Il ruolo delle Università popolari per la cultura e l’integrazione

Conferenza inaugurale a Pistoia sabato 28 settembre

Pistoia – Lo spirito con il quale furono istituite, nel 19° secolo, era “illuminante”, fermamente determinato a rompere vecchi schemi culturali, spesso inadeguati nel rispondere alle necessità di una organizzazione sociale in movimento: e, da allora, le Università Popolari hanno continuato la loro marcia, allo scopo di seguire, assecondare, rendere meglio consapevoli le persone affinché diventino attivamente partecipi di una comunità.

Se quando le Università Popolari nacquero la necessità più impellente di avvicinamento alla cultura poteva essere identificata nell’alfabetizzazione primaria, oggi il loro ruolo va letto secondo una chiave interpretativa più vasta, che sappia rappresentare la resilienza di questa organizzazione, il suo ruolo quale strumento di mediazione sociale, capace di plasmarsi secondo necessità.

Oggi che la scuola pubblica è a tutti accessibile, soddisfacendo i bisogni essenziali di alfabetizzazione, nuova luce illumina le mutate responsabilità a proposito del ruolo che le “Unipop” (come abitualmente vengono indicate queste strutture formative) sono chiamate ad assolvere: da un lato, infatti, la popolazione immigrata, che poca dimestichezza ha con la lingua italiana, dalla frequentazione dei corsi può trarre sia maggiore padronanza di linguaggio – strumento primario di integrazione –, sia l’opportunità per consolidare rapporti umani con la comunità, tramite la conoscenza di persone diverse da quelle appartenenti alla propria cerchia etnica, stabilendo possibili vie di inclusione da cui gli agitati mari della società liquida posso trovare utili punti di approdo.

Approdi rassicuranti per l’intera cittadinanza, che – per quanto alfabetizzata possa essere – soffre in numero eccessivo del cosiddetto “illetteratismo”, vale a dire l’incapacità di comprendere ciò che legge. Un tema, questo, spinoso e purtroppo sempre più diffuso, che si autoalimenta cadendo in sabbie mobili da cui diventa impossibile riconoscersi nei limiti.

Di questa consapevolezza di fanno carico le Unipop, proponendo accanto a corsi più “consueti” argomenti di incontro “alternativi”, certamente più incisivi nell’andare oltre i soliti schemi, dirompenti nel definire nuovi scenari di ciò che fa cultura, orientati trasversalmente affinché qualunque aspetto della comunità umana – e qualunque personalità – possano esserne toccati, facendo delle Unipop spazi di apprendimento senza limite alcuno: età, curiosità, voglia di condividere e comprendere… tutto fa parte dell’innovazione culturale.

Il forte impatto sociale, a Università Popolare Aligi Bruni di Pistoia è consolidato dalla presidenza del sociologo Giuliano Bruni, Presidente anche della sezione toscana di ANS-Associazione Nazionale Sociologi. Unipop Pistoia è strutturata per offrire corsi di base o “Pop” (5 incontri da 90 minuti), di approfondimento o “Prof” (in questi rientra, per esempio, l’aggiornamento professionale) e “No-profit” (cicli di formazione per le associazioni ed enti no-profit), validi sia per la competenza dei docenti – reclutati con molta cura – che garantisce la qualità nello svolgimento delle lezioni, sia anche per la varietà dei temi che si possono approfondire: alimentazione, astrologia, benessere, comunicazione, criminologia, enologia e degustazione, filosofia, fotografia, letteratura, lingue straniere, mindfulness, moda, psicologia, scrittura, storia sono gli argomenti nel programma accademico 2024-25.

Sabato 28 settembre, alla sede di Pistoia – via Mariotti 190, zona industriale Santagostino – alle 16,30 è prevista la conferenza inaugurale tenuta dallo psicologo e psicoterapeuta Sergio Teglia, cui seguirà la presentazione dei corsi.

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