Ultima chiamata. Il titolo completo è: +972 Ultima chiamata. Israele fra guerra eterna e sogno di pace (Thedotcompany Edizioni) . Un titolo apocalittico? No, realistico. Di un realismo sconvolgente, eppure pacato. Perché l’orrore della guerra che si sta consumando in Medio Oriente fra Israele e i Palestinesi, nata dall’orrore del 7 ottobre 2023 e dei 1200 morti israeliani e continuata con l’orrore degli ormai oltre 40mila morti palestinesi, è talmente irricevibile che per sopportarlo, è necessario che lo si narri con pacatezza e a tratti con leggerezza. Ma così facendo, l’enormità di una tragedia che non ha limiti si scolpisce senza appello. Da una parte e dall’altra.
E’ crudo, il libro di Enrico Catassi, esperto di cooperazione decentrata allo sviluppo e di Medio Oriente, coltivatore tenace, con la realizzazione di progetti condivisi con ong locali, israeliane e palestinesi, di una convivenza fra due popoli che mai, come negli ultimi tempi, si presentano l’uno come il contrappasso dell’altro, le due facce di una medesima medaglia, le due ali del medesimo falco. Perché ormai per l’incalzare degli eventi, per ciò che è avvenuto in passato, per lo sviluppo di germi sottovalutati nel corpo della democrazia israeliana e della lotta palestinese, il campo, come scrive Catassi, è occupato solo da due posizioni, ovvero il governo di Bibi Netanyahu, con la negazione del diritto a esistere dello Stato Palestinese (e dei palestinesi) e la supremazia di Hamas, con la negazione del diritto di esistere di Israele e con la caccia senza senso agli israeliani in quanto tali, come avvenuto il 7 ottobre .Due facce dell’orrore che emergono da un vuoto abissale, e Catassi lo dice bene: la mancanza di leadership che accomuna, ancora una volta, le due parti.
Il libro è crudo e non lascia spazio ad alibi, non c’è dubbio. Fotografa un abisso, preparato e annunciato da coloro che sono in sella insieme a Netanyahu, amici o no, sodali di certo, gli stessi, come annota Catassi, che hanno affondato la via aperta da Rabin con il Trattato di Oslo, e da cui è impossibile sperare in un guizzo di responsabilità verso il proprio popolo e quell’Israele patria della democrazia liberale che sembra aver perso davvero il cammino; ma annunciato e preparato anche da coloro che hanno accumulato fra la Palestina e la pace montagne di cadaveri innocenti, uomini, donne, bambini ,anziani, la cui morte legittima e consente ad Hamas di resistere e rinascere in un’orgia di odio e sangue. Fino all’ultimo sangue. Ovviamente, del popolo.
La speranza tuttavia non si rassegna a morire. Lo dice Catassi, testimone di una vicenda su cui spira un sentore di eternità inquietante, specialmente in questi mesi, specialmente in queste ore, in cui arrivano notizie di cooperanti uccisi, di funzionari dell’Onu ammazzati in operazioni militari dell’Idf, di altri raid e altri morti e di attentati palestinesi. Niente di nuovo, dice Catassi raggiunto a telefono, niente, perlomeno, che possa spostare qualcosa dello scenario. Ad ora, neppure quel milione e mezzo di palestinesi sospinti in qua e in là come mandrie è decisivo per mutare il quadro, mentre gli ostaggi o ciò che rimane di loro, continua ad indignare i parenti e parte dell’opinione pubblica, ma non ha la forza di indurre il governo almeno a un passo indietro in questa escalation che è la crisi più profonda vissuta finora dallo stato ebraico.
Crudo, si diceva, il libro di Catassi, anche quando mette in luce un dato che, a noi occidentali, pare quasi inimmaginabile, ovvero la renitenza di Netanyahu ai consigli del suo più grande alleato, l’amministrazione americana. Un disagio, quello americano, che, pur rimanendo ferreo il legame fra i due paesi (e tale rimarrà, secondo il disincantato giudizio dell’autore, al di là dell’esito delle ormai vicine elezioni statunitensi), dà la dimensione di un’altra grande conseguenza del vuoto di leadership e della conseguente estremizzazione della guerra, ovvero l’isolamento internazionale di Israele.
Il saggio non è molto lungo contando il numero di pagine (186 più altre 4 pagine di una utilissima cronologia della storia contemporanea di Israele) , è estremamente denso ma soprattutto lascia senza fiato il lettore, sia per la formulazione che per come è concepito: i capitoli si aprono con corsivi che riportano spezzoni di esperienze dell’autore nel corso della sua lunga vicenda di cooperante della Regione Toscana e di giornalista, per poi andare a planare sulle istantanee della guerra odierna, intercalando presente e passato in un crocevia di immagini che mostra a un tempo sia quanto poco sia cambiato il quadro, ma anche quanto tanto si sia perduto, in termini di opportunità di cambiamento, Il che significa, in termini di possibilità di convivenza fra i due popoli.
Il tema della pace, in un libro che racconta soprattutto di guerra, strisciante o conclamata che sia, ha un peso determinante. In realtà di pace si parla poco, magari affiora nei ricordi di qualche incontro, nel baluginare di qualche spezzone di normalità come può essere trovarsi a un bar o a un ristorante a Gerusalemme o a Tel Aviv o da qualche parte nel paese. Ma la pace, l’aspirazione almeno, aleggia sul libro, sulle vicende, perché non può esserci guerra senza pace, anche se la guerra sembra eterna. E allora, che pace sarà? Il lucido pragmatismo dell’autore, corroborato da anni di progetti e amicizie in entrambi i campi, si coglie nella pace additata, l’unica possibile: pace per stanchezza, che significa pace perché si decide di smettere di vivere nel dolore, sotto il tallone della “guerra finale” dell’odio e dell’orrore, da una parte e dall’altra. Ma per fare questo ci vuole conoscenza dell’altro e accettazione. Accettazione del fatto che la pace è anche riconoscere dei limiti: territoriali, esistenziali, culturali, in altre parole, accettare il compromesso e riconoscere l’altro da sé.
Infine, proprio su questa questione il libro, che comprende anche una postfazione di Alfredo De Girolamo, si apre con un prologo fulminante, che dà la dimensione di quanto detto finora. Due viaggiatori, un palestinese e un israeliano, si trovano compagni di viaggio in aereo. Come si risolve la convivenza? Con la stessa moneta di scambio. Al lettore, la scoperta di cosa succederà. E da questo, il narrato prende il via.
Enrico Catassi
+972 Ultima Chiamata
Israele fra guerra eterna e sogno di pace
Thedotcompany Edizioni