere al pubblico le culture e le società di questi paesi, con una prospettiva che vuole andare oltre i pregiudizi e i luoghi comuni. Una 15° edizione con tante proiezioni speciali, in cui saranno protagonisti gli oltre 30 tra registi e ospiti invitati a Firenze a presentare i film e approfondirli con il pubblico in sala, e una selezione dei film online nella sala virtuale Più Compagnia in collaborazione con MyMovies.

Tra i paesi al centro della programmazione il Sudan, paese martoriato dalla guerra civile, ma con un grande fermento culturale, sarà protagonista della Closing Night con l’anteprima italiana del film Goodbye Julia (Sudan, Egitto, Germania, Francia, Svezia, Arabia Saudita, 2023, 120’) di Mohamed Kordofani, vincitore del Prix de la Liberté al festival di Cannes, e un cast tutto al femminile.

La Palestina avrà un focus importante, per approfondire un contesto politico, sociale e umano drammaticamente colpito da guerra e devastazioni. Tra i titoli in programma:  No Other Land (Palestina, Norvegia, 2024, 95′) di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor, che cattura la realtà straziante dell’occupazione a Masafer Yatta, villaggio a sud di Hebron, attraverso l’improbabile amicizia tra Basel, una giovane attivista palestinese che ha combattuto l’espulsione di massa della sua comunità fin dall’infanzia e Yuval, un giornalista israeliano che si unisce alla sua lotta.  To a Land Unknown (UK, Palestina, Francia, Grecia, Olanda, Germania, Qatar, Arabia Saudita, 2024, 105′) di Mahdi Fleifel, che ha debuttato a Cannes e nello spirito di “Ladri di Biciclette” racconta la vicenda dei cugini Chatila e Reda, cresciuti in un campo profughi palestinese in Libano e ora bloccati in un triste quartiere di Atene, dove cercano di racimolare soldi per ottenere passaporti falsi e andare in Germania. Janine, Jenin (Palestina, 2024, 60′),in anteprima al festival l’ultimo film del famoso regista e attore palestinese Mohammad Bakri, a ventuno anni di distanza da “Jenin, Jenin”, il documentario del 2002 censurato in Israele con cui Bakri, attraverso i racconti a caldo dei testimoni palestinesi, denunciava i crimini commessi dall’esercito israeliano durante l’attacco al campo profughi di Jenin, film che gli è valso due processi.  From Ground Zero (Palestina, Francia, Giordania, Qatar, 2024, ‘112) dà voce alla Striscia di Gaza in un film collettivo di ventidue episodi, ideati, scritti e diretti da altrettanti giovani autori palestinesi, chiamati a trovare uno sguardo e una forma personale per raccontare l’orrore quotidiano della guerra e il bisogno di ritrovare una speranza.

L’Egitto  è presente con Back to Alexandria (Francia, Svizzera, Egitto, 2023, ’90) del regista Tamer Ruggli, in cui dopo vent’anni di assenza, Sue – interpretata dalla famosa regista e attrice libanese Nadine Labaki – torna in Egitto sua terra d’origine, per riallacciare i contatti con sua madre Fairouz, eccentrica e bellissima aristocratica interpretata dalla diva francese Fanny Ardant.  Dall’Arabia Saudita, l’anteprima di Last Party in R. Desert, l’ultimo film del regista pioniere del cinema saudita Mahmoud Sabbagh, protagonista un impresario locale che spinto unicamente dal denaro vaga nei meandri della vita notturna con il suo gruppo musicale, lottando per rimanere a galla, tra conflitti professionali e un cambio epocale della scena culturale.

L’Iran con The Great Yawn of History (Iran, 2024, 93’), lungometraggio d’esordio del talentuoso regista Aliyar Rasti, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Berlinale, racconta la storia di un uomo di vacillanti convinzioni religiose che sogna una scatola d’oro nascosta in una grotta. E ancora il documentario My Stolen Planet (Iran, 2024, 82’) di Faranhaz Sharifi, storia personale in cui la regista all’età di sette anni, si rende conto di vivere su due pianeti: quello degli Ayatollah e un altro, nascosto, dove osa essere sé stessa. Quando acquista una cinepresa il suo mondo cresce, nutrito dalla danza e dalla gioia.

Tra i film sull’Afghanistan arriva a Firenze Hollywoodgate (Germania, USA, Afganistan, 2023, 93’),documentario pluripremiato del regista Ibrahim Nash’at, che nel corso di un anno segue l’evoluzione di “Hollywood Gate” – ex base della CIA fatta di container pieni di armi da guerra, con le quali i talebani equipaggiano una nuova unità combattente – offrendo uno sguardo senza precedenti sulla rapida ascesa al potere dei Talebani, e smascherando abilmente i giochi di potere e di propaganda dei loro leader. E ancora Maydegol (Iran, Germania, Francia, 2024, 74’) di Sarvnaz Alambeigi, documentario che ha ricevuto una menzione speciale alla Berlinale nella sezione Generation 14plus, storia di un’adolescente afghana che sfida la tradizione e i pregiudizi in Iran per inseguire il suo sogno di diventare pugile di Muay Thai.

La Siria è rappresentata al festival dall’anteprima di Valley of Exile (Canada, Libano,2023, 107’), debutto nel lungometraggio di Anna Fahr, che ha come protagoniste due sorelle siriane che arrivano nella valle della Bekaa in Libano all’inizio della guerra in Siria, imbarcandosi in un viaggio verso l’esilio che metterà alla prova la loro lealtà verso il proprio paese, la propria famiglia e gli altri. Dallo Yemen il lungometraggio The Burdened (Yemen, Sudan, Arabia Saudita, 2023, 91) di Amr Gamal, protagonisti Isra’a e Ahmed, che si impegnano con tutte le loro forze ad offrire una vita ed un’educazione normale ai loro tre bambini. Quando scoprono che Isra’a è incinta di nuovo, saranno le loro esigenze familiari a guidare le scelte difficili che dovranno affrontare.

Tra gli eventi e progetti speciali in programma segnaliamo la mostra “AIR, RIVER, SEA SOIL. A history of an exploited land” curata da Roi Saade, in cui 6 fotografi e artisti raccontano come il dominio coloniale, passato e presente, e lo sfruttamento dell’ambiente abbiano trasformato il Medio Oriente e il Nord Africa, dal 17 ottobre al 3 novembre 2024 presso Rifugio Digitale; lo special guest HAMED SINNO musicista libanese-americano ed ex leader della band cult Mashrou Leila, da sempre attivista per la libertà di parola e sessuale, con la sua performance “Poems of Consumption”; GAZA KITCHEN. Ricette di una cucina sospesa, uno speciale evento – workshop dedicato alla tradizione culinaria di Gaza alla Scuola d’Arte Culinaria Cordon Bleu.

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